
di CARMEN SALIS
Roberto Brughitta, scrittore cagliaritano, narra la vita che le piccole api svolgono all’interno dell’alveare, con l’intento di focalizzare l’attenzione sui temi legati all’ambiente.
Roberto, sei sempre attento ai temi legati alla sostenibilità. Questa non è la prima iniziativa di cui ti fai promotore. Penso sia arrivato il tempo che anche i più scettici sull’argomento siano diventati attenti loro malgrado. Ormai è sotto gli occhi di tutti quello che l’uomo è riuscito a causare in questi ultimi decenni. La terra, il mare e addirittura lo spazio, sono pieni di rifiuti. Le deforestazioni e l’inquinamento atmosferico stanno da anni modificando il clima e le conseguenze le sentiamo e le vediamo ogni giorno nei vari telegiornali. Non sono certo io che potrò cambiare le cose, ma se “io” diventa “noi” allora forse potremmo riuscirci. Per fortuna non sono l’unico che promuove iniziative di questo tipo, e per fortuna le scuole sono aperte a chi propone di trattare con gli alunni queste tematiche.
I bambini: partire da loro per arrivare agli adulti? Certo, l’educazione da sempre parte dai più piccoli. La scuola non faceva che continuare un lavoro iniziato in famiglia per poi gradualmente aggiungere l’istruzione. I genitori insegnavano le regole base comportamentali, mentre i nonni tramandavano l’esperienza. In questa esperienza era compresa l’arte di arrangiarsi a eseguire piccoli lavori, l’avere rispetto per le persone più grandi ma soprattutto il fatto che nulla va sprecato, in particolar modo il cibo. Abbiamo consegnato ai più piccoli un mondo sporco e, girando per le varie scuole, mi sono reso conto che sono loro che stanno insegnando a noi adulti come comportarci, visto che sono nati con la differenziata, mentre a noi è piombata addosso improvvisamente.
Un linguaggio semplice e diretto che si avvale d’illustrazioni altrettanto chiare e colorate. Perché arrivi il messaggio agli alunni delle scuole primarie, il linguaggio deve essere il più semplice possibile. Naturalmente non basta, la storia deve essere interessante così come lo devono essere i personaggi. Se doveste scegliere un regalo tra due edizioni dello stesso libro di fiabe, scegliereste quello illustrato da meravigliosi disegni a colori o quello con la sola storia? Se avete risposto come penso, avrete anche capito del perché in ogni mio libro o libretto destinato ai più piccoli mi avvalgo di collaboratori che usano la matita in modo eccellente. I precedenti racconti li ha illustrati magistralmente Giuseppe Pisano, mentre per quest’ultimo ho avuto la fortuna di imbattermi in Alice Roggeri che, dopo aver letto attentamente il testo, mi ha omaggiato dei suoi meravigliosi disegni che rendono “La danza di Mebia” un piccolo capolavoro colorato.
Il mondo delle api, a loro è legato il nostro futuro. Ho deciso di scrivere questo libretto circa due anni fa, quando in un servizio televisivo appresi della moria delle api e di quello che sarebbe successo se queste fossero scomparse. Rimasi scioccato, come accade ai bambini ma anche alle loro maestre quando ne parlo durante gli incontri. Solitamente si tende a pensare solo alla frutta, invece sparirebbe, insieme a centinaia di altri prodotti, anche la carne e il latte in quanto ovini e bovini si nutrono di frumento che chiaramente può esistere solo grazie alle api. L’intelligenza delle api poi mi ha entusiasmato. Loro cercano il polline e il nettare, poi rientrano nell’alveare e tramite una danza particolare riescono a comunicare all’intero alveare a che distanza si trova il prato in questione, quanto polline troveranno e in che direzione rispetto al solo le api dovranno volare. Invito tutti a cercare sul web come è organizzato un alveare, solo così si può capire del perché 130 milioni di anni fa le api, come i dinosauri, già abitavano il pianeta terra, ma solo loro sono arrivate ai giorni nostri.
Tu scrivi, per parlare delle problematiche legate alla natura e alla sua tutela, noi cosa potremmo fare? Ascoltare. Ascoltare chi ci mette in guardia sull’uso dei pesticidi. Ascoltare chi ci dice di non buttare i mozziconi di sigaretta in giro perché ci mettono anni a decomporsi, oltre al fatto che sono un segno visivo d’inciviltà. Ascoltare chi ci spiega che l’uso quotidiano indiscriminato che facciamo delle automobili ci porterà verso una catastrofe. Ho notato che in molti paesi un genitore a turno si prende la briga di passare di casa in casa per accompagnare “a piedi” un’intera classe. Queste piccole cose fanno la differenza. Piccole, infatti, mentre le grandi cose le possono fare solo i governi. Piste ciclabili, abbattimento del prezzo delle auto elettriche, eliminazione della plastica. Io non voglio la plastica riciclata, io la plastica non la voglio proprio e questo si può fare tranquillamente. Abbiamo vissuto secoli con il vetro, si può tornare a farlo tranquillamente. Insomma, se ogni comune iniziasse in piccolo a prendere decisioni drastiche, riuscirebbe in breve almeno a fermare questo conto alla rovescia.
Ho realizzato con immenso piacere la storia di Mebia 💓 un onore aver collaborato con Roberto Brughitta.
Grazie, anche da parte di tutte le api.
Bravo Robi