di CARMEN SALIS
Un romanzo, “Le malattie dell’amore – Edizioni Amicolibro”, che racconta dell’amore di un uomo che diventa violenza, paura e mancanza di rispetto. Una storia che mette in primo piano la ricerca della consapevolezza di una donna che si stanca di subire. Massimo Vincis ci porta nel mondo di Anna, verso quella libertà che è un diritto per ogni Donna.
Cosa rende Anna consapevole? È difficile capire se Anna a un certo punto possa dirsi consapevole. Prima hai parlato della ricerca della consapevolezza di una donna che si stanca di subire, io piuttosto direi stanca di subirsi. Stanca di sentirsi un anonimo pianeta che orbita all’estrema periferia di una galassia, stanca di accettare tutto quello che le succede intorno, come se il fato, il destino, fosse qualcosa di estremamente grande e lei, completamente disarmata al cospetto di questa vastità, può nulla davanti agli accadimenti della vita. Lei non ha ben chiaro cosa fare. Sa, solo, che deve fare.
L’amore che racconti non riguarda solo il rapporto di coppia. Assolutamente no. Riguarda qualsiasi interazione, qualsiasi accadimento, qualsiasi tipo di rapporto appunto, dove questa alterazione psico-fisica possa svilupparsi e creare sia gioie che dolori. Ho usato il termine malattie proprio perché in questo manifestarsi, i cosiddetti “problemi di cuore”, provocano in realtà tante altre patologie sentimentali. Il termine “amore viscerale”, ad esempio, probabilmente coniato per evidenziare la profondità del sentimento, ha a parer mio riscontri reali sugli organi interni, dove si ipotizza da tempo l’esistenza di un secondo cervello. Come nelle malattie, vengono investiti mente e corpo dell’individuo. Solo l’amore puro e incondizionato non viene intaccato. Perché sgorga dalla sorgente più limpida e pulita: la nostra anima.
Quanto pensi sia importante non isolarsi e cercare il sostegno della famiglia? La famiglia è la nostra prima prova di insegnamento ricevuto. La prima occasione che ci permette di imparare ad amare quelli che sono dei perfetti sconosciuti. L’unica persona con la quale si instaura un rapporto speciale, almeno nel primissimo periodo di vita, è la madre. Penso che questo rapporto dipenda da quello che è rimasto del nostro istinto animale. Non è un rapporto razionale, penso sia difficile anche spiegarlo. Il bambino, “sente” la madre, la percepisce con gli odori. Probabilmente il sesto senso, quello che percepiamo di tanto in tanto durante la nostra vita, alla nascita, è una cosa reale, esiste. È una cosa bellissima. In linea di massima la famiglia dovrebbe essere sempre un sostegno ma, quando si diventa grandi, quando si cresce, accadono talmente tante cose che addirittura capita di isolarsi proprio dalla famiglia, che nel frattempo è diventato tutto tranne che un sostegno.
Un uomo che racconta una donna… Bellissimo, emozionante, eccitante, divertente, commovente. Riassumo così, con qualche aggettivo che riprende un pochino i diversi stati d’animo che mi hanno attraversato mentre scrivevo di Anna e delle sue avventure. È stato bello descrivere e caratterizzare donne completamente diverse tra loro, è stato come avere a disposizione una tavolozza con mille colori e altrettante sfumature.
Complimenti
Lo leggerò senz’altro 😊
Non è certamente facile descrivere sofferenze umane non direttamente provate. Ancor di più lo è per un uomo che racconta le violenze subite da una donna,..la sua presa di coscienza e la ribellione . Bravo Massimo, tutto da leggere! Magari anche chiedendosi le proprie reazioni coniugando la storia al maschile.
I Miei Complimenti Massimo. Desidero leggerlo. E Lo prendero’