di Niccolò Santino Tolu
Mi chiamo Niccolò Santino Tolu e ho deciso di scrivere questa lettera aperta per cercare di porre in luce una situazione, tipica della nostra amata isola sarda, che ritengo essere quantomeno drammatica. Per far ciò, racconto brevemente la mia storia in modo da essere il più diretto e conciso possibile.
Sono nato e cresciuto a Cagliari, dove ho chiaramente pure studiato dalle scuole elementari fino all’Università. Mi sono sempre impegnato, tanto da riuscire a conseguire la Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica e successivamente la Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica e Nucleare con ottimi risultati e nei tempi previsti, infatti ho completato gli studi universitari a soli 24 anni. Sono stato pure premiato come miglior laureato del mio corso di Laurea Magistrale e sono risultato terzo di tutta la facoltà di Ingegneria ed Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari.
Durante la mia carriera universitaria ho anche trascorso un periodo di studi all’estero per cercare sia di ampliare le mie conoscenze tecniche sia di crescere dal punto di vista personale, in particolare ho passato 8 mesi presso l’Unversity of Glasgow (Scozia) conseguendo 7 esami che mi furono successivamente convertiti in corrispettivi esami che avrei dovuto sostenere a Cagliari e quindi convalidati.
Nonostante questa mia carriera universitaria, che ritengo essere quantomeno discreta, una volta laureato, attorno a me c’era il nulla. A causa della scarsa collaborazione tra l’Università degli Studi di Cagliari e il mondo del lavoro, non ricevetti neanche una telefonata per un eventuale colloquio. Passai settimane a mandare il mio curriculum a diverse società sarde praticamente senza mai ricevere risposta. Allora cominciai a mandare il curriculum fuori dalla Sardegna e successivamente fuori dall’Italia, senza ricevere, purtroppo anche stavolta, dei feedback positivi. Questo era principalmente dovuto al fatto che l’Università degli Studi di Cagliari “vanta” un ranking bassissimo (tra i più bassi d’Italia) e le società italiane, per non parlare di quelle estere, preferiscono attingere direttamente dalle Università presenti nella propria regione.
Questa situazione, per quanto poco “innovativa”, sembra funzionare. Infatti, le varie Università collaborano strettamente con le società presenti nello stesso territorio (professionisti che vanno a svolgere lezioni e seminari, visite guidate presso i vari centri ecc ecc) così che poi i ragazzi siano propriamente formati ed una volta conclusi gli studi non si trovano in mezzo al nulla.
Riprendendo con la mia storia, non avendo ricevuto interessanti proposte di lavoro, decisi di prendere parte ad un master post laurea a pagamento presso la Business School del Sole 24 Ore con sede a Roma. Questo mi fu possibile grazie all’importante sostegno ricevuto dai miei genitori, mentre dal comune di Cagliari e dalla regione Sardegna non ricevetti nulla. Se non ricordo male fino a qualche anno fa esisteva il programma master and back, ma attualmente non risulta presente nulla del genere.
Il master mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con il mondo del lavoro e, arrivando ai giorni nostri, mi trovo attualmente in fase di stage presso un’importante società del settore energetico a Milano. Per quanto sia relativamente soddisfatto della mia situazione, mi rammarico di essere dovuto andare fuori dalla Sardegna per poter trovare una minima sistemazione.
Credo sia assurdo che la regione Sardegna non valorizzi i propri giovani, i quali sono praticamente costretti ad andar via. Si tratta di un capitale umano impressionante, ragazzi volenterosi e pieni di idee che probabilmente saranno l’asse portante di numerose società. Se la situazione non dovesse cambiare, in Sardegna non rimarranno che DJ, estetisti e parrucchieri (comunque figure che meritano rispetto), ma l’industria e lo sviluppo tecnologico spariranno sempre più dall’isola.
Si parla tanto di impianti di produzione dell’energia elettrica a fonti rinnovabili, smart city e adesso anche metanizzazione della Sardegna, ma dove sono le opportunità per noi giovani ? Dove sono le società sarde che opereranno in prima linea su questi vari fronti ? Sono quasi sempre società estere che vengono in Sardegna a fare dei lavori che potremmo fare benissimo da soli.
Rimane poi il fatto che risulta quasi impossibile per noi giovani avviare attività imprenditoriali. Burocrazia lunga e non sempre chiara, senza particolari agevolazioni, tutto ciò rende difficile che i vari giovani possano portare avanti le proprie idee in Sardegna e quindi siano costretti a rivolgersi altrove per trovare qualcuno che gli permetta di dare libero spazio alla propria “immaginazione”.
Ho raccontato tutto questo un pò per libero sfogo, ma sopratutto per cercare di portare all’attenzione di chi di dovere questa drammatica situazione. Spero che tutto ciò possa cambiare il prima possibile, altrimenti altri giovani ragazzi volenterosi e pieni di idee innovative saranno costretti ad andar via dalla Sardegna.
Spero di poter tornare in Sardegna prima o poi, sono nato e cresciuto a Cagliari, tutto quello a cui tengo veramente si trova li e farei il possibile per cercare di rendere la nostra regione un posto sempre migliore. Che sia grazie ad un’interessante opportunità lavorativa o addirittura grazie alla possibilità di aprire una propria attività seguendo e portando avanti le mie idee, spero davvero di tornare in Sardegna prima o poi.
La lettera del giovane ingegnere Niccolò , fotografa alla perfezione la triste realtà di una Sardegna che a perso la ” Bussola ” e che storicamente continua a regalare l’ intelligenza dei suoi giovani figli all’ emigrazione.