di Paolo Pulina
Nel pomeriggio di sabato 24 gennaio 2015, nella sede sociale, il Circolo culturale sardo “Logudoro”, nel centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale e in vista delle celebrazioni che nel 2015 saranno riservate alle eroiche imprese dei fanti della Brigata “Sassari”, ha organizzato la proiezione del filmato televisivo (durata: circa un’ora) dell’atto unico dello scrittore Giuseppe Dessì, “La trincea”, in cui sono raccontate le fasi salienti della conquista della trincea denominata “dei razzi” da parte della Brigata “Sassari” il 14 novembre 1915, episodio di cui fu protagonista anche il padre dello scrittore, maggiore Francesco Dessì Fulgheri.
La particolarità di questo sceneggiato televisivo, tratto dal testo teatrale di Dessì, è che fu mandato in onda dal secondo canale della Rai il giorno della sua inaugurazione, avvenuta il 4 novembre 1961 (la data ovviamente non fu casuale: come sappiamo, il 4 novembre 1918 segna per l’Italia la fine vittoriosa della Prima Guerra Mondiale).
La proiezione è stata introdotta da tre brevi relazioni. Gesuino Piga, presidente del “Logudoro”, ha ricordato le vicende generali della gloriosa Brigata “Sassari”. Personalmente ho ricostruito le motivazioni ispiratrici del testo teatrale di Dessì, la sua trascrizione in immagini televisive da parte dell’abile regista Vittorio Cottafavi (con attori come Riccardo Cucciolla, Aldo e Carlo Giuffrè), la pubblicazione finalmente, nel 2012, del testo in un volume di facile reperibilità (edizioni Ilisso, a cura di Nicola Turi).
Il giovane studioso pavese Manuele Marinoni, dottorando in Letteratura e Filologia italiana presso l’Università di Firenze, che non ha potuto presenziare per un lutto familiare, ha inviato una analisi critico-letteraria del testo di Dessì. Eccone uno stralcio essenziale: «Nel 1961, un anno decisivo per la tradizione letteraria del Novecento, sul secondo canale RAI venne trasmessa una suite filmica dedicata alla prima guerra mondiale (è il 4 novembre) così composta: alcuni brani musicali di trincea; “La trincea” (testo di Giuseppe Dessì) e “Tutti quei soldati” (documentario realizzato su testi di Pier Antonio Quarantotti Gambini). Due voci periferiche, prestatesi alla ricorrenza dell’ “inutile strage”, che tentarono, seppure in modi e forme differenti, di dare voce e spazio alle pieghe dell’umano sottoposte ai frastuoni della guerra. Di particolare interesse è il filmato ricavato dal testo di Giuseppe Dessì (steso per l’occasione stessa). Il tempo della storia si duplica in un intreccio di memorie: lo scrittore sardo dà corpo a un testo volto a ripercorrere gli eventi salienti della conquista della trincea “dei razzi” da parte della Brigata “Sassari”, basandosi su un canovaccio fornitogli dalla memoria del padre stesso (protagonista in prima linea dell’impresa). Nonostante il paesaggio di guerra e la difficile condizione dei militari italiani (sardi nello specifico) tre sono i temi essenziali su cui vale la pena soffermarsi: la tenace dialogicità presente nel testo che permette il flusso di una sensibilità umana e di una partecipazione del senso comune, attraverso la quale si configura un insieme di relazione “umane” (nel senso più alto e civile del termine) tra i soldati e i loro comandanti (tutti figli della stessa terra e tutti con nel cuore la fragilità di qualcosa assente e lontano); il silenzio (tema centrale nella scrittura di Dessì) come drammatico momento esistenziale capace di originare significati pratici e analogie sentimentali; la nostalgia della propria terra, dolore della distanza dalla propria patria, dalla propria famiglia, dai paesaggi della vita e dell’anima (la Sardegna), dolore della distanza da se stessi».
Complimenti si puo ripetere al circolo 4Mori!!!