Ci sono giorni in cui il freddo scatena un passo veloce e non permette al “camminatore” di goder appieno dei panorami mozzafiato che dall’alto del quartiere di Castello si aprono verso l’infinito azzurro del mare. In altri giorni capita che il vento di Maestrale ti conduca alla ricerca di un riparo, magari verso sentieri poco calpestati che rivelano sorprese e bellezze sconosciute.
Poco distante da Porta Cristina, a Cagliari, proseguendo verso quel che ormai fu un luogo ameno nel nome ma non nell’uso (il carcere di Buon Cammino, sull’omonimo colle) è ubicata la chiesa di San Bancrazio, oggi volgarmente denominata di S. Lorenzo, o Buon Cammino (V. Angius).
La prima notizia della chiesa è attestata al 1263 con la dedica a “sanctum Brancasium” (San Pancrazio), poi, in età spagnola si pregiò della dedicazione a San Lorenzo o alla Madonna del Buoncammino (trovandosi extra-muros, era meta dei fedeli che invocavano la protezione prima di un lungo viaggio). La chiesa è una delle poche a pianta binavata in area cagliaritana, le due navate sono divise da robuste arcate su tozze colonne, voltate a botte e rinforzate da sottarchi.
Nel XVIII secolo la facciata originale fu distrutta per edificare un atrio; si aprirono quindi cappelle laterali e si eliminarono le absidi. Dell’antica facciata sopravvivono i conci d’imposta del campanile e una serie di cantoni destinati a ospitare bacini ceramici. I primi studi scientifici risalgono agli anni 50 ad opera di Raffaello Delogu, ma è citata sia nell’Angius che nello Scano (V. Angius, voce “Cagliari”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, III, Torino, G. Maspero, 1836, p. 209; G. Spano, Guida della città e dintorni di Cagliari, Cagliari, Tipografia A. Timon, 1861, pp. 356-359;). La studiosa Renata Serra ne fece una scheda all’interno della pubblicazione dell’Italia romanica Sardegna. Gli studi più recenti si devono all’infaticabile opera di Roberto Coroneo, recentemente scomparso, che attraverso il suo lavoro meticoloso e scientifico ha ridato luce a tutta una serie di Emergenze artistiche e archeologiche che spesso rimangono nel limbo. L’area del colle del Buon Cammino, si apre nella sua bellezza al visitatore che si avventura attraverso i percorsi di una Cagliari, in cui il tempo sembra essersi fermato.