di ROBERTO FINOLI
Era il 2 gennaio 2020 e stavamo, se cosí si puó dire, ancora smaltendo il copioso e fantastico cenone di Capodanno, che trascorremmo in uno dei miei ristoranti favoriti alle porte di Cagliari.
La TV era accesa e stavamo sornioni sdraiati nel divano e con mia sorella Rita e la mia compagna Carina si chiacchierava tranquillamente del piú e del meno.
Il TG era in onda e nonostante non lo seguissi attivamente sentii fra le tante notizie del nuovo anno, una che riportava dell´individuazione di un virus proveniente dalla Cina.
Pensai che fosse una delle tante influenze annuali e quindi non diedi peso a questa notizia nonostante venne giá allora presentato come virus altamente contagioso.
Lasciammo Cagliari come sempre a malincuore per ritornare in Svezia dove il lavoro e le attivitá quotidiane sarebbero ripresi dopo pochi giorni. Non potevo immaginare che quella sarebbe stata l´ultima volta che mettessi piede in Sardegna ed anche fuori dalla mia nazione di residenza.
Con le settimane la situazione si aggravava sempre piú, inizialmente in Italia ma come sappiamo in tutto il mondo. La pandemia era in atto.
Avevamo giá iniziato a pianificare le nostre vacanze estive ma col tempo capimmo che forse per la prima volta dopo 32 anni non saremmo potuti partire per l´Italia e nemmeno uscire dai confini svedesi.
Carina ed io abbiamo sempre fatto vacanze in modo, come dire, attivo. Ovviamente ci piace anche rilassarci, stare in spiaggia e goderci il sole, ma non per un´intera vacanza!
I piani per l´estate 2020 consistevano di fare un pó di Alpi, vie ferrate e dopo un po´ di relax in Sardegna.
Ho sempre amato le montagne e mi é sempre piaciuto salirci sopra! Negli ultimi anni ho fatto diverse ascese in Svezia, Norvegia, in Europa, nelle Dolomiti, il Monte Bianco, il Kilimanjaro e diverse altre.
Che fare? Per caso entrai in un sito che riportava la lista ed anche le coordinate di tutti i punti piú alti di tutte le regioni (län) e le comunitá paesaaggistiche (landskap) della Svezia.
Mi si accese una lampadina e decisi di iniziare e portare avanti un progetto e cioé di salire su tutti questi punti! Sono 33 e sparsi ovviamente in tutto il territorio svedese che é circa una volta e mezzo piú esteso dell´Italia isole comprese.
Un progetto ambizioso! Non posi nessuna data di fine missione ed iniziammo ad aprile quando ormai la pandemia stava seminando morte in tutto il mondo.
Iniziammo con Carina e durante i week end salimmo nei punti a noi piú vicini. Noi viviamo in Skåne nel sud del paese. Coprimmo il sud della Svezia tra aprile e maggio con visite anche di parchi nazionali e riserve naturali in vicinanza dei punti da raggiungere.
I trekking e le passeggiate nella natura svedese ci riempivano di gioia e ci facevano dimenticare del brutto periodo che il mondo stava passando.
Per il mese di giugno e parte di luglio trascorremo quasi venti giorni nella Svezia centrale. In diversi campeggi, bungalows, b&b e piccoli hotel e facemmo un belllissimo viaggio itinerante riuscendo a salire anche sul punto piú alto nella regione di Dalarna dove la catena dei monti svedesi confinanti con la Norvegia ha inizio nella parte sud (Skanderna).
Le vacanze estive finirono per Carina cosicché rientrammo in Skåne. Invece io ero ancora libero dal lavoro e decisi di ripartire e portare avanti il progetto. Cosí a metá luglio caricai nuovamente zaino, scarponi e tenda monoposto e partíi nuovamente verso nord.
Fu una bella esperienza e anche diversa. Fare tutto da solo come pianificare, campeggiare, prepararsi da mangiare e trovare i punti spesso solo con bussola e cartina fu veramente entusiasmante ed eccitante! L´ultimo punto previsto per quel periodo era la salita al Vitberget nel Norrbotten. Una montagna facile. Purtroppo lessi la carta forse in modo veloce e presi un sentiero sbagliato. La traccia diminuiva sempre piú e alla fine il sentiero sparí.
Continuai a salire convinto che anche con l´altimetro avrei trovato la cima. Nel mentre le zanzare a migliaia mi torturavano e quando arrivai nel punto piú alto capií che avevo sbagliato via. le zanzare mi rendevano sempre piú nervoso e senza traccia feci retro-front ma senza ritrovare i miei passi. Le prime abitazioni si trovavano ad un raggio di non meno di 15 km. A quel punto andai avanti solo con bussola e cartina non molto dettagliata.
Sudato e praticamente divorato dalle zanzare riuscii a tornare alla macchina. Molto arrabbiato e deluso feci rotta verso sud, mi aspettavano 1500 km di guida.
In autunno salimmo sulle due isole di Öland e Gotland. Isole molto belle e piene di storia.
A quel punto mi mancavano 4 punti per completare il progetto. Tre di queste sono vere e proprie montagne alpine e l´ultima nuovamente il Vitberget!
Il covid ritornó, nell´inverno successivo, a rinvigorirsi con la variante Delta. Ancora una volta forse avremmo dovuto rinunciare per sicurezza ad un viaggio verso il sud Europa e in Sardegna.
