riferisce MARIA ANTONIETTA ALIVESI
Lunedì 17 Maggio, il Comitato Alghero per Punta Giglio organizza un presidio in difesa di Punta Giglio, per richiedere il blocco immediato dei lavori del progetto “Rifugio di Mare”, iniziati lo scorso marzo nelle strutture della ex Batteria SR413 situate all’interno di un sito a tutela assoluta, con vincoli speciali ambientali SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone Speciali di Conservazione) della rete ecologica Natura2000, istituita dall’Unione Europea per la conservazione degli Habitat naturali e delle biodiversità.
L’iniziativa si svolgerà nella piazza di Porta Terra, ad Alghero, nel rispetto delle disposizioni anticovid per garantire la sicurezza degli organizzatori e dei partecipanti.
Dalle 10 alle 19 le attiviste e gli attivisti del comitato, saranno presenti con materiale informativo e raccolta firme per chiedere al Sindaco di Alghero, e alle altre istituzioni responsabili della tutela dell’ambiente e del paesaggio, di fermare i lavori e liberare Punta Giglio. Dalle 17 in poi si terrà una discussione pubblica al quale parteciperanno rappresentanti del comitato e delle associazioni ambientaliste.
Per l’occasione il comitato rinnova l’invito alla protesta pacifica, nonviolenta e creativa – come sta avvenendo con le lenzuola colorate fuori dalle finestre e dai balconi e con i tanti contributi artistici giunti da tutto il mondo – e prende le distanze da qualsiasi forma estrema di dissenso, azione offensiva e strumentalizzazione politica. La partecipazione a questa causa deve essere condotta con gli strumenti della conoscenza e guidata dal rispetto delle leggi e dalla tutela del Bene Comune, priva di qualsiasi considerazione che non sia tratta dalla esclusiva, e obiettiva, lettura degli atti e dei documenti ufficiali.
Fin dall’inizio dei lavori a Punta Giglio, si è costituito un comitato spontaneo trasversale, per informare e sensibilizzare tutti i cittadini (che mai sono stati informati e resi partecipi di quanto si stava progettando) e promuovere insieme a loro azioni legali e pacifiche che possano servire alla causa. Al comitato hanno aderito formalmente diverse centinaia di persone, la petizione online ad oggi ha raggiunto quasi 5.000 firme, mentre il gruppo Facebook è seguito e animato da oltre 7.000 persone che, dall’apertura ad oggi, esprimono contrarietà al progetto e cercano di partecipare in maniera costruttiva e propositiva al dibattito, postando idee, riflessioni, ricordi, articoli, foto, disegni, poesie, critiche, richieste e suggerimenti, sulla vicenda e sulla mobilitazione.
Occorre una mobilitazione popolare ampia che reagisca con fermezza davanti a questa inaccettabile interpretazione delle regole, fortemente irrispettosa per la nostra terra.