Marina Pala
di FRANCESCA BIANCHI
Marina Pala, autrice del libro Arzachena. Scoperte, sorprese, emozioni e meraviglie della natura. In Cammino (Editrice Taphros, 2022). Originaria di Nulvi (SS), la prof.ssa Pala ha raccontato ai nostri lettori dettagli e curiosità su questo lavoro, che ha voluto pubblicare proprio in occasione delle celebrazioni per i cento anni dell’autonomia di Arzachena dal comune di Tempio Pausania: un devoto omaggio alla cittadina gallurese, di cui ormai si definisce orgogliosamente figlia adottiva. Questa pubblicazione è il felice risultato delle conoscenze accumulate nel corso della sua carriera di naturalista e insegnante di Matematica e Scienze. Ed è proprio alle sue lezioni e alle tante uscite didattiche organizzate per i suoi alunni che la prof.ssa Pala si è ispirata per la stesura del libro. Instancabile divulgatrice della cultura ambientale, ha volutamente scelto un linguaggio chiaro, semplice, essenziale per raggiungere un pubblico che fosse il più vasto ed eterogeneo possibile. Nel corso della nostra bella conversazione la studiosa ha spiegato che il territorio arzachenese comprende diversi ecosistemi a elevata biodiversità: alture granitiche monumentali, zone umide ricche di vita, coste sabbiose e rocciose, mare cristallino, una vegetazione profumata e aromatica, ricchissima di colori nelle diverse stagioni. Il lettore è condotto alla scoperta di alcuni luoghi di grande importanza naturalistica, tutti da conoscere e tutelare, con la speranza che l’uomo sappia conservare per le generazioni future la straordinaria bellezza elargita generosamente dalla natura.
Prof.ssa Pala, lo scorso anno ha pubblicato il libro Arzachena. Scoperte, sorprese, emozioni e meraviglie della natura. In Cammino, edito da Taphros. Come è nato questo lavoro? Questo libro è il frutto di gran parte del mio lavoro scolastico. Ho insegnato per tanti anni Matematica e Scienze nella piccola scuola di Abbiadori, a qualche chilometro da Porto Cervo, sezione staccata di quella di Arzachena. Da naturalista appassionata, ho sempre preferito le Scienze perché consentivano a me e ai ragazzi di andare alla scoperta del territorio ed esplorare ogni angolo dei diversi habitat di cui è ricco il comune di Arzachena. Li ho guidati a scoprire mare e coste, prati e boschi, zone umide e alture, proponendo attività per loro interessanti e divertenti che consentissero di imparare con gioia. Ogni progetto didattico veniva poi rielaborato, illustrato e documentato per proporlo fuori dalle mura scolastiche, oltre che ai genitori, anche ai vari enti coinvolti, in primis il Comune, e all’opinione pubblica, con l’obiettivo di sensibilizzare anche gli adulti alla tutela dell’ambiente e di realizzare concretamente le azioni che i ragazzi proponevano. Ho, poi, fondato insieme ad altri l’associazione culturale e naturalistica “Gaia tra le onde”, nata per far scoprire i luoghi più belli e caratteristici della Sardegna attraverso escursioni di trekking di livelli diversi. Tutto questo mi ha permesso di conoscere i luoghi più suggestivi e panoramici di Arzachena. Nel corso degli anni ho raccolto tanto materiale e tante conoscenze. Poi, dopo essere andata in pensione, ho iniziato a mettere per iscritto tutta questa ricchezza accumulata. Proprio questi appunti hanno dato vita alle descrizioni presenti nel mio libro. L’anno scorso Arzachena ha celebrato il centenario dell’autonomia dal comune di Tempio Pausania. Ho riflettuto sul fatto che in merito ad Arzachena esistevano varie pubblicazioni di carattere storico e archeologico e le solite banalità a scopo turistico, ma non c’era nulla che parlasse del patrimonio naturalistico. Ho pensato, allora, di rimettere in ordine quegli appunti e renderli fruibili da un pubblico ampio ed eterogeneo. Ne ho parlato con l’Assessore all’Ambiente Michele Occhioni, che ha accolto con favore la mia proposta, con l’auspicio di valorizzare e divulgare il mio lavoro di ricerca sul territorio. Così, nell’anno dei festeggiamenti per il centenario della sua autonomia, ho voluto donare ad Arzachena, cittadina che mi ha accolto come una figlia, le mie conoscenze raccolte nel corso degli anni.
