DEDICATO A EMILIO LUSSU: LA “PICCOLA COLLANA DI MEMORIE” PUBBLICA GLI ATTI DEL CONVEGNO DEL CIRCOLO “4 MORI” DI RIVOLI

il convegno su Emilio Lussu a Rivoli


di Cristoforo Puddu

Scritti di Franco Dessì, Renzo Caddeo, Paolo Pulina, Paolo Soddu, Salvatore Tola

Gli scritti della “Piccola collana di memorie” – minuscoli libri nel formato, ma particolarmente curati, nati nel 2011 da un’idea del giornalista Salvatore Tola e stampati dalla Tas Tipografi Associati Sassari per la Soter editrice di Villanova Monteleone – sono idealmente destinati ad un ristretto circuito di lettori, quasi per una circolazione confidenziale tra  amici appassionatamente bibliofili. E non può essere altrimenti, in quanto la stampa è limitata a copie numerate che raramente raggiungono il numero di trecento. L’originale esperienza della “piccola collana” sarda, sia per la passione artigianale che per la qualità del fare editoria in economia, fa pensare allo storico marchio “All’insegna del pesce d’oro” del milanese Vanni Scheiwiller (Milano, 8 febbraio 1934 – Milano, 17 ottobre 1999) che rappresentò selezionate eccellenze nell’editoria poetica e letteraria tra gli anni Cinquanta e Novanta.

La collana, edita da Salvatore Ligios e puntualmente curata da Salvatore Tola, ha finora ospitato oltre venti autori e segna un significativo spazio culturale, talvolta alternativo, per poeti, scrittori e saggisti. Ora, con il volumetto numero 23 della collana, affronta la pubblicazione degli Atti del convegno su Emilio Lussu,  svoltosi a Rivoli (Torino) il 18 maggio 2014, in occasione della celebrazione de “Sa Die de sa Sardigna” promossa dal Circolo dei Sardi “Quattro Mori”; si documentano interventi, relazioni e fotograficamente la manifestazione culminata con la cerimonia d’intitolazione dei Giardini di Rivoli, adiacenti la sede del Circolo, alla memoria del combattente, politico ed intellettuale sardo.

La pubblicazione si apre con un intervento di Franco Dessì, sindaco della Città di Rivoli, che anche attraverso i ricordi e narrazioni del genitore cagliaritano ha scoperto e coltivato il “mito” di “Emilio Lussu: un grande sardo, un grande italiano!”. E prosegue così le sue annotazioni sull’ammaliante figura: “Io ne sentii parlare per la prima volta da mio padre Antonio, classe 1908, cagliaritano di via Giardini, una strada ai piedi dei Bastioni San Remy, vicina a quella via Manno dove era l’abitazione-studio di Emilio Lussu. Avevo 8-9 anni quando mio padre mi raccontò dell’assalto alla sua abitazione, nell’ottobre del 1926, da parte di una squadraccia di un centinaio di fascisti, e della reazione coraggiosa di Emilio che uccise uno di questi briganti, che intendevano violare la sua abitazione e colpire la sua persona. Il racconto di quell’episodio era la cronaca di un evento vissuto in diretta da un giovane diciottenne curioso che, accorso sul luogo dell’accaduto appena avutane notizia, divenne testimone dei tumulti che seguirono quel clamoroso fatto di sangue. Su mia insistente richiesta, il mio povero papà fu costretto a raccontare quell’episodio qualche decina di volte, affascinato com’ero da quell’uomo coraggioso, eroe della prima guerra mondiale, prestigioso ufficiale della Brigata “Sassari”, che da solo affrontò una masnada di fascisti; ero misteriosamente attratto da quel “gigante” che mio padre mi raccontava essere alto un metro e novanta; un’altezza non proprio usuale per il popolo sardo!”.

Renzo Caddeo, originario di Musei e attivo presidente del Circolo dei Sardi “Quattro Mori”, ha invece rivisitato, con un’attenta rilettura, tutte le fasi salienti del Convegno “L’eredità politica e culturale di Emilio Lussu”, concluso con la suggestiva cerimonia d’intitolazione dei Giardini di Rivoli alla carismatica personalità di Armungia ed illuminato “Padre costituente” con una significativa storia di “combattente antifascista, partigiano, politico”.

Paolo Pulina, giornalista pubblicista e componente dell’Esecutivo nazionale della FASI con delega per Cultura/Informazione, ha ripercorso ed esaminato l’attenzione che le associazioni degli emigrati sardi nel mondo hanno riservato alla figura di Emilio Lussu con intitolazioni di circoli, manifestazioni culturali e commemorative; da una ricerca effettuata attraverso l’archivio storico del mensile degli emigrati “Il Messaggero Sardo” ha potuto evidenziare tutta una serie di attività sviluppate nei circoli della penisola, tra gli anni 1985 e 2008, che hanno coinvolto noti studiosi ed intellettuali. Pulina ha inoltre fornito interessanti note biografiche, letterarie  e sugli interventi di Lussu in Parlamento che sono “raccolti in due densissimi volumi (oltre 1700 pagine) intitolati Discorsi Parlamentari e pubblicati nel 1987 dal Senato della Repubblica con una presentazione del senatore e allora presidente del Consiglio dei ministri Amintore Fanfani e con una lunga introduzione del curatore, il professore Manlio Brigaglia, dell’Università di Sassari”. Discorsi che segnano un arco di tempo che va dal 5 agosto 1921 al 10 marzo 1968.

La relazione dello storico Paolo Soddu, insegna Storia dei Partiti e dei Movimenti politici all’Università di Torino, ripercorre e analizza principalmente il ricco attivismo politico di Emilio Lussu dopo la Liberazione e che ne  caratterizza l’approdo al socialismo e alla nuova vita politica italiana con i fondamentali principi ispiratori e d’azione maturati, negli anni di esilio e Resistenza, tra le fila di Giustizia e Libertà e nel Partito d’Azione. Il progetto di Costituzione inteso da Lussu è già chiaro in sede di Assemblea Costituente: “Intendiamo costruire lo Stato della democrazia, e la democrazia, finalmente, in Italia. Vogliamo uno Stato a sovranità popolare, pertanto uno Stato popolare, uno Stato in cui il proletariato, estraneo e nemico sempre in questi Paesi a civiltà occidentale, si senta anch’esso partecipe, costruttore di questo Stato, e lo consideri nei momenti più gravi come una conquista e suo patrimonio da difendere in comune. Uno Stato democratico alla base, democratico al vertice, nelle sue organizzazioni centrali e periferiche, nel metodo, nelle realizzazioni e nelle finalità…”.

L’intervento di Salvatore Tola, studioso della letteratura in lingua sarda e collaboratore del quotidiano “La Nuova Sardegna”, ha invece originalmente proposto luoghi geografici, letterari e l’analisi del’Oratio pro ponte di Lussu; scritto per perorare la costruzione di un piccolo ponte sul Flumendosa e raccolto nel volume Einaudi Il cinghiale del diavolo, pubblicato nel 1976. La Piccola collana di memorie, e nello specifico gli Atti del convegno su Emilio Lussu (Rivoli, 18 maggio 2014), pensiamo meritino una più ampia diffusione e tutti gli interventi, di ricchezza storica e politica con stimoli per attualità, di essere letti compiutamente. 

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