di ELSA PASCALIS
Un libro fotografico sugli alberi, in bianco e nero? Si! Riconferma la scelta, Enrico Spanu, nella doppia veste di editore e fotografo per il secondo volume di “Attaccati alle radici”, un grande libro che celebra gli alberi della Sardegna con i testi del giornalista Lello Caravano. Se il primo volume vanta la prefazione di Peter Gabriel, cantante, compositore e produttore discografico britannico innamorato dell’isola, per questo secondo tributo ai nostri giganti del mondo verde è il trombettista e compositore Paolo Fresu a presentare il lavoro. Un felice matrimonio quello tra la musica e gli alberi, entrambi legati al senso della memoria e della vita. Perché gli alberi di Sardegna, in Sardegna sono pagine di storie antiche e profonde raccontate nel libro con parole e immagini in bianco e nero con la tecnica della tricromia. Togliere il colore, soprattutto dove ce n’è tanto – cielo, campagna, fiori, animali, mare, rocce, strade, uomini – esalta e amplifica l’attenzione verso il protagonista dell’immagine, che in questo caso è un albero. Togliere il colore non è dunque una perdita di informazioni (il colore distrae) ma un rafforzamento della concentrazione sul soggetto. Una scelta di linguaggio visivo che gioca con luci, ombre e contrasti come quelli della terra su cui affondano le radici di alberi millenari, solitari, maestosi, unici, impavidi, forti, imponenti, scultorei, muscolosi, fieri, rigogliosi, bruciati, sacri, inaspettati, ritratti da Spanu come supermodels della natura. La Sardegna è la regione d’Italia con il maggior numero di alberi monumentali, oltre 400 circa il 12% del totale nazionale. Ed ecco che in copertina il ginepro prepotentemente arrampicato sulle rocce della spiaggia di Fenile lungo la costa di Baunei, sembra voler andare incontro al lettore per raccontare la sua storia. Forse perché è li da sempre ma in pochi l’avevano visto: è raggiungibile attraverso un trekking da Pedralonga su un sentiero di recente creazione e fa da vedetta a quella che probabilmente è la spiaggia più giovane del Mediterraneo formatasi a seguito di una potente fiumana durante il ciclone Cleopatra del 2013. Pagina dietro pagina una preziosa sfilata di celebrities della biodiversità con un grande valore identitario oltre che simbolico. Dalla maestosa roverella di Illorai, la più grande d’Italia, salvata negli anni Settanta da due guardie forestali e uno studente universitario, al gigantesco olivastro di Ussassai rinato grazie a un gruppo di volontari. Dal carrubo di Castiadas che vive ancora grazie ai forzati della vecchia colonia penale, fino a un altro oleastro, quello di Allai, portato nella piazza del paese da una pietraia dove stava morendo, passando per gli ulivi ultrasecolari della Marmilla che custodiscono le storie dei contadini fin dalle dominazioni pisana e aragonese-spagnola. Ma anche l’olivastro millenario di Cuglieri, simbolo, patriarca e monumento per il paese del Montiferru, bruciato nel disastroso incendio del 2021. «Chi era presente racconta il rumore sinistro del tronco e delle foglie che si accartocciavano, lo scricchiolio del gigante che si schiantava a terra. Sembrava di sentire l’ultimo respiro del patriarca sopravvissuto ai secoli», scrive Caravano nell’accompagnamento all’immagine. Una pubblicazione ecosostenibile in tutto il suo processo di stampa della casa editrice Edizioni Enrico Spanu, impegnata tra le altre cose a far piantare un albero per ogni copia del libro, certificando e tracciando l’operazione.
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