di Maria Adelasia Divona
Giovedi 18 aprile, giorno in cui il Parlamento si è riunito in seduta congiunta per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, il Circolo dei Sardi “Montanaru” di Udine ha ospitato la presentazione del libro “Francesco Cossiga dalla A alla Z”, che racconta alcune delle memorabili prese di posizione del famoso presidente sardo che ha attraversato cinquant’anni di storia italiana, divenendo una delle figure più complesse e controverse della Repubblica. L’autore, il giornalista a capo della cronaca politica dell’Unione Sarda Anthony Muroni, è stato intervistato dal collega del Messaggero Veneto Maurizio Cescon alla presenza di due politici friulani che hanno conosciuto bene Cossiga: il senatore ex PDL Ferruccio Saro e l’ex senatore DC Claudio Beorchia, appartenente all’organizzazione Stay Behind, meglio nota come Gladio, a cui è dedicato il settimo capitolo del libro di Muroni. In due ore, incalzato dalle curiose domande di Cescon, Muroni ha raccontato gli episodi che hanno caratterizzato il dizionario cossighiano, ma anche cossigherie inedite conservate nel suo archivio personale. Ne è emerso il carattere ruvido e sagace del presidente, di cui una immagine con una dedica speciale è conservata presso il Circolo, segnato da quella balentia che, come dice l’autore, portata agli estremi dai sardi mette in gioco anche la mamma. E via quindi ai ricordi, spesso dolorosi, della storia italiana, come le brigate rosse e il caso Moro, le fratture istituzionali come i dissidi con la magistratura, i giudizi tranchant sugli avversari politici, l’umanità mostrata nel confronti di Donat Cattin, la sudditanza psicologica verso Berlinguer, ma anche il rapporto che il Presidente aveva con la religione e con la tecnologia, le collezioni di soldatini e di telefoni. Due ore intense e ricche di dettagli che hanno tenuto inchiodato alla sedia il pubblico presente.
La presenza di Muroni al circolo è stata favorita da una manifestazione molto più ampia che ha animato tutto lo scorso fine settimana nelle Valli del Natisone. Infatti, a due anni dalla scomparsa di Luca Sanna, l’alpino di Samugheo appartenente all’8° Reggimento Alpini di Cividale caduto in Afghanistan nel gennaio 2011, la locale sezione ANA ha voluto organizzare una tre giorni di eventi per incontrare la famiglia e gli amici di Luca, intitolata “Un angelo in grigioverde”. Il week end cividalese è iniziato venerdì pomeriggio nella caserma dell’8° reggimento con il ricordo di Luca e gli onori ai caduti, alla presenza degli alpini, del padre, del fratello e della cognata del caduto che hanno portato con loro il figlioletto Luca di 15 mesi, e il coro polifonico femminile “Tonara”, molto vicino alla famiglia Sanna, che si era esibito in occasione del matrimonio dell’alpino e per le sue esequie.
Nella serata di venerdì è stato poi presentato l’altro libro di Muroni, “Il sangue della festa. Mortu in die nodida”, un noir ambientato proprio nella città del ponte del diavolo. L’autore, ospite questa volta del Rettore Cernoia del Convitto Nazionale Paolo Diacono, ha raccontato il personaggio di Jaime con l’accompagnamento musicale del collega Matteo Sau e le letture teatrali di passi del romanzo ad opera di Vittorino Michelutti, vicario del Rettore. Jaime è un poliziotto sardo, con le sue contraddizioni: pensa in sardo, pretende di mangiare sardo alla Taverna Longobarda (con i prodotti che si porta ogni volta che torna a casa), ritiene che ogni cosa in Sardegna sia meglio e che l’Isola non dovrebbe fare parte dell’Italia. Eppure è un servitore dello stato italiano che compie fino in fondo il suo dovere, nonostante sia pervaso da un senso di indipendentismo che lo pone in perenne conflitto psicologico con la patria continentale. Jaime è un bel personaggio, di cui Muroni continuerà a raccontare le indagini, sempre ambientate a Cividale, in due nuovi libri in uscita nel 2013 e nel 2014.
Sabato mattina, nell’aula magna dei licei di San Pietro al Natisone, gli alpini hanno allestito la conferenza su “La Brigata Sassari sul fronte giulio”, a cura dello storico Guido Aviani Fulvio e con interventi dello stesso Muroni, già ufficiale della Brigata Sassari. Talmente grande l’entusiasmo di Aviani nel raccontare i due anni della Prima Guerra Mondiale, con un linguaggio forse poco accademico, ma colorito ed accattivante, che gli studenti presenti non hanno fiatato per due ore. Il giornalista sardo ha contribuito raccontando le origini della nostra Brigata e facendo il quadro storico della Sardegna ai tempi della guerra, ricordando come è questa l’occasione in cui i Sardi diventano italiani senza quasi saperlo, sebbene gli isolani, per le loro caratteristiche , siano considerati dall’Italia solo carne da macello da mandare al fronte.
Sabato sera la Chiesa di San Francesco di Cividale del Friuli ha poi ospitato il concerto del coro alpino Monte Nero e del coro polifonico femminile “Tonara”. Compito degli alpini, nel quindicesimo compleanno dalla fondazione del coro, è stato ricordare Luca: “Stelutis alpinis”, “Il Signore delle cime” e “Montagne addio” sono state il sottofondo per le letture, in italiano e in sardo, di passi del libro “Un angelo in grigioverde” scritto da Antonio Sanna, padre di Luca. Anche il coro di Tonara, trascinato dall’entusiasmo della sua presidente, Caterina Carboni, e sotto la direzione artistica di Giovanna Demurtas, ha potuto ricordare Luca e il legame con la sua famiglia, intonando brani dal CD “Alidos de Vida”: l’esibizione si è conclusa con una inedita versione di “Nanneddu meu”, del poeta tonarese Peppino Mereu, ma in particolare, il pubblico cividalese, ha richiesto il bis della filastrocca Tzintzicorru.
Domenica 21, infine, ancora una volta onori ai caduti, ma questa volta a quelli della Brigata Sassari: le autorità civili e militari, i sindaci del territorio e quello di Tonara, gli alpini e le coriste hanno assistito all’alzabandiera e hanno reso gli onori presso il cippo dedicato alla nostra Brigata ad Azzida. La messa che ne è seguita è stata conclusa, a richiesta, con l’esibizione di “Nanneddu meu” da parte del coro femminile “Tonara”. Ancora una volta, dunque, confermato il proficuo sodalizio tra Sardegna e Friuli, questa volta grazie all’amicizia, ormai consolidata, tra gli alpini cividalesi e le coriste tonaresi, di cui i friulani erano già stati ospiti due anni fa in occasione dell’annuale festival organizzato all’ombra del Gennargentu.