OSTAN 2017: ANDREA MURA E’ SALDAMENTE IN TESTA FRA LE INSIDIE DELL’OCEANO


Dopo avere doppiato l’occhio della pericolosa depressione islandese, Andrea Mura mantiene il comando della Ostar 2017. Una regata davvero difficile, come da tradizione. Condizioni meteo severe nelle ultime ore, con un forza 8 che ha causato alcuni danni (per fortuna non compromettenti) a Vento di Sardegna: l’antenna vhf in testa all’albero maestro è stata radicata, un’onda ha letteralmente piegato un candeliere in titanio, un’altra ha sfondato la famosa capotta che fino ad ora aveva garantito temperature accettabili a Mura oltre all’assenza di mare in faccia.

Per le prossime ore la situazione meteo-marina è leggermente migliore, ma l’imbarcazione sbanda e il vento si mantiene teso. Nessun partecipante nella Ostar si era mai spinto oltre il 58° parallelo nord dove le notti sono bianche, il mare colore antracite e dove il sole è praticamente assente con temperature bassissime. Una “terra di nessuno” tra l’Islanda e la Groenlandia. Raggirare una depressione a latitudini così settentrionali in uno dei mari più inquietanti e desolati del mondo non è certamente stato uno scherzo.

Il primo step è comunque superato. I successivi sono: evitare le balene che transitano da sud a nord. Mura ha già rischiato più di una collisione nella Twostar del 2012. Evitare gli iceberg presenti nei banchi di Terranova. L’organizzazione della Ostar non mette limiti ma è prudente passare al margine esterno dell’area. Un impatto con un iceberg rischia di essere devastante. Ovviamente si allunga la strada ma è un prezzo da dover pagare. “Superati questi step – spiega Mura – ci saranno poi due grosse depressioni in formazione durante l’avvicinamento verso Newport. È importante riuscire ad aggirarle per evitare i venti contrari”. C’è anche un record in ballo (Giovanni Soldini, 1996, monoscafi): allo stato attuale le previsioni lasciano spazio a questa possibilità.

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