Questo sito ha dato notizia della recente pubblicazione, in collegamento con il quotidiano di Sassari “La Nuova Sardegna”, dei tre volumi di Giacomo Serreli intitolati “Boghes e Sonos. Musica in Sardegna 1960 – 2020”: si veda al link
L’autore spiega che «l’opera amplia e aggiorna i contenuti di precedenti lavori editi con il titolo di “Sardegna rock” nel 1991 e nel 1994 e di “Boghes e Sonos”, in 2 volumi di 800 pagine, nel 2003» e precisa che «una trattazione particolare è rivolta al mondo dell’emigrazione musicale sarda: sono censiti tra le 1750 schede molti artisti e gruppi che operano nella penisola e all’estero e a questo settore è dedicato uno dei saggi introduttivi dell’opera».
Un’ampia scheda è dedicata al cantautore sardo-pavese Antonio Carta, nato a Mores nel 1962, emigrato nel 1968 con l’intera numerosa famiglia in Oltrepò pavese. Qui è avvenuto l’incontro con un collaboratore storico di questo sito, Paolo Pulina (nato a Ploaghe nel 1948; emigrato nell’autunno 1967 a Milano e poi trasferitosi nel 1974 in Oltrepò pavese). Pulina e Carta hanno voluto far rivivere la lingua logudorese in canzoni create nel loro, ormai pluridecennale, ambiente di adozione.
Scrive Serreli, nel contesto della scheda riservata al musicista Carta: «Dal contatto con un altro emigrato isolano, Paolo Pulina, originario di Ploaghe e responsabile della comunicazione della F.A.S.I., è nato in questi anni un nuovo progetto legato alla stesura di canzoni con testi in sardo. Si tratta di “Buggerru” sull’eccidio di minatori nel 1904; “Nuraghes e monumentos de Pavia”, che getta un ponte tra Pavia e la Sardegna, accomunate nel problema dello sgretolamento dei loro monumenti: nuraghi da una parte e torri dall’altra; “Sardos semus fintazs nois”, inno che orgogliosamente riafferma l’appartenenza di tutti i suoi figli emigrati all’isola».
Pulina recentemente ha anche tradotto in sardo i versi di due pezzi musicali evergreen: Imagine di John Lennon e La canzone di Marinella di Fabrizio De André. Tutti i testi in sardo (sia gli originali di Pulina sia le sue due traduzioni, una dall’inglese, l’altra dall’italiano) sono stati musicati e cantati da Carta, le cui esecuzioni sono reperibili in YouTube.
Proponiamo il video di Antonio Carta “Nuraghes e monumentos de Pavia” e il testo di Pulina in sardo logudorese e nella traduzione in italiano.
Nuraghes e monumentos de Pavia Ammentende sa ruta de sa turre cívica de Pavia (chenàura 17 martu 1989) Nuraghes in sos millennios si sunu iscovacados in sas campagnas sardas. Turres in sos seculos che sunu faladas in sa tzittade de Pavia. Pedras mannas e antigas in Sardigna e afac’ a su Ticinu sunu lodduradas arruinende, arruinende sas formas monumentales originarias. In Sardigna est fàtzile de no si preoccupare de sos nuraghes chi perdent pedras. Sa ruta est lenta e afac’ a sos nuraghes non b’at pius mancu pastores cun arveghes e anzoneddos. Ma in d’una tzittade istorica est un’atera cantone: sos monumentos sunu leados comente in presone. Sos monumentos salvemus da sa ruina garantende seguresa a sa zente in carrela. Pedras mannas e antigas in Sardigna e afac’ a su Ticinu sunu lodduradas arruinende, arruinende ca su tempus non si frimmat ne in Sardigna ne in Lombardia. | Nuraghi e monumenti di Pavia Ricordando la caduta della torre civica di Pavia (venerdì 17 marzo 1989) Nuraghi nei millenni si sono scoperchiati nelle campagne sarde. Torri nei secoli sono crollate nella città di Pavia. Pietre grandi e antiche in Sardegna e vicino al Ticino sono rotolate rovinando, rovinando le forme monumentali originarie. In Sardegna è facile non preoccuparsi dei nuraghi che perdono pietre. La caduta è lenta e accanto ai nuraghi non ci sono più neanche pastori con pecore e agnellini. Ma in una città storica è un’altra canzone: i monumenti sono presi come in prigione. I monumenti salviamo dalla rovina garantendo sicurezza alla gente in strada. Pietre grandi e antiche in Sardegna e vicino al Ticino sono rotolate rovinando, rovinando perché il tempo non si ferma né in Sardegna né in Lombardia. |
Ejah Ejah Hutalabi ajò! Bell’aberu e grabosa meda in poesia e in sa oche!….azzumai benidi gana de pesare unu ballu tundurock… Mai bos manchede s’arte ei sa poesia a Paulu Pulina e Antoni Carta! Saludos corales antoni gonariu pirisi dae terras de Parma
Grazie molto gentile.
Semplicemente bella!
Grazie, gentilissima