di Giulia Serra
Chi lo dice che in Sardegna non si può fare impresa? E chi lo dice che non si può sperimentare, innovare, osare e creare? E ancora, chi dice che il binomio Donne-Impresa è una forzatura? Raccontiamo la storia di una società nata in Sardegna che opera nel campo delle nuove tecnologie e che, nel giro di pochi anni, ha creato dal basso 10 posti di lavoro e mira a crescere giocando su un terreno che è quello di un mercato che è essenzialmente internazionale: stiamo parlando di Bithiatec, esempio virtuoso di azienda che punta sull’alta formazione e sulle idee. Ne parliamo con la sua co-fondatrice, l’imprenditrice di Bortigali Beatrice Canetto, donna intraprendente, dotata di senso pratico, legata alla sua terra ma con lo sguardo aperto al mondo.
A lei chiediamo come nasce l’avventura Bithiatec La società Bithiatec nasce alla fine del 2012 da un’idea mia e del mio socio, Luca Fresi. Entrambi avevamo lavorato per molti anni fuori, ma quel tarlo del tornare a casa, dello scommettere su noi stessi e sulla nostra Isola non è mai svanito: troppo legati a questa terra per non provare a mettere radici e crescere proprio qua dove, secondo noi, nel campo dell’informatica e dell’elettronica ci sono molte “belle teste”. Così, alla fine, semplicemente lo abbiamo fatto!
Di cosa si occupa esattamente la vostra società? Bithiatec è specializzata nello sviluppo di soluzioni sia in ambito ICT che nel campo dei sistemi elettronici embedded, con una speciale attenzione verso le nuove tecnologie emergenti, quali Internet of Things (IoT), Cloud Computing e Smart Cities.
In parole più semplici? Sviluppa progetti in ambito elettronico ed informatico. I settori principali nei quai operiamo sono quello automobilistico e quello industriale: nel primo, per esempio, lavoriamo in team con altre aziende allo sviluppo di centraline che vengono poi montate sulle macchine della Fiat, della Bmw e altre case automobilistiche.
Un mercato internazionale dunque? Si, abbiamo sempre lavorato all’interno di gruppi di lavoro Multi Site ( team delocalizzati in più territori ). Per esempio, nell’ambito dell’infotainment ( tutto ciò che è legato al confort delle automobili), il lavoro solitamente viene svolto lavorando in team con altre società: stiamo parlando ovviamente di sistemi molto complessi e Bithiatec si occupa di svilupparne una piccola parte. Anche per questo il nostro è un lavoro molto interessante: collaboriamo con team di altissimo livello di tutta Europa e questo è decisamente formativo.
Quali sono le difficoltà che incontra una società come la vostra operando in Sardegna? Molte meno di quelle che si possa pensare! I problemi sono quelli legati per la maggior parte all’insularità, perché sono le barriere fisiche il vero problema: se devi andare a Torino o a Milano per una riunione di lavoro può capitare di non trovare il volo da Cagliari! Per esempio, non è impossibile dover buttar via 2 giorni per una riunione di 1 ora… insomma, una cosa assolutamente assurda ed inconcepibile!
Per il resto invece, pensi che questo genere di attività trovi un terreno fertile in Sardegna? Assolutamente si! Basti pensare al successo dei gruppi che si occupano di sistemi elettronici e di informatica applicata all’elettronica: la cosa bella è che questo settore crea crescita usando la mente delle persone, le idee, la creatività, non produce inquinamento e neppure necessita di chissà quali infrastrutture.
Ma, per capirci, voi siete un’azienda sovvenzionata in qualche modo dalla Regione? No, però abbiamo preso un piccolo finanziamento che è stato utilissimo nella fase di avvio. Siamo nati e cresciamo grazie alle nostre competenze ed alla conoscenza del mercato: i finanziamenti per le aziende hanno un senso se alla base c’è un progetto serio ed innovativo che può reggere la sfida del mercato nel momento in cui l’impresa esaurisce il finanziamento e deve muoversi in modo autonomo. Rifiuto fermamente il concetto che in Sardegna non si possa fare impresa. La realtà è che occorre avere un’idea di mercato e dentro quel mercato bisogna sapersi muovere, certificarsi presso i clienti e consolidarli: questo è creare e fare Impresa.
Bithiatec quanto è cresciuta dal 2012 ad ora? Beh, siamo partiti in 2 nel 2012: oggi siamo in 10 ( uno appena assunto ) più 1 tirocinante. Di questi, 4 sono persone neolaureate sotto i 30 anni che abbiamo formato all’interno dell’azienda e che stiamo facendo crescere. Tra l’altro, in questo periodo stiamo lavorando su nuove idee e nuovi investimenti.
Avete avuto difficoltà a trovare ingegneri da assumere? Beh, all’inizio si. Ora abbiamo avviato un dialogo con l’Università di Cagliari, che ci sta supportando nella ricerca e nella formazione di personale altamente qualificato. Trovare ingegneri neolaureati è infatti molto difficile: inoltre, nel settore automobilistico e industriale, si utilizzano dei protocolli specifici e delle tecnologie che non sempre si studiano dentro l’università. In questo senso, l’apertura da parte dell’Ateneo Cagliaritano è un passaggio fondamentale e decisivo.
Tu dove hai acquisito la tua esperienza nel settore automobilistico? Ho lavorato per 5 anni tra Torino e la Germania. In Germania ho lavorato per una multinazionale che opera nel settore automobilistico e ho seguito personalmente un progetto per la Fiat con un team italo-tedesco, sviluppando una centralina elettronica.
Cosa significa essere donna in questo settore? Beh, sicuramente è un ambiente popolato prevalentemente da figure maschili, ancora le figure femminili sono molto poche: tipicamente, in una riunione con 10/12 persone, c’è solo una donna. Ma stiamo parlando di un settore in grande crescita, credo quindi ci siano tutte le condizioni favorevoli per portarsi in una situazione di equilibrio.
Tu sei di Bortigali, anche se la tua azienda ha sede a Cagliari. Quando torni nel Marghine, cosa pensi del mancato sviluppo di questo territorio? Ci penso e mi dispiace molto, perché è un territorio molto bello che potrebbe crescere anche senza ricorrere a strutture industriali invasive: la nostra zona ha un patrimonio archeologico pazzesco, è centralissima e si potrebbero fare davvero cose interessanti riuscendo a stimolare il dialogo: serve una nuova energia in grado di fondere realtà consolidate e intelligenze nuove.
Come immagina Beatrice Canetto la Sardegna tra 20 anni? Vedrei le zone interne rivalorizzate, puntando sul mondo agricolo, sulle ricchezze archeologiche e sulla tecnologia: Infrastrutture, Trasporti, Innovazione, Cultura, valorizzazione reale del Patrimonio Storico e Naturalistico.