di CRISTOFORO PUDDU
Nel “tortuoso” percorso della transizione energetica in Sardegna si registrano diversi scenari e proposte possibili. Cresce la mobilitazione e di pari passo la necessità di comprendere i tanti piani energetici in campo che, pur sostenendo il “rinnovabile-sostenibile” e l’efficienza di reti intelligenti in direzione di “equità-sicurezza”, evidenziano tante perplessità attuative proprio per le strategie di azzeramento e di incisione concreta partecipativa dei cittadini e delle amministrazioni locali.
Tantissimi, giustamente!, considerano che l’invito a “tornare a vivere entro i limiti del pianeta” debba essere frutto di un dibattito su scelte razionali, non penalizzanti e con caratteristiche coloniali verso la Sardegna. La politica sarda non è stata in grado di aggiornare un suo forte piano energetico ambientale e perciò ci si trova travolti da una selvaggia rivoluzione verde e di transizione ecologica dettata dai miliardi di euro del PNRR.
Diversi studi e proposte, anche di genesi esterna alla realtà sarda, teorizzano e considerano l’Isola “essere un ottimo banco di prova delle possibilità che la transizione energetica promuova cambiamenti sociali e culturali”, trascurando il determinante senso dei sardi di decidere lo sviluppo con la trasparenza dei segni identitari e nella condivisione di scelte per la tutela ambientale e delle attività specifiche nei territori.
Dunque, si propone la transizione come opportunità di sviluppo… da subire! Intanto cresce la mobilitazione e sensibilità popolare a voler capire i termini del “gioco” che porterebbe ad una colonizzazione del territorio. La matura attuale sfida, continua e responsabile, ha concreto essere nelle azioni collettive democratiche, in dibattiti, incontri e convegni sempre più partecipati.
E proprio a Nuoro, nella suggestiva location della Piazza Satta creata, con magia e sardità, dall’immenso artista Antine Nivola, si è tenuto l’affollato incontro sul tema “Transizione energetica in Sardegna: le comunità protagoniste?”. Protagonisti relatori: Lisetta Bidoni, consigliera comunale Progetto per Nuoro, Piero Loi, giornalista e autore presso INDIP, Laura Cadeddu, geologa attivista, ed i vivaci costruttivi interventi del partecipe pubblico.
L’incontro-confronto sulle energie rinnovabili e sulle politiche energetiche è stato introdotto da Lisetta Bidoni che ha stigmatizzato l’attuale quadro di criticità e il livello di preoccupazioni generali sulla questione della transizione energetica, operata attraverso l’azzeramento di un reale percorso di informazione e di condivisione seria ed oggettiva. Una “dimensione grigia”, portata avanti da Enel, Eni, Terna e Snam; ossia, dai poteri forti ed industriali legati allo Stato italiano e che hanno già deciso il futuro energetico con la sparizione del “bottino” PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Per la Bidoni, riferendosi anche anche agli studi e scritti del filosofo sardo Cristiano Sabino, è in corso la quarta fase della colonizzazione dell’Isola e fa seguito a quelle già operate con l’etnocidio linguistico culturale, l’industrializzazione chimica e le servitù militari. L’intervento della consigliera comunale di Nuoro ha richiamato ad un concreto impegno l’Amministrazione e Città capoluogo della provincia nuorese ed auspicato diventi un perno e forte riferimento per una battaglia di democrazia e di tutela dei diritti dei sardi nel percorso di sviluppo condiviso.
A sbrogliare la complicata matassa sulla transizione ed offrire elementi di maggior conoscenza hanno contribuito, in modo determinante, le relazioni della geologa Laura Cadeddu, attivista dell’A.D.E.S. (Assemblea per la democrazia energetica in Sardegna), e del giornalista Piero Loi, esperto di ambiente, economia e politica. La Cadeddu ha definito e chiarito l’idea delle comunità energetiche, intese come modello di produzione-distribuzione decentralizzata a diffusione democratica e di “origine dal basso”. La geologa ha inoltre denunciato l’assenza di una informazione di base per i tanti progetti nati fuori dalla Sardegna e dei vincoli che limitano una reale e concreta conoscenza alle comunità interessate e alla popolazione in generale, dove invece sarebbe estremamente necessario consapevolizzare diffusamente sull’attuale “rivoluzione energetica”. In modo tecnico ha informato, gli attenti e numerosi partecipi uditori di Piazza Satta, su fotovoltaico, agrivoltaico, metanizzazione e sul carico dei progetti ad impatto ambientale “che vanno ad interferire sulle falde acquifere sottostanti, sullo scorrere delle acque superficiali e sul possibile dissesto e frammentazione del territorio”. Piero Loi ha relazionato sul “baratro” causato dai combustibili fossili e conseguentemente portato alla rincorsa della transizione ed energie rinnovabili, ma in effetti non può essere certa “garanzia di sostenibilità economica, sociale e ambientale”. Nel chiarire il concetto, il combattivo ed attivo giornalista, ha sostenuto l’idea che “il processo della transizione energetica va guidato”, e quindi necessita di una chiara visione della questione all’interno della nuova industrializzazione colonizzatrice e dei molteplici progetti pendenti sulla Sardegna. L’invasione sarda passa attraverso “l’accaparramento di terre” e la “trasformazione della proprietà”, coi vari impatti penalizzanti che certo non sorridono alla Sardegna; si prospetta la creazione di un Hub energetico per export verso aree del Continente italiano e a sostegno dello sviluppo d’altri. La Sardegna produrrebbe per conto terzi!
Interventi di qualità e di “combattività” sono venuti da GB Sanna, esperto di programmi operativi dell’UE, e da Salvatore Manca, ex sindaco di Nurallao. Le domande e questioni poste dal pubblico hanno contribuito, attraverso le risposte tecniche non pregiudiziali ne ideologiche dei relatori, a definire e capire gli attuali termini del quarto processo di colonizzazione della Sardegna.
Ringrazio Cristoforo Puddu per il puntuale resoconto dell”incontro di martedì 12 settembre, nel corso del quale sono emerse forti preoccupazioni e riserve. La transizione energetica, come è stato denunciato e oggi puntualizzato da Cristoforo, non può essere alibi e strumento per imporre nuove forme di colonizzazione, devastando il territorio e sottraendolo alla disponibilità dei sardi. È necessaria una ampia mobilitazione dal basso e il massimo impegno
e delle amministrazioni locali per bloccare il disegno di trasformare la Sardegna in hub energetico, per restituire alle comunità e alle autonomie locali la titolarità di progettare e pianificare, per salvaguardare ambiente, paesaggio, patrimonio storico-culturale, economia,lavoro.
Grazie per l’ottimo lavoro e l’importante contributo, che aiutano chi legge a riflettere su quanto sta accadendo in Sardegna in materia di transizione energetica e rinnovabili.