riferisce Serafina Mascia – Presidente F.A.S.I.
La Presidente del Consiglio Regionale, Claudia Lombardo, dopo il saluto, ha spiegato di aver prontamente accettato la richiesta di incontro pervenutale dalla Consulta dell’Emigrazione, per porre all’attenzione del Consiglio Regionale sia la grave situazione della rete dei Sardi nel Mondo venutasi a creare con i tagli ai contributi 2012 e con quelli previsti per il 2013, sia la necessità di un progetto politico da realizzarsi con una nuova legge per l’emigrazione.
Ha quindi dato la parola agli emigrati perché esponessero le loro ragioni.
Tonino Mulas, vicepresidente della Consulta, ha spiegato quale è stato lo stanziamento dei contributi negli ultimi anni: dai 4.500.000 Euro del 2010 alla proposta ultima dell’Assessore Antonello Liori di calcolare 1.500.000 Euro per il2013. Ha precisato che le associazioni sarde, di fronte alle spese altissime, nelle grandi città di tutto il mondo si autofinanziano almeno per il 40-50 % del totale. Occorre ripartire da uno stanziamento minimo vitale per garantire almeno la sopravvivenza della rete.
Domenico Scala, vicepresidente vicario della Consulta, ha ripercorso la storia dell’emigrazione e della nascita dei Circoli. Ha ribadito la loro funzione sociale e di accoglienza ancora oggi, nel momento in cui riprende con forza riprende con forza l’emigrazione, non solo quella intellettuale, ma anche quella non qualificata. Ha ribadito inoltre l’apporto economico dei Circoli, che c’è stato nel passato e che continua.
Serafina Mascia, presidente FASI, ha parlato dei mutamenti di questo mondo sociale che è un altro popolo sardo fuori Sardegna. L’emigrazione è partita nel dopoguerra con un accordo fra Stati Europei che mandava i minatori del Sulcis in Belgio e in Germania; oggi nei Circoli ci sono anche i figli di quei minatori e i nuovi laureati o i professionisti. I Circoli, dove il requisito per l’ ingresso è solo l’essere sardi, sono uno straordinario strumento fatto di socialità, di volontariato ma spesso anche di professionalità messe al servizio della Sardegna. Serafina Mascia ha quindi elencato brevemente le funzioni e i campi di intervento dei Circoli sardi: questione sociale, rappresentanza, gemellaggi, promozione culturale, funzione economica, attraverso: rimesse, piccola imprenditoria, investimenti edilizi, ristrutturazioni, seconde case, promozione turistica, promozione dei prodotti sardi, pensioni spese in Sardegna dagli emigrati di ritorno o di chi torna per molti mesi all’anno.
Bruno Fois, consultore dell’Olanda, ha parlato del grave pericolo della rescissione delle radici.
Vittorio Vargiu, consultore dell’Argentina, ha parlato dell’esperienza dell’Argentina dove i Circoli vedono crescere la presenza di dirigenti di seconda e terza generazione. Ha parlato poi dell’ospitalità data a giovani venuti dalla Sardegna per motivi di studio. “Non sono stati neanche – ha detto Vargiu – anticipati i biglietti per i viaggi dei consultori. Per il viaggio ho anticipato di tasca mia il biglietto, che mi è costato l’intera pensione di un anno. Lo dico solo per valutare quanto ci teniamo a far funzionare la Consulta e le nostre rappresentanze democraticamente elette”.
Ottavio Soddu, consultore del Belgio, ha detto che per responsabilità nei ritardi dei pagamenti dei contributi e nella prospettiva di soli 1.500.000 Euro di stanziamento si chiudono i Circoli. Si chiude una esperienza di 50 anni di volontariato.
Pino Dessì, delle ACLI, ha parlato del ruolo importantissimo della rete dei Circoli sardi, unica evidente vetrina di una piccola regione rispetto alle altre grandi regioni con più ampie comunità di emigrati come la nostra. Non esistono reti di altre regioni d’Italia. L’esistenza delle associazioni è favorita dall’esistenza delle loro sedi, dove sventola la bandiera dei Quattro Mori. Studi recenti, come quello fatto dall’Ufficio studi del Senato della Repubblica italiana, hanno calcolato quanto è significativo ancora oggi il ritorno in termini economici dell’emigrazione italiana nel mondo. Continuano anche le rimesse, cioè le somme di denaro che vanno alle famiglie che vivono in Italia.
Pietro Pittalis, capogruppo PDL, ha parlato delle associazioni come di una realtà importante. Si rischia di ritornare più indietro di quando c’era il Fondo Sociale. Occorre garantire l’impegno dei fondi. Ha parlato della sua esperienza nel settore dell’emigrazione e del suo coinvolgimento personale (è nato in Belgio). Ha poi affermato di prendere un impegno a far funzionare il sistema con uno stanziamento sufficiente, a partire dalla conferma dello stanziamento di 3.500.000 Euro messo in bilancio nel 2012.
Giampaolo Diana, capogruppo PD, ha detto che è importante che, pur nella crisi attuale, con le emergenze sociali che ci sono in Sardegna, questa rete dei sardi nel mondo sia salvaguardata e salvata, perché è parte del mondo del lavoro. Oltre alle esperienze dei vecchi emigrati ci portano contributi nuovi e attuali come la battaglia per la continuità territoriale. Io che non conoscevo bene la realtà di questo mondo ho cominciato ad apprezzarlo pienamente qualche anno fa quando sono stato ospite a Milano. Sono d’accordo con Pittalis di ripartire dallo stanziamento del 2012.
