di MARIA VITTORIA DETTOTO
Insegnante di danza, coreografa, direttore artistico, organizzatrice di eventi ed avvocato: tutto questo e molto altro ancora sintetizzato in una donna che ha portato Olbia alla ribalta mondiale. Tutto questo è Mavi Careddu.
Cagliaritana di nascita, a sei anni Mavi si affaccia nel mondo della danza classica, frequentando la prestigiosa scuola che aveva la direzione artistica in mano ad Ines Palladino. Mavi è bella e brava. Tanto che a 14 anni inizia a lavorare a contratto con l’Ente lirico di Cagliari. Pochi anni dopo, apre una sua palestra dove inizia ad insegnare, che gestirà per dieci anni.
L’ amore per suo marito la porta a trasferirsi ad Olbia, dove nel 1994 apre la sua prima palestra.
Attualmente Mavi Careddu gestisce la Stage One in via D’Annunzio ad Olbia, diventata negli anni polo di attrazione per chi vuole imparare la danza classica, quella moderna, l’hip pop, il tip tap, la danza acrobatica e contemporanea, quella dance e jazz.
Ma, la Stage One è anche una scuola dove si insegna il musical, affiliata alla Broadway International Music Academy ed un centro di formazione, grazie all’ausilio di insegnanti preparati sui quali la Careddu può contare.
Da 23 anni Mavi organizza eventi di portata nazionale ed internazionale: la Vetrina coreografica, attraverso la quale ha portato in Sardegna i grandi nomi della danza classica da Carla Fracci ad Ambeta, dando simultaneamente ampio spazio a giovani talenti sconosciuti, la cui ultima esibizione si è tenuta a luglio 2022; i suoi saggi che raccolgono sempre un grande successo di pubblico e di critica e la Dance World Cup Competion, della quale Mavi Careddu è direttore artistico. Quest’ultimo evento di rilievo internazionale, ha portato ad Olbia oltre 1500 artisti tra il 30 giugno ed il 10 luglio 2010, consacrando definitivamente Mavi come professionista di altissimo livello, sotto tutti i punti di vista.
Ma, proprio questo evento, mette a nudo le criticità dell’organizzazione di grandi eventi ad Olbia.
Quali criticità comporta il fatto che ad Olbia non ci sia un teatro quando si organizzano eventi come i suoi? Per diversi anni abbiamo organizzato gli spettacoli e la stessa Dance World Cup Competion nel palazzetto del Geovillage o al cinema di Olbia.Ma, facendo allestimenti importanti e dovendo costruire tutto da zero, non è semplice. Tanto che dopo qualche anno ad Olbia, abbiamo dovuto necessariamente trasferirci a Roma, dove potevamo usufruire di teatri e spazi in modo più agevole. Prima della pandemia sono riuscita ad ottenere una qualificazione internazionale itinerante, che ci avrebbe permesso di organizzare l’evento in diverse città. Poi purtroppo a causa del Covid la cosa è scemata.
Come Associazione prendete dei fondi pubblici? E se si, sono a suo avviso sufficienti? In passato abbiamo preso qualcosa dalla provincia. Adesso prendiamo patrocini e qualche agevolazione quando organizzo ad esempio il saggio estivo a Porto Rotondo. Ma i miei spettacoli sono di fatto autofinanziati attraverso sponsor privati o con la bigliettazione del teatro. Per questo motivo oggi non mi è più possibile portare negli eventi i grandi ospiti che ho portato in passato.
Lei prima ha accennato alla pandemia del coronavirus. Come è cambiato il suo lavoro ed il rapporto con i suoi alunni durante la stessa? Dall’oggi al domani ci siamo trovati a casa. Pensavo restassimo chiusi per poco tempo ed ho da subito cercato un programma per fare lezione nelle case da remoto. Attraverso di esso, sono riuscita a fare lezione nelle case, con grande difficoltà. Ho catturato da subito i bambini piccolissimi. Nella nostra scuola iniziamo ad insegnare danza ai bambini dai tre anni in su. Anche i grandi si collegavano, mentre ho incontrato più difficoltà con i ragazzi giovani, probabilmente perché già passavano molte ore collegati online per la scuola. Nonostante questo, non ho mai mollato la presa. Al secondo round di pandemia, abbiamo lavorato per sette mesi al parco Fausto Noce ad Olbia. Poi nuovamente da remoto. Successivamente abbiamo riaperto e dallo scorso anno abbiamo creato un corso di danza classica, moderna ed hip hop per adulti, oltre agli altri corsi preesistenti, che ha avuto un ottimo riscontro tra i miei allievi.
Il 4 settembre ha avuto modo di partecipare all’evento organizzato da Roberto Bolle a Milano. Che cosa si è portata a casa da quell’esperienza? L’evento è stato organizzato da Roberto Bolle ed insieme a lui in piazza Duomo a Milano era presente anche la prima ballerina del Teatro La Scala di Milano Nicoletta Manni.
La mia scuola è stata scelta tra le cento che in tutta Italia hanno avuto il privilegio di partecipare ad una lezione improvvisata di Bolle. I requisiti per le ballerine per poter partecipare erano di aver compiuto almeno dodici anni di età ed essere a conoscenza di un programma della Scala alla sbarra, almeno al secondo anno. Ho portato con me a Milano dieci allieve ed è stato emozionante vederle esercitarsi pubblicamente davanti a tutti con un grande professionista.
Quali sono i suoi impegni futuri? Il 24 e 25 settembre sarò presente con i miei allievi e le mie allieve all’evento Moove che si svolgerà nel lungomare di Golfo Aranci dalle 10 alle 19.
C’è una domanda che rivolgerebbe a se stessa se fosse un giornalista o qualcosa di lei che vorrebbe dire ai nostri lettori che la gente ancora non conosce? Penso che tutto quello che ho fatto nel mio lavoro, l’ho fatto per passione. La mia famiglia a casa è sempre stata razionale e mi ha consigliato di proseguire gli studi dopo il diploma e laurearmi. Quindi per la prima volta oggi vi dico pubblicamente che non solo sono laureata in Giurisprudenza, ma che quando è nato mio figlio ho sostenuto, passandolo, l’esame per diventare avvocato. Non mi pento assolutamente di aver conseguito questi titoli di studio ed anzi se dovessi dare un consiglio ai giovani che oggi si avvicinano al mondo dell’arte e mollano per questo la scuola, di proseguire gli studi. Nella vita a mio avviso non si arriva mai ed io stessa continuo ogni giorno a cercare qualcosa di nuovo.
Sbaglia chi nella vita crede di essere arrivato, perché in realtà, c’è sempre un margine per migliorarsi e raggiungere nuovi traguardi.