di MARILIA FRESU
Al Cinema La Compagnia di Firenze dall’11 al 13 maggio si è svolta la bella rassegna “Made in Sardegna. Un’isola di film” promossa dall’ACSIT (Associazione culturale sardi in toscana) in collaborazione con Sardegna Film Commission e con il Cinema La Compagnia.
I cinque film che si sono susseguiti (Figlia mia di Laura Bispuri; – Chi salverà le rose di Cesare Furesi; – Padre padrone omaggio a Vittorio Taviani; – Il segreto delle calze di Nicola Contini; – Uno sguardo alla terra di Peter Marcias), testimoniano di come la Sardegna, terra e vivaio di nuovo talenti, si sia notevolmente arricchita negli ultimi anni, con una schiera di registi e sceneggiatori, apprezzati dalla critica e dal pubblico
anche per la complessità dei temi che sono riusciti a trattare nei loro film.
La rassegna “Made in Sardegna” (quest’anno alla seconda edizione) è stata seguita con particolare interesse, per la qualità dei titoli proiettati e per la preziosa presenza dei registi che hanno contribuito a rendere vivo, ricco ed emotivamente partecipato il dibattito con il pubblico.
Laura Bispuri (intervenuta personalmente alla proiezione con la bravissima giovane interprete Sara Casu) con “Figlia mia”, ambientato a Cabras, in una Sardegna ruvida e povera, mette in discussione la famiglia classica. Una vicenda che evidenzia il conflitto tra due madri che si contendono l’amore della figlia, sullo stesso piano, entrambe con il diritto di essere madri. Nel mezzo la figura della figlia che divental’elemento più importante intorno al quale ruotano tutte le vicende del film.
Cesare Furesi con “Chi salverà le rose” ha convinto e emozionato. Il suo film è ambientato ad Alghero, in una città bellissima e poco conosciuta che la sapiente fotografia del film riesce ad esaltare. La storia racconta di un amore puro e romantico fra due anziani, Giulio e Claudio, magistralmente interpretati da un immenso Carlo delle Piane e da Lando Buzzanca, ma ci parla anche di rapporti spesso difficili e dolorosi fra padri e figli. Suggestiva e piacevole la colonna sonora che sempre, con la dovuta discrezione, accompagna le scene del film.
“Il segreto delle calze”, del giovane regista di Carbonia Nicola Contini è un documentario ambientato tra Italia e Cina. Contini affronta due temi cruciali, la crisi economica e la solitudine filtrata dalle esperienze intense, coraggiose e divertenti dei protagonisti,Emilia e Angiolo. i due, più che sessantenni, travolti dal fallimento della loro azienda in Italia (a Empoli), non si lasciano sconfiggere e, costantemente alla ricerca della propria identità, grazie all’amore per il loro lavoro, si trasferiscono in Cina dove ritrovano la loro strada.
Anche “Uno sguardo alla terra” di Peter Marcias è un documentario/intervista. Lo spunto è dato dall’opera di Fiorenzo Serra del 1965 “L’ultimo pugno di terra”, recentemente tornato nella sua versione originale. Marcias incontra critici e registi che, proprio partendo dal film di Serra, discutono sullo stato di salute della Terra, universalizzando il suo discorso dai primi anni sessanta a oggi, dalla Sardegna fino a Roma, Parigi, Barcellona, New York, Pechino, Manila. Nel filmato di Marcias ha un ruolo quasi da trait d’union l’intervista al Prof. Manlio Brigaglia che con Serra collaborò. La visione in video di Brigaglia, scomparso da pochi giorni, ha creato viva commozione nei presenti, anche per il grande vuoto lasciato con la sua scomparsa.
La rassegna “Made in Sardegna”, oltre alle proposte recenti sopra descritte, ha visto anche la proiezione del film “Padre padrone” di Vittorio e Paolo Taviani. Il film, inserito come testimonianza storica a quarant’anni dalla sua uscita nelle sale, ha rappresentato anche il doveroso omaggio a Vittorio Taviani, scomparso ad aprile all’età di 88 anni.
“Made in Sardegna – come ha sottolineato il Presidente ACSIT Angelino Mereu al termine della rassegna – ha rappresentato un importante momento di verifica e di promozione della cinematografia legata alla Sardegna. L’obiettivo è quello di far diventare la rassegna un appuntamento fisso che faccia conoscere e diffondere un aspetto importante della creatività e degli stimoli che la Sardegna riesce a far emergere”.