di Umberto Aime – Nuova Sardegna
I trasporti sono la madre della campagna elettorale per le Politiche. Dopo il lavoro, che purtroppo non c’è, nei partiti si parla molto di Tirrenia, Alitalia e Meridiana. In due parole: della continuità territoriale, croce e delizia della Sardegna. Chi andrà al governo dovrà per forza occuparsi dell’unico ponte possibile con la terra ferma: aerei e navi. C’è davvero bisogno di chiarezza su convenzioni, contratti, rotte, voli, assegnazioni, gare, biglietti, passeggeri e merci. Nell’ultimo anno, la confusione è stata tanta, con l’isola strattonata più volte, troppe, dall’Unione Europea, che indaga, dall’Antitrust, inquisitore, e contestata spesso a ragione anche dai vari tribunali dei consumatori. Serve un po’ d’ordine, con i sardi ora chiamati (soprattutto nelle aule del Parlamento) a risollevare la testa. È questo l’unico modo per non essere più schiacciati e spolpati da spietate logiche di mercato che vanno sempre a cozzare con un diritto inviolabile e costituzionale: viaggiare alla pari con un pendolare della Milano-Roma, o della Firenze-Torino.
Mauro Pili, capolista del Pdl alla Camera, e Francesco Sanna, candidato Pd per Montecitorio, sul principio sono d’accordo: «È una prerogativa inviolabile», confermano. Su come rivendicarla, applicarla e difenderla i due poli sono invece distanti fra loro, anche nel giudizio (per la verità sempre tutt’altro che positivo) su come questa o quella giunta regionale, amica o nemica, ha gestito la partita. Per sintetizzare il pensiero dei due aspiranti deputati, è obbligatorio andare per capitoli e capoversi.
Trasporti marittimi. Prima e dopo la privatizzazione della Tirrenia, l’anno scorso, è accaduto di tutto e le polemiche sono ancora accese. «Abbiamo assistito a una truffa di Stato – dice Pili – organizzata dai soliti poteri forti, a cominciare da quel cartello fra gli armatori, che è diventato un incubo per la Sardegna. Mi sono opposto, li ho denunciati in Procura e sono riuscito a smascherare le porcherie. Ora, quando andremo al governo, cambierà tutto».
Come? «Servirà una nuova convenzione, ritratteremo le rotte, riapriremo il mercato a alla concorrenza, controlleremo che fine fanno oggi i soldi pubblici per le compensazioni. Insomma, tutto cambierà. Dobbiamo imporre gli oneri di servizio pubblico: chi li accetta bene, altrimenti metteremo all’asta i collegamenti».
È questa la soluzione? «È l’unico modo per garantire alla Sardegna una vera continuità territoriale ed evitare che i 72 milioni dello Stato, pagati ogni anno alla Tirrenia, finiscano nel calderone della società, mentre devono servire per abbattere le tariffe».
La replica che arriva dall’altro fronte è argomentata così: «Dobbiamo tener conto – dice Francesco Sanna – che esiste una convenzione, durerà otto anni, fra lo Stato e la società privata Tirrenia. Ma questo non vuol dire che non ci dovranno essere correzioni. Anzi, saranno indispensabili».
Quali? «Prima di tutto, nella scorsa legislatura, abbiamo ottenuto che in futuro il parere delle Regioni sulle convenzioni sia vincolante, mentre finora, anche, per colpa della giunta Cappellacci, la Sardegna è stata sempre messa da parte. Dunque, serve subito una legge chiara sulla continuità marittima e da lì bisognerà ripartire per rinegoziare il contratto con Tirrenia sulla qualità del servizio e puntare in fretta alla trattativa sulle tariffe: ora sono troppe alte».
Un impegno. «Serve un organismo che controlli e abbia il potere d’intervenire sui prezzi. Poi è necessario che l’isola rientri a pieno titolo nel progetto delle Autostrade del mare: è a Bruxelles che dobbiamo guardare.
Flotta Sarda. Per Francesco Sanna peggio non poteva fare la giunta regionale: «Doveva pretendere – dice – di sedersi al tavolo della privatizzazione con pari dignità e invece s’è messa fare l’armatore con risultati sconfortanti e dai costi esagerati per le casse pubbliche. Fino all’umiliazione che le sue due ammiraglie sono state noleggiate proprio da Tirrenia».
Esperimento sbagliato?”Nei modi e nei tempi – risponde Mauro Pili – perché il peso economico della continuità territoriale deve essere sulle spalle dello Stato e dunque va rivisto l’accordo assurdo fra Prodi e Soru che l’ha scaricato sulla Sardegna».
Trasporti aerei. «Lo strapotere delle compagnie aeree ha bloccato un passaggio storico: la tariffa unica per tutti», a dirlo è Mauro Pili, che dichiara anche le sue tariffe massime per i voli dalla Sardegna per Roma e Milano: «Quarantacinque euro e cinquantacinque E senza altre compensazioni pagate dalla Regione, quello sì che è un aiuto illegittimo e illegale».
È sicuro? «Nei miei prezzi, l’utile d’impresa è già calcolato al 4 per cento e non capisco perché qualcuno lo voglia raddoppiare. Ripeto, gli speculatori vanno zittiti. Servono regole secche, non continue proroghe sostenute da un governo, quello Monti, che si è inchinato alle compagnie fino a concedere a Meridiana e Alitalia il folle libero arbitrio di cancellare i voli anche all’ultimo momento»
Quali gli aggiustamenti? «La legge voluta nel 1997 dal centrosinistra – dice Francesco Sanna– deve ritornare a essere il punto di partenza della continuità aerea. Invece la Regione e Cappellacci hanno commesso un’infinità di errori e svuotato il contenuto di un avamposto del federalismo».
Come rimediare? «Con il prossimo governo di centrosinistra, la Sardegna avrà i soldi che le spettano per la Vertenza Entrate e andranno utilizzati anche per la continuità territoriale. Ma bene, per questo servono nuovi bandi chiari e non pieni di pasticci».
Sì o no alla tariffa unica? «Non può esserci una differenza fra il passeggero pendolare, sardo, e chi viaggia in aereo qualche volta all’anno. Quindi, va subito disinnescato l’ultimo decreto sul taglio dei voli. Poi pretenderemo controlli continui, per evitare che compagnie e società di gestione scarichino presunti costi sui sardi».
Caso Meridiana. È sfinita, è in crisi profonda: come può essere salvata? Per Mauro Pili la compagnia paga un errore: «Non ha saputo leggere per tempo il mercato europeo e non è riuscita a trasformare la Sardegna in quello che doveva essere, una grande piattaforma. Se applicherà finalmente il concetto, ha tutti i mezzi per venir fuori dal tunnel ed essere la compagnia di bandiera dell’isola». Per Francesco Sanna: «Meridiana deve saper reggere la sfida con un mercato che non è più solo regionale, ma sempre più aperto verso i paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. Dunque, viva Meridiana compagnia italo-sarda, ma dico: riveda le strategie aziendali».
Low cost. Secondo Sanna, «sono una realtà fenomenale, ma il confronto con le compagnie storiche deve essere senza furbizie fiscali. Ecco perché il governo dovrà trovare il giusto equilibrio fra i due sistemi». Per Pili, «è possibile che le low cost entrino nel sistema della continuità territoriale, ma le regole devono essere certe e rispettate, per questo i controlli dovranno essere stringenti».
Il domandone. Alla fine l’isola vincerà questa sfida vitale? Pili: «È una crociata e noi parlamentari dobbiamo essere in testa». Sanna: «È un dovere combatterla, senza commettere altri errori».