di Maria Vittoria Dettoto
Questa mattina mi sono recata presso il poliambulatorio di Arzachena per una visita specialistica.
Il primo approccio con la struttura non è stato positivo:sin dall’esterno si nota che è tenuto in cattive condizioni.
Accanto alla porta di ingresso una panchina di legno completamente sverniciata fa da apripista ad una sala attigua composta da una serie di poltroncine bordeaux sporche e in pessime condizioni.
Sul lato opposto alle stesse, una colonna contenente fili elettrici di ogni tipo ed il distributore delle macchinette.
Entro a dare un’occhiata ai bagni:in quello dei diversamente abili la vaschetta dell’acqua è rotta.
In quello delle donne si trova una scatola aperta che controlla una serie di tubi ai quali chiunque può accedere.
Sotto i lavandini comuni pezzi di wc buttati in ordine sparso per terra.
Ma la cosa che maggiormente mi sorprende è la presenza di un gatto dentro la sala d’attesa degli ambulatori.
Un poliambulatorio dovrebbe essere un ambiente asettico, non può essere l’albergo di gatti del vicinato che vi transitano
L’ufficio accettazione è chiuso e accanto un pezzo di carta con scritto che per gli esami specialistici non si visita oltre il 30° paziente.
Infatti i presenti confermano che nel periodo estivo devono arrivare all’alba per riuscire a rientrare tra i 30.
Attualmente si visita tre giorni a settimana esattamente come ad Agosto, quando Arzachena passa da poco più di 13.000 residenti ad almeno 3 volte tanto grazie all’afflusso di turisti e residenti delle seconde case.
È mai possibile che un comune tanto rinominato possa avere un poliambulatorio che copre oltre che i servizi sanitari degli arzachenesi, quelli di migliaia di turisti e tutto l’anno quelli dei cittadini dei comuni vicini da Palau,a Santa Teresa, a Luogosanto,passando per Olbia quando coi propri nosocomi non riesce a far fronte alle richieste.
È tutto questo possibile dopo che la sanità ricopre gran parte del budget regionale ed i cittadini pagano il ticket?
Riflettete politici, riflettete.