La lirica “L’AMORE BRUCIA I CONFINI”, di Cristoforo Puddu, è stata esposta, stampata in un tondo da 1 metro, al Centro Culturale La Vetreria di Pirri (CA) con le opere d’arte dei massimi rappresentanti sardi della pittura, scultura e fotografia .
Il progetto, con spirito umanitario per sensibilizzare al messaggio di confronto collettivo e senza frontiere “NO WAR”, da costruire con i segni della bellezza e valori della pace, è stato ideato e curato da Eugenia Cervello, Presidentessa dell’Associazione Culturale “LUMEN”, Centro Studi e Ricerca sulle tematiche innovative di Comunicazione per la gestione positiva dei conflitti psico-sociali.
Alla mostra di Arte e Letteratura, “Bunker: le lacrime degli innocenti. Frontiere – dalla linea rossa a una linea neutra come premessa del confronto con la diversità”, hanno esposto Ilaria Biancacci, Mario Biancacci, Nicoletta Brocchi, Michela Capra, Rita Careddu, Monica Barbara Carta, Iolanda Cesare, Nietta Condemi De Felice, Maria Conte, Veronica Cosseddu, Pietro Costa, Patrizia Crisponi, Salvo Deiana, Serena Fazio, Giuseppe Manca, Marzia Masala, Massimiliano Mellino, Rosetta Murru (artista che con l’opera “Ritmi musicali” rappresenta la Sardegna alla Dodicesima Biennale di Roma, la cui premiazione dei vincitori è prevista al Campidoglio, Sala della Protomoteca del Comune di Roma), Serafina Olianas, Irene Piccinnu, Valerio Piga, Pietro Paolo Piredda, Sabrina Salis, Maria Rita Sanna, Domenico Satta e l’artista ucraino Vasyl Lyalyuk con l’opera “Dolore” (Digital Art, giclèè su tela).
L’AMORE BRUCIA I CONFINI
L’amore brucia i confini
e culla l’innocenza
nella speranza silenziosa
di brandelli da ricomporre
nel mosaico dei cuori;
mute invocazioni a preghiera
lacerano l’immenso
tra verità contraddette
e azioni rivelatrici
di archi tesi e protesi
a sfida sulla soglia…
attimi mai trascorsi
– già dimentichi di ieri
senza oggi e domani –
avvinghiano il tempo
nella vita fuggevole
di sorriso che affratella
l’eterno andare del mondo.
La saggezza effimera dell’uomo
tra frammenti mortali di gloria
si dimostra violenta antinomia
al dolore e pianto combattivo
di un popolo fiero nella fede
di irrinunciabile radicata libertà
nel coltivo di bellezza e identità.
…Se penso ai nuovi Cristi
mi si spezza un fremito di canto!..
E l’incertezza di scogli perenni
hanno orizzonte in un’Isola
e nell’accoglienza di un nido
che profuma di mare e lentisco
mentre la luce del sole
riempie raggiante il giorno
nell’equilibrio di linee-valori
segnati dal ciclo delle stagioni
e di salvifica pioggia divina.
Ali invitanti si popolano
di case custodite lontane:
i ricordi affiorano a speranza
negli occhi e nei cuori ucraini
di donne di madri e bambini.
(Le mie sono solo parole…
raggiungibili e afferrabili
se l’udito dell’anima
si purifica sconfinando d’amore
– sul filo dell’orizzonte
rovente di esplicito male –
tra lacrime d’innocenza
a pronunciabile senso di verità
e lascito-traccia di umanità
quando l’intero tempo
fuori dall’uomo si adagia.)
…una poesia che è respiro di chi vive un’ultima speranza, ultima ancora a vite sprecate, perdute, abusate e inferni trascorsi in un tempo che l’uomo poteva impiegare al bello della vita. L’isola come luogo staccato dall’inferno , lontana, che dona sicurezza e certezza in una rinascita…quell’isola lontana che è in ognuno di noi, dove trovare riparo e vivere nuovamente l’alba.
Complimenti!!
La sensibilità poetica di Cristoforo Puddu riesce a penetrare i cuori feriti dei Cristi sofferenti di oggi e riesce a mostrarceli in città la sua crudezza e forza espressiva. Ammiro il poeta.
Ammirevole Cristoforo come sempre ❤️