“Cin SpA ha depositato al Tribunale di Milano, una domanda in continuità” e prevede “la vendita di alcuni asset”. Lo fa sapere la stessa compagnia di navigazione in una nota nella quale conferma la richiesta di concordato per evitare il fallimento.
Il piano, secondo il vettore, “assicura le migliori condizioni per il rilancio dell’impresa, il mantenimento dei servizi ai clienti, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto in un settore, quello marittimo, tra i più colpiti dalla crisi Covid-19, superata dalla compagnia grazie ad un business solido ed in crescita”.
“Il piano – prosegue la nota della compagnia marittima -, si basa sulla continuità aziendale, sul mantenimento dei posti di lavoro e delle rotte non prevedendo inoltre alcun tipo di contributo pubblico da convenzioni ma operando sempre in regime di libero mercato, tutto ciò anche in considerazione dei positivi risultati registrati nell’ultimo anno e dell’attuale trend ben al di sopra delle aspettative”. A fronte del mancato accordo, Cin “ringrazia il 95 per cento dei fornitori che, dando fiducia, avevano sottoscritto accordi con la Compagnia e anche Europa Investimenti per il supporto”. “Il presupposto del piano di risanamento proposto si basa su un rigoroso piano di azioni posto in essere dal management nell’ultimo anno, che – conclude il vettore – ha previsto una serie di misure per il contenimento dei costi, l’incremento delle quote di mercato e dei ricavi e la dismissione di alcune rotte non ‘core’ per la compagnia ed ha così creato le condizioni per la presentazione ai creditori di un piano solido e sostenibile”.
La notizia della richiesta al Tribunale di Milano di Tirrenia-Cin per il concordato “in continuità” genera nella Uiltrasporti “ancora più incertezza in questa vertenza”. “Non abbiamo chiarezza di cosa l’azienda stia facendo ufficialmente nè di quanto si voglia fare nel complesso perché manca un tavolo istituzionale – dice il segretario generale della Uiltrasporti della Sardegna William Zonca – a noi questo genera una forte preoccupazione per la tutela dell’occupazione: ricordiamo che i dipendenti che svolgono i servizi di Tirrenia e Moby non hanno prospettive certe e non hanno garanzie. Certo i servizi continueranno ad essere erogati secondo le necessità da e per l’Isola quando arriverà l’estate perché abbiamo anche altre compagnie che li esercitano ma a noi serve una costante programmazione che garantisca la certezza degli spostamenti da e per la Sardegna”. per questo motivo la Uiltrasporti sollecita “un tavolo istituzionale immediato e un tavolo aziendale “per valutare le ricadute su tutti questi aspetti”.
In attesa dell’esito della decisione del tribunale milanese e dopo la notizia che la compagnia Cin Tirrenia ha depositato ulteriore documentazione per poter operare in continuità evitando il fallimento, il segretario generale Filt Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu auspica che “la ricostituzione del debito venga accolta per una serie di oggettive ragioni”. “La prima, per ordine di importanza- dice – è che gli oltre 6.000 lavoratori e rispettive famiglie non si troverebbero dall’oggi al domani senza un lavoro e senza un reddito. Le altre ragioni ugualmente importanti sono legate alla garanzia dei collegamenti da e per la Sardegna nonché alla garanzia per tutti i creditori del gruppo Cin Tirrenia, che in questi anni hanno fornito alla compagnia di navigazione beni e servizi, la possibilità di recuperare 80% del loro credito”. Il leader sindacale, tuttavia, rimane in attesa di poter conoscere nel dettaglio “di quali asset la compagnia intenda privarsi. Infatti, solo per fare un esempio, in Sardegna oltre 130 lavoratori operano in una apposita divisione rimorchiatori del gruppo Moby da moltissimi anni e con grande professionalità”. Boeddu non vorrebbe che “questa fondamentale parte della compagnia venisse venduta senza avere la certezza che verranno garantiti tutti i livelli occupazionali e di reddito sino ad ora espressi nella nostra isola”.
“L’ultima puntata della vicenda che vede Tirrenia davanti allo spettro del fallimento e parrebbe che l’armatore abbia presentato al giudice di Milano un nuovo progetto organizzativo che porterebbe ad un rientro del debito anche se di percentuali abbastanza ridotte per i creditori: il problema sta in capo ai seimila lavoratori che permangono in uno stato di incertezza e anche per i collegamenti marittima da e per la Sardegna”. E’ quanto dice Ignazio Lai, segretario generale Fit Cisl Sardegna. “Non possiamo stare in una situazione di incertezza e speriamo che ci sia a breve la decisione da parte del tribunale – aggiunge – e che ci sia una situazione garantista per i lavoratori e per i sardi”.