Un secolo fa, quando mancavano pochi giorni alla fine del mese di Aprile e al 24 maggio, giorno in cui l’Italia ebbe a entrare in guerra contro l’Impero Austro-Ungarico, partirono da Cagliari e da Sassari i fanti sardi della Brigata Regio per raggiungere le posizioni a loro assegnate sulle cime dolomitiche.
Ossario Pian di Salesei Livinalongo Col di Lana (BL).
In questo Cimitero Militare sul Col di Lana, riposano uno accanto all’altro, in ordine alfabetico: Marras, Masala, Masala, Marras, Masala, Mascia, Pintus, Piras, Pisanu, Pintus, Pisani, Pischedda. Sono i cognomi di alcuni tra i tanti fanti sardi appartenenti alla Brigata Regio 45° e 46° Reggimento Fanteria, che caddero combattendo nel Fronte Dolomitico.
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Alcune note storiche sulla Brigata Reggio:
Le direttive generali, emanate dal Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito, con ordine ministeriale N. 20 del 20 gennaio 1915, contenevano le indicazioni fondamentali per la formazione dei primi reparti della Brigata Sassari.
Grazie al contributo dei militari in servizio permanente e delle giovani reclute che provenivano dal 46° Reggimento Fanteria Brigata Regio, di guarnigione nella città di Cagliari e dal 45° Reggimento Fanteria, di stanza permanente nella città di Sassari, furono prontamente costituiti a Sinnai (CA) il 151°Reggimento e a Tempio (SS) il 152° Reggimento della Brigata Sassari.
Il 46° Reggimento Fanteria.
Per conoscere le origini del 46° reggimento occorre risalire nel tempo sino all’8 agosto del 1859, quando a Modena fu formato il 4° Reggimento Fanteria e dalla sua unione al 3° Reggimento venne costituita la Brigata Regio. Il primo gennaio 1869 assumeva il nome di 46 ° Reggimento Brigata Regio e il 25 marzo successivo veniva incorporato nell’ Esercito Sardo. Il 15 ottobre 1871 prendeva definitivamente la denominazione di 46° Reggimento Fanteria “Regio”
Il 45° Reggimento Fanteria.
Il 1° luglio 1859 si costituiva a Modena un battaglione di volontari modenesi e veneti che il 29 dello stesso mese assumeva il nome di 3° Reggimento Fanteria. Nel mese d’agosto veniva unito al 4° della Brigata Regio. Il primo gennaio 1869 assumeva il nome di 45° Reggimento Brigata Regio e il 25 marzo successivo veniva incorporato nell’ Esercito Sardo. Il 15 ottobre 1871 prendeva definitivamente la denominazione di 45° Reggimento Fanteria “Regio”.
La Brigata Regio, dopo aver fornito i complementi per la formazione dei due reggimenti della Brigata Sassari, verso la fine del mese di Aprile del 1915, lasciava le sedi di Cagliari e Sassari per trovarsi, all’inizio delle ostilità, pronta a combattere nel Fronte Dolomitico, in Cadore tra Perarolo e Tai alle dipendenze della 17° Divisione.
Su una cima del Gennargentu una Lapide commemora il 45° Fanteria Regio.
28 GENNAIO 1918 Alle nove e trenta iniziava la riscossa che portò alla riconquista di Monte Val Bella, di Col del Rosso e di Col D’Echele, sull’Altopiano dei Sette Comuni.
Nel corso di quella battaglia, la 33° divisione, comandata dal generale Carlo Sanna, aveva quasi la consistenza di un Corpo d’Armata e, oltre alle Brigate Bisagno e Liguria, comprendeva gruppi di Bersaglieri e di Assaltatori, il 45° Fanteria Regio ela Brigata Sassari, che in Veneto, era ormai, conosciuta comela Brigatadi Ferro.
Sia i due reggimenti della Brigata Sassari, che il 45° reggimento Fanteria Regio erano costituiti, in maggioranza, da combattenti sardi, per molti dei quali, il trovarsi assieme era come respirare l’aria della loro terra. E, c’era chi addirittura era convinto che la guerra si stesse combattendo laggiù, in quella Sardegna tanto lontana ed isolata dal mare.
Per quell’incredibile ammassamento di sardi in grigioverde, che talvolta raggiungeva quasi la totalità, e per il loro comportamento in quella battaglia di fine gennaio, chiunque poteva, con una sola sbirciata, rendersi conto di ciò chela Sardegnaaveva, sino ad allora offerto alla Grande Guerra e in quale modo lo stava offrendo.
Il Sacrario Militare di Pian di Salesei si trova in una amena vallata, dove scorre il Cordevole, lungo la rotabile che da Caprile, per Digonera, s’innesta a Val di Pieve di Livinalongo, nella statale 48 delle Dolomiti.
ci sono vissuto nel comune di Pieve di Livinallongo del Col di Lana….. un omaggio all ‘isola è il minimo….