di Andrea Russo
Riccardo Porrà, ventenne tortoliese, dopo aver conseguito la maturità scientifica, a novembre ha deciso di partire per il Regno Unito, nella speranza di poter realizzare il suo sogno: frequentare una scuola di cinema.
Quando e perché hai deciso di lasciare la Sardegna? A novembre dello scorso anno, quando ho seriamente deciso di seguire la mia passione: il cinema. Il cinema inglese, infatti, grazie alla lingua universale, offre possibilità e opportunità che nella nostra provincia per noi giovani sono davvero limitate. Ecco perché dall’Ogliastra mi sono trasferito a Londra: spero di entrare al più presto in una buona scuola di cinema.
Di cosa ti occupi? Attualmente a Londra lavoro per una compagnia che possiede un bar e un ristorante e a breve acquisirà anche una pizzeria. Mi alterno tra il ruolo di cameriere e quello di barman, in attesa di novità.
Quali difficoltà hai incontrato agli albori del trasferimento? Come le hai superate? La difficoltà più grande è stata iniziare la mia vita inglese in un quartiere sito molto lontano dal centro e in pessime condizioni igieniche, se messe a confronto con gli standard italiani. Ho trovato i contatti solamente tramite internet. Per la lingua, invece, non ho avuto grandi difficoltà: la parlavo già abbastanza bene, avendola studiata a scuola. Le difficoltà le ho superate non buttandomi giù di morale ed evitando di tornare a casa al primo sgambetto del destino. Mi sono, infatti, rimboccato le maniche e ho tirato a lucido, nel vero senso della parola, la mia stanza. Dopodiché ho iniziato a cercare su internet una nuova abitazione, più adatta a me. Per trovare lavoro mi sono fatto aiutare da un amico, che mi ha dato una mano ad inserirmi e ad affrontare l’iter burocratico relativo all’assunzione.
Che differenze hai notato tra i giovani italiani e quelli londinesi? I ragazzi londinesi sono molto più informati su ciò che accade nel mondo e, vivendo in una città così grande, vengono a contatto con più culture sin da piccoli. Questo rende chiaramente la loro mentalità molto più “aperta” rispetto alla nostra. Non è vero che gli inglesi sono freddi: sono molto affettivi e si preoccupano sempre di come stai.
Cosa ti manca maggiormente dell’Ogliastra? La mia famiglia, i miei amici e la mia ragazza. È complicato vivere lontano dalla propria famiglia e da casa. Mi manca il mio quartiere, il poter stare tranquillo in giardino e il poter andare al bar con gli amici. Mi mancano quei piccoli posti che hanno fatto parte della mia vita. Posti che molti ci invidiano, ma che per quanto invidiabili non offrono possibilità a noi giovani.
Consiglieresti ai tuoi coetanei di intraprendere un cammino simile al tuo? Dipende dalle prospettive di vita che uno ha, dagli obiettivi che si è prefissato. Non lo consiglierei a tutti perché non è facile. Solo a coloro che hanno davvero voglia di seguire i propri sogni direi “Provaci. Ce la puoi fare. Se ce l’ho fatta io, perché non ce la dovresti fare tu?”
Cosa ti aspetti dal futuro? Mi aspetto di raggiungere i miei obiettivi, sapendo che serve fare un passo alla volta, vivere step by step, con determinazione e coraggio. Cerco di dare il meglio di me sempre, tutto l’altro verrà da sé. Londra è una città piena di opportunità: bisogna saperle cogliere.
C’è un paese in particolare in cui un giorno vorresti vivere? Se sì, quale? Considerato quello che vorrei fare, mi piacerebbe molto trasferirmi in America, magari nella zona di Los Angeles. Lì ci sono molte case produttrici e tanti finanziamenti. Inizialmente ho pensato di volare subito negli U.S.A., ma poi ho deciso di muovere i primi passi in una città più vicina a casa.
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