LE VALIGIE DI CARTONE NON ESISTONO PIÙ: FRANCESCA FAIS E L’EMIGRAZIONE VISTA DAL CUORE DELLA SVIZZERA

Francesca Fais


di Ilaria Muggianu Scano

Francesca Fais è fermamente convinta che in tempi di crisi occorra spendere meglio, non meno. Pensa così la quarantenne, originaria di Sindia, che ha avuto il primato di più giovane Presidente donna delle Federazioni di circoli sardi nel mondo.  Vive tra Losanna e Zurigo, parla fluentemente quattro lingue, cinque con il sardo, ed è ai vertici del secondo operatore di telecomunicazioni elvetico. Ci racconta quanto sia appassionante cercare di coniugare il desiderio di salvaguardia della tradizione con il bisogno vitale di innovazione, per una Sardegna che cambia volto più velocemente di quanto si pensi. Tra le sue proposte più innovative si ricorda il motto “Più promozione, meno assistenzialismo“.

Data la sua esperienza quali iniziative ritiene concretamente praticabili nel 2015?  Credo che mai come adesso questa formula sia attuale e da mettere in atto. Con l’accentuarsi della crisi e il conseguente ridimensionamento delle risorse è fondamentale acquisire maggiore coscienza collettiva, per non dire ‘educazione civica’, reinventarsi e lavorare con un obiettivo ben preciso: l’autofinanziamento. Per semplificare questo processo si dovrebbe cominciare a vendere il prodotto Sardegna, non solo promuoverlo! La Regione dovrebbe creare un gruppo di lavoro che comprenda oltre a rappresentanti del mondo dell’emigrazione (scelti in base a competenze ben precise), i rappresentanti tecnici di diversi assessorati e dare a questo gruppo il compito preciso di creare e un progetto concreto in tal senso e poi un piano di attuazione. Non sembra solo facile: lo è, a condizione di lavorare con onestà intellettuale, buon senso e metodo.

I giovani frammenti di Sardegna frequentano i circoli sardi? Tendenzialmente che ruolo ricoprono in seno ai circoli?  Non è una novità: i giovani nei Circoli scarseggiano e quelli che vogliono entrare nel vivo della loro gestione sono eccezioni, frenati in primis dall’estenuante e logorante lotta generazionale oltre che dalle responsabilità e dalla burocrazia. Inutile ripetersi: se gli ‘anziani’ non fanno un passo indietro e lasciano spazio a fatti oltre che a parole, si chiude. Con ‘fatti’ intendo, concretamente, cariche dirigenziali non solo nei Circoli e nelle Federazioni, ma anche in Consulta, magari anche come esperti.

Che considerazioni sente di fare, in generale, in merito al trattamento riservato alla Sardegna nell’organizzazione del prossimo Expo milanese?  La prima domanda da porsi è perché la PSA, che è apparsa in Sardegna nel 1978, è ancora un tema talmente attuale da escludere la nostra presenza per questo settore di carni all’EXPO 2015. Purtroppo è il prezzo da pagare per una politica che avanza a ritmi da paleozoico e per la gestione da parte di politici che non solo non sono in grado di creare e condividere una visione futura ma nemmeno di risolvere problemi che per una regione come la nostra, legata più che mai alla terra e ai suoi prodotti, sono la base della sopravvivenza. L’EXPO resta comunque un’incredibile opportunità di sviluppo che spero utilizzeremo appieno valorizzando i prodotti (non solo enogastronomici naturalmente) per i quali i mercati hanno dimostrato o dimostrano maggiore interesse oltre che quelli che più ci rappresentano. Non limitiamoci a promuovere a tutto tondo ma facciamo un lavoro mirato a stringere relazioni commerciali che diano poi slancio alla nostra economia. È di questo, più che di tutt’ altro, che abbiamo bisogno.

* La Donna Sarda

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Un commento

  1. ma a quanto vedo il problema persiste ovunque, allora se la cosa non si fa da sola , bisogna spingere, comunque auguro che i circoli continuino la loro lotta per i nostri giovani, che anche se scarseggiano, bisogna trovare il modo per farli partecipare, chi ama la sardegna ama la sua cultura

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