A quel punto non si poteva che portare il progetto a conclusione! Cosí nel mese di luglio 2021 ripuntammo a nord verso le montagne svedesi. Fu un´esperienza di trekking e natura meravigliosa. Le montagne svedesi (Fjällen) meritano veramente di essere visitate. La catena che in pratica consiste in un massiggio montuoso lunghissimo (oltre mille km) e che segna proprio lo spartiacque fra Norvegia e Svezia offre panorami tipici della selvaggia natura della Scandinavia. Seppur diversa dall´orografia della Norvegia, le montagne svedesi hanno un fascino particolare.
Oltrettutto non c´é la pressione umana che si ritrova per esempio nelle Alpi e le lunghissime giornate col sole che splende fino alle 10 di sera rendono meno stressante i trekking e le scalate.
La prima montagna nello Jämtland consiste in un enorme sperone roccioso il Sylen. Dopo un trekking di 16 km arrivammo al rifugio omonimo dove passammo la notte. La montagna é divisa nel Piccolo Sylen e il Grande Sylen. Ancora con l´interpretazione della carta decisi di prendere la parte meno difficoltosa salendo prima nel Piccolo Sylen. Scalammo il piccolo Sylen evitando piccoli nevai perché non portammo i ramponi e cosí la salita si riveló interminabile! Una volta scalato il Piccolo Sylen scendemmo attraverso la cresta che ci portó alla base del Grande Sylen. Carina decise di fermarsi lí in quanto le sue energie iniziavano a scarseggiare. Cosí scalai il Grande Sylen. Una vera e propria arrampicata veramente appagante. Una volta in cima si godeva di grandiosi panorami sia verso il versante norvegese che quello svedese. Ne valeva la pena!
La seconda montagna nell´ Härjedalen consiste in una salita ad una monte con la forma di un vulcano con al centro un ghiacciaio che purtroppo diminuisce di anno in anno. Il trekking viene descritto come uno dei dieci trekking di mountering (cioe di salite alle montagne) piú belli del mondo, secondo il National Geographic. É infatti un giro bellissimo poi completato col pernottamento al rifugio alla base della montagna. Non dimenticheremo la degustazione dei cibi locali come il prelibato stufato con carne di renna.
La terza montagna di tipo alpino fu la Norra Sytertoppen. Ci dirigemmo ancora piú a nord (circa 600 km di strada) per la base della prossima avventura. Nella localitá sciistica/alpina di Hemavan ci prendemmo un giorno di pausa e relax. Da qui parte il grande trekking del nord Svezia, la Kungsleden (La via del re), 300 km di sentiero tra le spettacolari valli glaciali scandinave.
Partimmo per un corto trekking di 8 km ed arrivammo nel rifugio Syterskalstugan. Questo rifugio é assolutamente ”ecologico”. L´energia elettrica viene dal fotovoltaico, l´acqua si prende dal vicino torrente e le stufe e cucine sono a legna e gas, le toilette sono a fossa e la doccia si fa con acqua riscaldata nella stufa.
Dopo una piccola pausa e ridimensionamento dello zaino (alleggerito…) iniziai la scalata. C´erano da scalare oltre mille metri di dislivello! La fatica si faceva sentire ma veniva decisamente ridimensionata grazie alle magnifiche vedute di cui si godeva durate tutta l´ascesa. Durante quasi tutta la scalata si poteva vedere il rifugio che man mano diventava sempre piú piccolo e insignificante all´interno della valle glaciale.
La cima consisteva in uno sperone che si affacciava a strapiombo verso laghi ghiacciati e paesaggi senza vederne la fine. Indimenticabile!
Rientrai verso le sette di sera e la mia cara compagna mi conservó un´ottima birra rinfrescata dal vicino torrente!
Passamo la notte e il giorno dopo al rifugio, la valle fu colpita da una drammatica tempesta di vento e pioggia godibilissima dietro le finestre del rifugio e riscaldati dal camino sempre acceso.
Ora ci mancava solo l´ultima cima, la mia incompiuta Vitberget! Ci recammo il giorno dopo nel Norrbotten e decidemmo di farci il premio di pernottare in un lussuoso albergo col balcone su una delle rapide piú imponenti di queste regioni la Storforsen.
Il giorno dopo fu la volta dell´ultimo high point. Sapevo bene ora quale fosse il sentiero da prendere ed attrezzati di giacche a rete antizanzare e diverse creme. Arrivammo in un paio di ore alla cima dove si trova anche una baracca adibita anche a rifugio invernale per chi arriva qui con i gatti delle nevi.
Insomma in poco piú di un anno riuscimmo a portare a termine questo ambizioso progetto.
Misi il resoconto sul gruppo Facebook sui trekking in Svezia. Il riscontro fu molto grande e capii che forse avevo ultimato qualcosa di inusuale se non unico. Da allora venni contattato da diversi giornali e periodici svedesi ed anche la radio nazionale e locale mi intervistó in diretta sull´impresa! Non so quanti svedesi hanno compiuto questo progetto ma sono quasi sicuro che forse sono stato l´unico sardo!
PS Il Kebnekaise é la montagna piú alta in Svezia é si trova nel nord del paese oltre il circolo polare artico ed é alta 2104m, io la scalai nel 2012 e Tottus in Pari pubblicó anche allora il mio racconto sull´ascesa.
Ora sarebbe anche il caso di ritentare il Monte Lattias
Complimenti Roberto e Carina siete fortissimi, una bella coppia che condivide anche la stessa bella passione per il trekking. Io ho avuto il grande piacere di fare con voi delle belle passeggiate e un favoloso cammino.. Alle prossime esperienze insieme
grandissimi, tanta sana invidia. speriamo di farne tante altre assieme