di Carmen Salis
A volte si rende necessario conservare i ricordi: loro sono quel passato che ci ha forgiati, cresciuti con le gioie e i dispiaceri, ma pur sempre con amore. Perché comunque la vita, anche se a volte ci fa pagare pegno, ci ha regalato la gioia di esserci. Fausto Puxeddu, è uno stimatissimo notaio che è diventato scrittore perché voleva custodire, regalandoli a tutti, i suoi ricordi. Con l’opera “In fondo al sacco, cose perdute e ritrovate”edito da Amicolibro Editore, mescola sapientemente i suoi ricordi e le sue emozioni, portando il lettore prima dentro a una storia e poi dentro a un’altra, ma lasciando che ogni tanto la musica dei versi della sua poetica lo culli con il suo ritmo, come solo la vera poesia sa fare.
Fausto, In fondo al sacco è una raccolta di vita. Cosa ti ha spinto a volerla pubblicare? La vanità, la presunzione che a qualcuno potesse interessare la mia vita, la curiosità di conoscere il valore letterario dei miei scritti, il gusto di mettersi in gioco. e per ultimo, ma non ultima un cara signora che ci ha messo la faccia.
Una vita intensa, amata, a volte sofferta, altre gioiosa. La poesia cosa ti ha aiutato a raccontare meglio? È un poco difficile, forse il ricordo di mia nonno Puggioni. Una poesia che non ho scritto, “I miei figli”.
Essere un notaio, un lavoro che ti ha lasciato poco spazio per scrivere, per raccontarti, oppure un lavoro che ti ha permesso di conservare parole da mettere dentro a quel sacco che metaforicamente contiene i ricordi? La mia professione non ha certo interferito con il piacere di scrivere che ho sempre coltivato, (forse con lo stesso piacere che provavo nel dipingere), come uno spazio in cui rifugiarmi per evadere dalla realtà a volte amara e per dare spazio ai miei ricordi.
In copertina un tuo dipinto. Non solo scrittore ma anche pittore. Quindi, l’arte ha trovato lo spazio che necessitava per far parte della tua vita? Non parlerei di arte ma di piacere che si esauriva nel ricordo, ha avuto sempre uno spazio importante nella mia vita.
Il tuo ricordo più bello lo devi ancora scrivere? Non lo scriverò mai.