Il libro, arricchito da bellissime immagini, ha un taglio divulgativo, si legge con vero piacere. Come ha deciso di impostarlo? Il mio obiettivo era quello di raggiungere tutti, indipendentemente dalla formazione culturale, per cui ho usato un linguaggio molto semplice. Mi sono basata sulle lezioni che proponevo a scuola: ho immaginato di spiegare in maniera semplice e diretta ai miei alunni gli argomenti che via via mettevo per iscritto. Gli itinerari li ho concepiti sotto forma di escursione, infatti questa parte del libro l’ho intitolata “In cammino”. Volevo che nelle mie descrizioni gli arzachenesi trovassero lo stimolo per andare a visitare zone poco conosciute come, ad esempio, Monti Zoppu o lo Stagno di Salone. Gran parte delle foto inserite le ho realizzate io stessa durante le mie numerose escursioni: lì si riconosce facilmente l’occhio esperto del naturalista. Ci sono, poi, alcune immagini straordinarie di fotografi professionisti (Marcello Chiodino, Gabriele Pileri e Domenico Ruiu) che impreziosiscono il libro.
Il territorio di Arzachena comprende ecosistemi dotati di elevata biodiversità. Nel libro descrive dieci luoghi di grande importanza naturalistica. In base a quali criteri li ha scelti? Il nostro è un territorio baciato dalla natura; è un territorio vasto, ma ha tutti gli ambienti caratteristici della Sardegna: le alture granitiche scolpite, il mare e la costa, la campagna, le zone umide. Ho scelto i luoghi da descrivere basandomi sulla conoscenza che avevo degli stessi. Come ho detto, ho insegnato per vent’anni ad Abbiadori; quando dovevo organizzare visite didattiche con gli alunni, i luoghi che sceglievo erano quelli che si trovavano più vicino: Monti Zoppu, Pevero, Capriccioli, Liscia Ruia, Monte Moro. Proponevo come progetti didattici la visita allo stagno di Salone e alla foce del fiume San Giovanni, per cui andavamo lì per fare ricerca. Tutti i luoghi di cui parlo nel libro sono quelli che conosco meglio; presentano, inoltre, delle particolarità naturalistiche e si prestavano bene alle escursioni o ai trekking che organizzavo per i miei alunni e anche per i soci dell’associazione “Gaia tra le onde”.
Cosa può dirci della vegetazione tipica del territorio di Arzachena? Ad Arzachena c’è la vegetazione che caratterizza tutte le coste del Mediterraneo e che comunemente chiamiamo macchia mediterranea. La macchia mediterranea costituisce un’associazione vegetale ricca di specie diverse che rappresentano un’elevata biodiversità. Con le sue piante aromatiche e profumate quali leccio, olivastro, corbezzolo, lentisco, carrubo, mirto, quercia da sughero, la macchia mediterranea rappresenta il nostro bosco e in ogni stagione dell’anno regala colori, profumi e sapori. Fra le specie vegetali presenti ad Arzachena, alcune hanno proprietà terapeutiche, ossia contengono delle sostanze che, introdotte nel nostro organismo, possono produrre effetti benefici. Si tratta delle piante officinali, i cui principi attivi, se usati in modo corretto, possono avere un utilizzo medicamentoso, cosmetico o aromatico. Fra le piante officinali, particolare è l’elicriso, che caratterizza l’isola facendo scoprire ai visitatori il “profumo di Sardegna”. Ci sono la lavanda, il mirto, la malva, il corbezzolo. Abbiamo, poi, diversi endemismi che caratterizzano e valorizzano la nostra terra e sono specie protette.
