LE ZONE UMIDE DELLA SARDEGNA COME ARGINE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI: “MARISTANIS”, IL PROGETTO PILOTA DI TUTELA DELLA BIODIVERSITA’

di MARIA GRAZIA MARILOTTI

Un progetto di rete per la tutela e sviluppo sostenibile di uno dei più importanti sistemi di zone umide del Mediterraneo. La Sardegna vanta un progetto di cooperazione internazionale innovativo: Maristanis.

Coordinato dalla Fondazione Medsea di Cagliari guidata da Alessio Satta, cofinanziato dalla svizzera Mava Foundation. Dal 2017 si occupa di proteggere e valorizzare gli 8mila ettari di zone umide da Capo Mannu alla laguna di Marceddì, a cui si aggiungono i 267 km dell’Area marina protetta del Sinis.

L’Oristanese custodisce infatti un ecosistema dal valore inestimabile, straordinario bacino di biodiversità. Sul Golfo di Oristano si affacciano ben sei siti protetti dalla Convenzione Ramsar, l’accordo internazionale per la tutela delle zone umide firmato nel 1971: gli Stagni di Sale ‘e Porcus, Mistras, Cabras, Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S’Ittiri- Marceddì – San Giovanni. Habitat per specie vegetali di notevole pregio e oltre un centinaio di uccelli, tra cui alcuni a rischio estinzione come il Fratino e specie rare come l’Airone rosso, Tarabusino e Pollo sultano.

Una visione sostenibile ad ampio raggio, non solo con l’obiettivo di proteggere flora e fauna e le “terre d’acqua” ma valorizzare le peculiarità artistiche, culturali, sociali, paesaggistiche, “Le energie profonde di una terra da millenni al centro della storia Mediterranea”, ha sottolineato Tobias Salathè, rappresentante Ramsar Europa, in occasione della firma del più recente accordo sottoscritto sempre nell’ ambito del progetto Maristanis da 10 Comuni, Regione Sardegna, Provincia di Oristano, Consorzio di Bonifica dell’Oristanese. “Oggi Maristanis ha preso corpo ed è diventato un modello per tutto il Mediterraneo per dimostrare che le zone umide sono essenziali per il nostro pianeta anche per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici”, spiega Alessio Satta. Tra gli interventi, educazione ambientale, piantumazione delle praterie di posidonia, progetti di agricoltura di precisione con sistemi di monitoraggio all’avanguardia. Ancora, sostegno a imprese innovative nei settori della pesca, artigianato, turismo, cultura, agroalimentare. Sempre sul fronte della riduzione degli sprechi idrici le strutture ricettive aderenti al progetto controllano attraverso due app, apparecchi e consumi.

C’è poi il progetto in collaborazione con Niedditas sul riuso dei gusci dei mitili per la costruzione di isolotti artificiali allo stagno di Corru Mannu per sostenere l’insediamento e la nidificazione di alcune specie di uccelli. Ancora, iniziative di raccolta straordinaria di plastiche accumulate nei fondali marini oltre che nelle spiagge.

Maristanis volge lo sguardo all’antica arte dell’intreccio, lavorazione tipica delle economie degli stagni con la piantumazione del Giunco destinato agli artigiani per la creazione dei manufatti. Per preservare quest’arte perduta. A San Vero Milis, un tempo centro d’eccellenza per l’arte dell’intreccio, sono rimasti pochissimi artigiani, custodi di questa antica sapienza.

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