PAOLO PULINA OMAGGIA IL PAESE E IL TERRITORIO DI ORIGINE CON IL NUOVO VOLUME “MEMORIE SU PLOAGHE E LOGUDORO”

Paolo Pulina vive in provincia di Pavia. E' membro dell'Esecutivo della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia


di Cristoforo Puddu

Il profondo legame umano ed identitario con Ploaghe (Sassari), nonostante gli oltre quarant’anni di residenza familiare e lavorativa in Lombardia, continua ad alimentare e nutrire perennemente i sensi di Paolo Pulina. Il sardo-pavese Pulina  ha sempre avuto una non superficiale e non episodica attenzione intellettuale alla sua stimolante comunità sarda d’origine, come risulta dai suoi  tanti scritti e pubblicazioni; quasi a voler  sopperire ad una lontananza fisica con una compensazione vitale, in una dimensione di spazio mentale, e alla luce dell’intelletto e del cuore.

La storia intellettuale e di scrittura di Paolo Pulina ha la caratterizzazione e i segni di un interprete di vite parallele. Ai binari dell’appartenenza – espliciti nel suo nuovo lavoro “Memorie su Ploaghe e Logudoro” e nei significativi precedenti “La poesia dialettale in Sardegna negli anni 1963-1965”(1982), “Ploaghe e Santa Giuletta: cultura di paese e dintorni” (1984), “Il tesoro del Canonico. Vita, opere e virtù di Giovanni  Spano, linguista e archeologo, 1803-1878” (con Salvatore Tola, 2005) e “Su Ploaghe” (2010) – affianca gli ampi orizzonti di studi, ricerche e attività pubblicistica sul mondo dell’emigrazione sarda organizzata (ultradecennale il suo impegno nel settore Informazione e Cultura della FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e  la cura di numerose pubblicazioni periodiche e monografiche per l’Assessorato alla Cultura  della Provincia di Pavia e degli oltre quindici volumi pubblicati dal Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia.  Dunque, operativo motore di inesauste attività di scrittura e di divulgazione storico-letteraria  in un mosaico di lavori editoriali e di operazioni culturali. Ora Pulina, attraverso ricerche pluriennali d’archivio  e propri contributi giornalistici, con i chiari tratti dell’appassionato studioso che ha da sempre coltivato una relazione personalissima, quasi intima, con i luoghi d’origine, ha realizzato un testo di formazione e documentazione, con “nuovi preziosi tasselli”, per la riscoperta e valorizzazione della storia locale di Ploaghe e del Logudoro.

L’opera “Memorie su Ploaghe e Logudoro” è introdotta, oltre che dallo stesso autore che segnala la continuità con il lavoro precedente “Su Ploaghe”, dagli scritti di presentazione di Francesco Baule, Sindaco di Ploaghe, di Salvatore Patatu, Presidente del Comitato per il Canto Sardo, e dall’illuminante prefazione di Salvatore Tola, quasi un breve saggio su storia locale e ricerca, che evidenzia l’abilità e la capacità di Pulina nel ricercare e “rintracciare una qualsiasi notizia, dalla più generica alla più nascosta e singolare”, con un contributo rilevante per “completare il quadro d’insieme” di Ploaghe e dell’area territoriale del Logudoro.

Il volume, di complessive 168 pagine in formato A4 e realizzato con una particolare cura artigianale e di notevole pregio editoriale dalla Nuova Tipografia Popolare di Pavia (info@tipografia-popolare.it), si articola in varie sezioni.  

Le pagine dedicate a “Ploaghe e i suoi uomini di Chiesa” presentano un ricco campionario di personalità ecclesiastiche che vanno dal gesuita Salvatore Pisquedda (1551-1624) a Mons. Francesco Spanedda (1910-2001); seguono “Ploaghe e Ploaghesi nei libri”, con citazioni da opere note (per esempio  “La Sardegna cristiana” dello storico illoraese Damiano Filia) e meno note di quattordici autori; in “Ploaghe nei giornali” sono riprodotti articoli pubblicati dal quotidiano “La Stampa” (1874-1929) e da “Il Messaggero Sardo” (1969-2010), attraverso i quali si rileva un dettagliato scenario informativo locale e fondamentali annotazioni di cronaca e vita sociale di significativi periodi storici lontani tra loro.

Le sezioni successive danno conto dei “Personaggi dell’Otto/Novecento legati a Ploaghe” (Giovanni Spano, Antonio Maria Cossu, Pietro Salis, Antonio Fais, Efisio Mameli, Eva Mameli Calvino, Antonino Biddau, Giovannico Biddau, Giommaria Dore, Martiri di Sutri); dei “Poeti di Ploaghe” (Lorenzo Ilieschi, Foricu Paba, Elia Busellu, Giommaria Pulina, Antonio Michele Salis, Baingio Sini, Salvatore Budroni); degli “Scrittori e scrittrici legati a Ploaghe” (Cynthia Collu, Marco Cubeddu, Annamaria Pulina, Gerolamo Zazzu, Pinuccio Fiori, Gino Camboni, Andrea Pintus, Anna Uleri, Giovannino Pudda, Giuseppe Ledda).

Le ultime tre sezioni sono: “Ploaghe e Logudoro anche secondo alcuni viaggiatori”; “Uno spazio per l’autore di questo libro” (biografia, scritti e ricordi fotografici); “Uno spazio per gli autori delle opere riprodotte a 4 colori nella prima, seconda, terza e quarta di copertina”. L’illustrazione della prima di copertina è  un olio su tela del pittore post-macchiaioli Gaetano Spinelli (Bitonto,1877-Firenze, 1945) e rappresenta una eccezionale “Processione dei candelieri a Ploaghe”, opera custodita a Bitonto nel Museo Diocesano “Monsignor Aurelio Marena”.

Grazie ai tanti lavori pubblicati da Paolo Pulina, come sottolinea il prefatore Salvatore Tola, il paese di Ploaghe risulta essere attualmente tra i più  “illustrati” ed “esplorati” dell’Isola.

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