Cosa sappiamo, invece, della fauna? Gli animali sono quelli tipici della macchia mediterranea costiera: cinghiali, volpi, lepri, conigli, upupe, scriccioli, donnole, tartarughe, bisce, lucertole, poiane. Fra i rapaci abbiamo il falco di palude. C’è la tartaruga terrestre, testuggine marginata, che raggiunge notevoli dimensioni ed è una specie protetta; c’è la lucertola di Bedriaga, che è un endemismo sardo-corso e predilige le zone granitiche; un’altra specie endemica è il macaone sardo, una farfalla coloratissima e bellissima. Le scogliere sono il regno delle berte, del marangone dal ciuffo, del gabbiano reale e del raro gabbiano corso. Lo stagno di Salone è un’oasi di biodiversità dove vive una specie (endemica) molto particolare e molto rara, il pollo sultano, un uccello blu con il becco rosso e le zampe rosse.
La seconda parte del libro si intitola La natura nel corso delle stagioni. Come cambia il paesaggio arzachenese, come si trasforma la natura nell’eterno succedersi delle stagioni? Io sono partita dalla primavera perché è la stagione esplosiva dei fiori e dei colori: ovunque ti giri, vedi i colori meravigliosi della macchia mediterranea. C’è il periodo del giallo, quando abbiamo tutte le ginestre in fiore, poi abbiamo il bianco e il rosa del cisto e dell’erica, il rosso dei papaveri, il viola screziato dello zafferano, il viola compatto della lavanda. È una terra colorata, dal verde delle foglie ai fiori dalle tonalità straordinarie. In estate il terreno diventa arido e i fiori si seccano: è la stagione dell’afa, del mare, delle spiagge, la stagione della luce abbagliante. Dopo tutta la vivacità estiva tornano il silenzio, la calma e le piogge. Queste ultime consentono alla natura di rinvigorirsi dopo le torride temperature estive: iniziano a vedersi i primi fiori autunnali, le piante riacquistano l’idratazione persa durante l’estate, inizia la stagione dell’armonia e della serenità. Poi arriva l’inverno, con le temperature fredde, il vento, l’umidità, le giornate corte, le poche ore di luce. È suggestivo e per certi versi surreale passeggiare d’inverno lungo le spiagge deserte, immersi totalmente nella natura. Poi ricomincerà un nuovo ciclo con l’esplosione della primavera.
Ha affermato che il territorio arzachenese ha tutti gli ambienti caratteristici della Sardegna. Qual è il paesaggio che l’affascina di più? Senza dubbio quello granitico. Ho imparato ad osservarlo e a conoscerlo fin da bambina quando, viaggiando sul trenino, oggi verde e turistico, giungevo da Nulvi in Gallura. Il granito l’ho studiato e analizzato durante il corso di studi universitari, completandone la conoscenza con la tesi di laurea. Un mese dopo la discussione della tesi, insieme a mio marito mi sono trasferita nel territorio di Arzachena, un luogo magico dove poter vivere in armonia con la natura che tanto amavo e tanto amo. Tuttora i miei occhi non si saziano mai della meraviglia delle rocce di Gallura così multiformi ed eterogenee, scavate, modellate e plasmate dal vento e dalla pioggia, con i microtafoni che lentamente si aprono, nel corso di milioni di anni, in veri e propri tafoni, grotte di diversa ampiezza che spesso si concatenano tra loro creando degli spettacolari monumenti naturali.
