Animas: Sabrina Sanna e Alessandro Melis
di ANNA MARIA TURRA
Sabrina Sanna, cantante sarda, voce del duo Animas, ha le idee chiare, ma di questi tempi non sembra un pregio. Almeno stando a sentire Bauman che ci spiega quanto l’unica costante della nostra società sia il cambiamento e l’unica certezza sia l’incertezza.
Eppure non si disorienta mentre, con Alessandro Melis per la parte esecutiva, l’arrangiamento e la creazione di partiture, ha come obiettivo consegnare a un pubblico quanto più vasto possibile, l’imponenza della cultura musicale di cui la Sardegna è simbolo. E parte da uno studio profondo delle radici millenarie di un popolo straordinariamente sfaccettato che, proprio per questo, richiede un profondo esercizio semantico.
Direttamente da Quartu Sant’Elena il duo di Cagliari interpreta, in ogni parte dell’isola, capisaldi della cultura musicale popolare, trasmettendo il sentimento di appartenenza e insieme uno slancio inequivocabile all’internazionalità. Hanno un consenso massiccio e, come accade spesso ai professionisti preparati, vengono riconosciuti dalla critica e dal numero di seguaci sul territorio.
Originaria del Campidano Sabrina Sanna scrive in campidanese, ma canta algherese, barbaricino, gallurese: insomma non ci sono preclusioni e, se le minoranze linguistiche per alcuni sono dettagli numerici irrilevanti, per il duo Animas sono lo strumento di lavoro e di divulgazione. La base d’appoggio di una questione in divenire che genera un repertorio molto richiesto tra manifestazioni ed eventi. Il risultato è che i principali palinsesti si accorgono di questo loro impegno, considerandoli ospiti preziosi della nicchia della colta musicalità contemporanea.
«Siamo piuttosto puntigliosi nella ricerca di testi di coloro che hanno fatto la storia – racconta Sabrina Sanna – e non mi piace l’idea che si possa percepire la musica sarda come qualcosa di rigido, quindi anche nella scrittura, pratica nella quale sono anch’io impegnata, prevalentemente questo è il focus: abbattere le barriere.»
Di nuovo una fluidità che bagna le radici della religione per il brano appena scelto ad accompagnare un’opera pittorica al Premio letterario di Osilo. «Si tratta di un padre nostro non prettamente liturgico, qualcosa che potrebbe essere recitato anche da una persona non particolarmente spirituale, una sorta di invocazione laica che ha a che vedere con le similitudini umane.»
Allo stesso modo dilagare è approfondire le origini, serve a raggiungere qualunque popolo, ad abbracciare altre culture, come nel brano Tinni precu, ti prego, che ha vinto, come miglior composizione poetica legata alla creazione musicale, il Premio Peppino Mereu a Tonara. Qui Sabrina Sanna mostra quanto, cavalcando le contaminazioni, si ha l’effetto di sgominare le insidie della competizione e si piazza sul podio proprio laddove non si parla il gallurese.
«Sappiamo bene quanto l’universalità dell’inglese prevalga su altri idiomi, ma se artisti di fama internazionale come Noa – precisa Sabrina Sanna – si cimentano in interpretazioni dei nostri grandi classici come No potho reposare, noi non possiamo ignorarli; ci invitano a non avere preclusioni sociali, né tantomeno politiche.»
E un po’ come Noa Kirel, la cantante che quest’anno ha rappresentato Israele all’Eurovision Song Contest aggiudicandosi il terzo posto, Sabrina Sanna si dichiara a disposizione della diffusione linguistica e, credendo che gli artisti abbiano il dovere di abbattere i limiti, per lei questo resta un fatto meramente logico. Ha questa storia la donna campidanese che canta al festival della canzone di Alghero proprio in algherese, la femmina senza supponenza né sotto testi, l’isolana indomita che con umiltà si affida all’eclettismo: nel repertorio cospicuo, con una musica che rifugge i sensi unici e uno stile che prende le centomila direzioni della digressione. A decretare il successo sono i fiumi dei commenti, le reazioni che numerosissime accompagnano l’emozione di un tributo di pubblico costante ad ogni performance del duo Animas. Sono i fan e scrivono: “Al di là della bellezza dei brani, la sensazione è da brividi. Sul palco esprimete tutta la grinta, la passione e quell’energia di cui è bello far parte!”
Grande Alessandro
Marco Meloni ciao carissimo!! No, GRANDE SEI TU, che hai messo la tua vita a servizio delle persone, della ricerca e dell’evoluzione. Noi forse salviamo qualche cuore, tu salvi la vita delle persone. Grande stomacper ciò che eri, che sei e che diventerai. Un grande abbraccio