di Dario Dessì
Nell’autunno del 1918, dal Piave si era levata l’alba della vittoria per l’intesa.
Il 24 ottobre 1918, attaccate dalle vittoriose divisioni italiane ed alleate, le armate Austro ungariche del Grappa e del Piave resistettero per alcuni giorni, per poi incominciare a cedere e a ripercorrere in senso inverso quelle strade del Veneto, che, appena un anno prima, avevano percorso baldanzose e accompagnate da canti di vittoria.
Di quelle truppe vittoriose non rimaneva altro che un immane turba infiacchita dalla sconfitta, dalla stanchezza, dalla fame e angosciata dall’ansia di ritornare in patria e dalla paura del domani.
In brevissimo tempo, la ritirata delle truppe imperiali rupe i freni, degenerando in un completo sbandamento con l’abbandono di cavalli morti, di cannoni, di carri rovesciati, di mucchi di armi, di attrezzature varie nelle grandi vie di comunicazione verso la madre patria e nelle stazioni ferroviarie, quale segno evidente di una fuga scomposta e disastrosa.
LE OSTILITA’ SOSPESE DA IERI
Il Comando Supremo comunica:In base alle condizioni dell’armistizio stipulate fra i plenipotenziari del Comando Supremo del R. Esercito italiano in nome di tutte le Potenze alleate e degli Stati Uniti di America e i plenipotenziari del Comando Supremo austro-ungarico, le ostilità per terra, per mare e per aria su tutti i fronti dell’Austria-Ungheria sono state sospese dalle ore 15 di oggi, 4 novembre.
Londra 11 novembre 1918La Germania firma le condizioni imposte dagli alleati.I combattimenti hanno termine alle ore 11 dell’11 novembre 1918.
Subito dopo, nel mese di dicembre del 1918 l‘artigliere Dessì, appena diciottenne, e appena arruolato nel Regio Esercito, fu inviato a Namur, capitale della regione vallone a nord di Liegi e importante nodo di comunicazioni stradali e fluviali.
Apparteneva a un gruppo di osservatori, che avevano il compito di controllare, che fosse rispettato quanto disposto dalle clausole dell’armistizio, firmato dai rappresentanti della Repubblica di Weimar, a Rethondes.
Vittoria.
Ecco chi sa Vittoria finalmente Ecco che la vittoria finalmente
Apparit trionfante in s’orizzonte appare trionfante all’orizzonte
Coment’e mai bella e sorridente. Come non mai bella e sorridente.
Passat che lampucun podere arcanu Passain un lampo con potere arcano
E i sifirmat de bottu in s’aspru monte e si ferma di botto nell’aspro monte
Fattusacru a su cultuitalianu. Consacrato nel culto italiano..
Est su Grappa terribile, de fronte E’ il Grappa terribile, di fronte
L’est su Piave chi curret veloce c’è il Piave che scorre veloce
Totutrazende che i s’Acheronte Tutto trascinando come l’Acheronte
AhiméSabotinu e Monte Santu Ahimé Sabotino e Monte Santo
Podgora, Ccu e Vodice han formadu Podgora ,Cuccu Vodice han formato
De ois un’immensu campusantu, un immenso camposanto.
Poi s’interminabile coorte Poi un interminabile coorte
De soso pitticosfantesgloriosos di piccoli fanti gloriosi
He una sola volontade forte. Con una unica tenace volontà
Superendesosmilli e poderosos Superando mille enormi ostacoli
Irresistibilmente impetuosos, irresistibilmente impetuosi
Dilagana in sa vasta pianura dilagano nella vasta pianura
In su monte in dogn’addeuedolentes sul monte in ogni valle dove dolenti
Fuintsos inimico cun paura. Ci sono i nemici impauriti.
E paghe, paghe implorant sas armadas E pace, pace implorano le armate
Distruttas, miserabiles, famidas distrutte, miserabili, affamate
Paghe ripitint che disperadas. Pace ripetono disperate
Paghe sì, casunntroppu sas feridas Pace che già son troppe le ferite
Su luttu, sa miseria, su piantu, il lutto, la miseria, il pianto
Po tantaspenastroppuincrudelidas. Per tante pene assai crudeli
Paghe! Ma dognidrittusacrosantu Pace! Ma ogni diritto sacrosanto
De su mundu chi totu insambenadu del mondo che tutto insanguinato
Sas pesantescadenashad’infrantu le pesanti catene ha infranto
Siad’ in basessolidasfundadu sia su basi solide fondato,
Senza chi da niunupius mai senza che mai più nessuno
Potatbennerdistruttu e calpestadu. Possa essere distrutto e calpestato
Cust’est sa vera paghe, e solu gai Questa è la vera pace e solo così
Sunt sas minacciastotueliminadas sono tutte le minacce eliminate
De noas guerra, dolos e guai. Di nuove guerre di illeciti e guai
Finidas sunt sas furias de Marte, Terminate sono le furie di Marte
Dogni lotta terribile, accanida, ogni lotta terribile e accanita
E torranttottu a su tribagliu, a s’arte. E rornano tutti al lavoro, all’arte
Torrentfelicestotu a terra insoro Tornano tutti felici alla loro terra
A leare sas falchesbeneittas a prendere le falci benedette
Po ndemessare sas ispigas d’oro, per mietere le spighe d’oro .
Senz’odiu, rancore né vinditta! Senza odio, rancore ne vendette.
S. Lorenzo di Mossa (Gorizia) Novembre 1918. GavinuRuggiu.