di FEDERICA CABRAS
“Che cos’è la felicità? È l’illusione che il momento perfetto possa durare tutta la vita. Javier ha giurato di voler passare il resto dei suoi giorni a rendermi felice, ma non ha mantenuto la promessa.”
Siamo nel 1527 a Roma, il 6 maggio precisamente, e una battaglia furiosa e senza scampo sta per imperversare, sta per scuotere la città, sta per abbattersi sui cittadini. Kaspar vorrebbe tanto mettere al sicuro la sua Lena, il suo dolce e unico amore. Ma manca il tempo… ecco, non c’è più tempo. E la salvezza sembra lontana anni luce dai due innamorati, da quell’abominio, dal sangue che scorrerà a fiumi. Dalle mura della città. Da un ragazzo e una ragazza che si sono giurati amore eterno. Dalla pace dell’animo, perché non c’è speranza nelle armi. Mai.
E poi, boom!, la scena cambia. Siamo nel 2015 in Andalusia. Javier è alla guida della sua Pontiac GTO ’69 nuova fiammante. Sta andando a casa sua e, sì, calca un pochino sull’acceleratore. Deve tornare in fretta dalla sua famiglia, non vede l’ora di abbracciare la sua bella moglie Isabel, la figlia Luz, i suoi amati genitori e la sorella Dulcina. È il compleanno di sua madre e sono tutti riuniti nella tenuta di famiglia ad attenderlo con ansia. Ma l’uomo non arriverà mai a quella festa. Nel tentativo di evitare un cane, finito improvvisamente sulla carreggiata, si schianterà con la sua auto su un pino. Violentemente. Irrimediabilmente. E sarà solo l’inizio perché talvolta vita – quella di prima, intendo – o morte non sono le sole opportunità dopo un incidente simile.
“«Il 21 dicembre è il solstizio d’inverno.» Il pensiero mi sfugge a voce alta, come se l’informazione possa essere in qualche modo utile al racconto. «Esatto. Quando il sole fermo precipita nella fredda oscurità, per poi rinascere a nuova vita, più forte e invincibile di prima.»”
Avete mai sentito parlare di reminiscenza? Esistenze che tornano, reincarnazione, ricordi che sbucano nella mente e che non sono propriamente nostri – sebbene, in una certa misura, lo siano –?
Dopo dieci mesi trascorsi in una situazione di stallo, con Javier in vita ma che brama un’altra donna e rammenta un’altra vita – guardando al presente come fosse una maledizione –, Isabel decide di fidarsi del dottor Pellegrini, neuropsichiatra arrivato direttamente dall’Italia. Il medico ha dedicato l’intera sua esistenza allo studio e alla ricerca di vite passate e, dopo aver letto sui giornali quel che è accaduto, be’, si convince che ci sia un legame con un altro caso. Un caso che, per l’appunto, ha avuto il piacere di studiare. Una situazione complessa… ma semplice, se la si guarda con la ferma convinzione che l’amore sia in grado di superare tutto e di vincere sempre.
Vanessa Roggeri ci trasporta in un viaggio che comprende Spagna, Francia e Italia. Tra presente e passato. Tra arte e memorie. Tra amori eterni e altri che sono destinati a finire.
“Si era convinto che con lo schianto dell’auto una parte importante dentro di lui si fosse spezzata; un’invisibile incrinatura lo divideva in due, mantenendolo in bilico tra un prima e un dopo che non trovavano soluzione. «Sono come un crepuscolo che non sorge e non muore» si era detto i primi tempi, certo che sarebbe impazzito. Sempre se non fosse già pazzo, del resto i pazzi non sanno di esserlo.”
Quello della Roggeri è stato un ritorno col botto.
In questa storia c’è sia la potenza dell’amore, capace di tutto – di curare, di ferire, di rinascere dalle ceneri di una morte ingiusta e di brillare come oro al sole –, ma c’è anche quella del perdono. Sulla copertina, campeggia una frase. Mi ha colpita, forse perché è sempre facile predicare ma quando si tratta di razzolare non sempre si segue la retta via.
“Se ami qualcuno, lascialo libero.”
Sì, perché l’amore, quello vero, è anche questo. Lasciar andare. Voltare pagina. Dire addio. Sentirsi benedetti per i ricordi belli costruiti accanto a una persona ma poi – e magari con qualche lacrima ma scevri da rimpianti – mettere un piede di fronte all’altro per renderla libera, qualora lo voglia. Anche quando il cuore si spezza, anche quando non si sa se quel che è stato potrà dimenticare – che poi, di fatto, fare tabula rasa non è mai la soluzione, semmai lo è far tesoro delle cose belle e proseguire –, anche quando gli occhi sono più lucidi dei sogni. L’amore non è possessivo, non è di circostanza, non può essere alimentato da una fiamma sola. Non si nutre di abitudine né di passato. L’amore è futuro. E l’amore è comprensione. Ah, amore è anche volersi bene e smettere di rincorrere qualcosa che non esiste più.
“La bacia, piange e ride nello stesso tempo. Non si tratta semplicemente di labbra che si toccano: è una venerazione, un bisogno simile alla droga, un’esplosione di passione che in vita mia sono sicura di non aver mai provato In un istante sono morta mille volte.”
Immergersi tra le righe di questo nuovo capolavoro della Roggeri è semplice e difficile al tempo stesso. Semplice perché la sua scrittura è fluida, magnetica. Difficile perché… Correte a leggerlo e lo scoprirete.
Che poi, spesso, è solo questione di destino. E di disegni grandi che racchiudono ogni nostra azione, anche.
GRAZIE! GRAZIE! E ancora GRAZIE infinite! La prima recensione ufficiale è una delizia! 💗💓💕
Un libro ben scritto e con un tema particolare.
Acquistato e letto! Bellissimo
Questi giorni passo in libreria
Leggetelo!, fatevi questo regalo… un bellissimo libro. Una scrittrice di elevato talento che adoro. 🌹
Che bella recensione, invoglia a saperne di più, a immergersi nella lettura!