Tra i luoghi descritti nel libro, ce n’è uno che le è particolarmente caro? Sono legata a tutti i luoghi che ho descritto, ma se devo sceglierne uno, il mio pensiero va alla spiaggia del Pevero per la sua particolarità. La sua sabbia chiarissima riflette i raggi del sole; è finissima, arricchita da residui di conchiglie e di posidonia che si mescolano ai granuli dei minerali del granito. Vicino alla battigia l’acqua è cristallina; più in là il colore si declina nelle tonalità del celeste, turchese, azzurro fino al blu cupo. E poi le dune, dolci colline di sabbia rivestite da una vegetazione bassa che si è dovuta adattare a vivere in ambienti molto difficili, poveri d’acqua, ricchi di sale e molto colpiti dal vento e dalle mareggiate. Nel retroduna si trova una pianta molto rara, chiamata “vulneraria barba di Giove”, un arbusto ornamentale molto bello. Non amo frequentare la spiaggia del Pevero nel periodo estivo, quando è sovraccarica di tanti visitatori che la occupano in ogni suo angolo. Amo andarci in primavera, in autunno e in inverno, quando non c’è nessuno. È impagabile la sensazione di pace, serenità e gioia che provo passeggiando da sola lì: si sente solo il suono delle onde sulla spiaggia; nello specchio d’acqua di fronte, dove d’estate si concentrano yacht di ogni tipo e dimensione, non c’è nulla, per cui all’orizzonte si vedono nitidamente le isole dell’arcipelago maddalenino: La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi e Budelli.
In copertina c’è un’immagine della foce del rio San Giovanni, un luogo poco conosciuto anche dagli stessi arzachenesi. Perché ha scelto una foto di questo posto? Con l’Assessore Occhioni e l’editore abbiamo deciso di mettere in copertina un’immagine della foce del rio San Giovanni, un luogo magico al centro del golfo di Arzachena. In questi luoghi nascerà il parco fluviale, per cui abbiamo voluto dare risalto a questo importante ambiente umido che unisce Cannigione ad Arzachena. Il discorso è sempre lo stesso: finora l’attenzione si è concentrata solo sul mare e sulle spiagge; gli altri luoghi di cui parlo nel libro offrono altro e, se valorizzati a dovere, consentirebbero di avere i turisti anche in altre stagioni, non solo in estate.
Quanto è importante oggi coinvolgere le scuole per sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto dell’ambiente e alla tutela delle risorse naturali? È fondamentale. Io ho fatto educazione ambientale in tutta la mia carriera di docente e in tempi in cui di educazione ambientale non si parlava minimamente. Il desiderio di condividere la bellezza della mia terra e di trasmettere l’amore per la natura in cui ero immersa, assieme al bisogno di salvaguardarla, mi ha fatto scegliere il lavoro che forse avevo sempre sognato, quello dell’insegnante. Ho formato ed educato i ragazzi adolescenti della scuola media, ispirandoli ad aprire i loro occhi sul mondo per apprezzare il paradiso in cui, ancora inconsapevoli, vivevano. Ho voluto offrire loro conoscenze e competenze, ma soprattutto passione e amore per il proprio territorio, con il fine ultimo di farli diventare le sentinelle della natura. Gli alunni più sensibili sono rimasti tali, sempre attenti al territorio e ai problemi dell’ambiente, e ora trasmettono tutto ai figli. I ragazzi hanno a cuore questi temi. Mi rendo conto che sono gli adulti ad avere più bisogno di educazione ambientale.
Cosa si augura per il futuro di Arzachena e per la conservazione del suo patrimonio naturalistico? Cercherò sempre di collaborare con il Comune e con l’Assessorato all’Ambiente, in modo che realizzino concreti progetti per la tutela e la conservazione delle preziose risorse del territorio. La nascita del parco fluviale è per me motivo di grande soddisfazione, dal momento che era un progetto nato tanti anni fa con i ragazzi della scuola. Certo, mi rendo conto che gli amministratori devono conciliare l’ambiente con l’economia, essendo questa una zona altamente turistica. Se presteranno più attenzione all’aspetto naturalistico, cercando di salvaguardare le peculiarità che danno valore a questo territorio, Arzachena ne trarrà un grande vantaggio; viceversa, se le sue risorse si lasceranno impoverire fino al degrado, qui non verrà più nessuno. La natura è stata generosa con Arzachena: ha saputo creare le condizioni per permettere uno sviluppo sostenibile di tutto il territorio. Ora sta all’uomo prendersi carico delle proprie azioni, conservando questo equilibro per le generazioni future.
Grazie! ☺️