Attilio Dedoni, capogruppo Riformatori, comincia con una battuta. Se c’è l’impegno dei due grandi partiti siamo a cavallo. Sono totalmente solidale e sostengo ogni possibile azione e intervento. Ricorda come conosce bene la legge regionale 7/1991 e i problemi degli emigrati, per l’esperienza fatta all’Assessorato al Lavoro insieme a Pittalis. E conosco l’impegno di tante grandi persone che tanto hanno dato, e molte associazioni dove sono stato quando non ero più investito di responsabilità dell’assessorato: in Germania, in Belgio, in Olanda, ecc. Occorre anzi dare molto di più di quello che pure stiamo promettendo qui ed è importantissimo cioè lo stanziamento almeno uguale a quello del 2012. Occorre ricordarsi degli emigrati come l’altra metà della Sardegna e quindi anche del riconoscimento del diritto a una rappresentanza.
Luciano Uras, capogruppo Misto/ SEL, ha parlato di situazione molto complicata. La mia vicinanza a queste tematiche e alle vostre richieste mi obbliga anche a mettere in guardia sui meccanismi perversi che regolano la spendita di quanto messo in bilancio. Se non sono stati impegnati nel 2012, avete perso quella parte dei contributi che sono stati stanziati. Non solo ma, se il pagamento di una parte del 2012, viene rimandata al 2013, questo terzo stralcio di spesa peserà sul contributo 2013, venendo di fatto a decurtarlo. Qui ci sono le decisioni della politica, ma anche quelle della burocrazia. Sono presidente della Commissione di indagine sul perché la burocrazia o meglio l’amministrazione – col suo cattivo funzionamento – non riesce a far funzionare quel poco che la politica decide. Bisognerà capire anche questo.
Mario Diana, capogruppo “Sardegna è già Domani”, conosce bene i circoli sardi e li apprezza. Condivide e capisce la preoccupazione per il rischio di chiusura a causa del taglio dei contributi. Ma bisogna tener conto del momento critico e delle imposizioni del patto di stabilità che costringono l’Assessore ad applicare il taglio. Per il 2013 ancora non vi è certezza sulle disponibilità per determinare il piano finanziario, ma l’esigenza di assicurare lo stesso contributo del 2012, per affrontare eventuali tagli e riuscire a salvaguardare la sopravvivenza della rete dei circoli, è un impegno che è necessario assumersi.
Efisio Planetta, Partito Sardo d’Azione, dichiara di essere d’accordo con quanto detto dai colleghi sulla priorità di garantire l’esistenza dei Circoli, di cui ha conosciuto anche le capacità. Cita la mostra su Albino Manca (scultore dimenticato, autore del monumento ai caduti dell’aviazione americana, a Manhattan) che si è tenuta al Vittoriano di Roma, dove intervenne in rappresentanza della presidente Claudia Lombardo. Cita i suoi prossimi incontri a Milano e a Francoforte. E solleva anche un problema: siamo qui a parlare di una questione di bilancio ma è evidente che la politica conosce poco i vostri problemi; bisogna quindi anche migliorare il rapporto fra noi e voi, bisogna che miglioriate il rapporto con il Consiglio in quanto istituzione e con i gruppi consiliari.
Michele Cossa, vicepresidente Consiglio regionale, del Gruppo Riformatori: ho conosciuto il ruolo di rappresentanza dei sardi che stanno fuori e ho avuto la possibilità di seguire il dibattito e capire cosa fanno seguendo il Congresso della FASI ad Abano Terme (ottobre 2011). Sono una risorsa per la Sardegna. Molti fra i sardi nel mondo hanno posizioni di assoluto rilievo. Le associazioni sono tramite per il turismo e le esportazioni: occorre una nuova legge che riconosca, valorizzi, renda moderna ed efficace questa rete. E occorre anche, se ci sono responsabilità anche nella burocrazia, tarpare le ali a chi crea ostacoli nell’applicazione delle decisioni.
Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale, ha concluso l’incontro, dicendo che esso ha esaminato a fondo i problemi, con franchezza e spirito costruttivo.
Il risultato è stato molto positivo perché ha dimostrato la disponibilità dei Capigruppo e quindi del Consiglio a trovare soluzioni; come già è stato fatto nel 2012: “anche per il mio intervento – ricorda – furono ridotti i tagli.”
Gli emigrati salutano, ringraziano ed escono.
I circoli degli emigrati sardi nelmondo rappresentano la prima fonte di promozione della Sardegna, con amore, dedizione e infinita generosità, oltre che un punto di riferimento e di incontro per tanta gente che ha dovuto lasciare la propria terra: non possiamo farli morire!!!
Oramai lo sanno tutti che esistono le nostre stutture in Italia e all’estero…organizzazioni serie che in quaranta-cinquanta anni circa di attività, hanno dovuto affrontare difficoltà di vario genere, non ultime quelle economiche, hanno cercato di dare vita, non ad una rete, ma ad una ragnatela, che avvolge il mondo e riconduce alla Sardegna, come fulcro di un sistema, che ha saputo individuare la diaspora sarda, l’ha saputa organizzare e aiutarla a fare, ha creato là dove non ce n’erano, vincoli con la terra d’origine e là dove già esistevano, li ha rafforzati.
Non è un caso, se già negli anni sessanta, il ruolo di queste organizzazioni veniva considerato di grande importanza, tanto da riconoscere loro, la giusta legittimità per legge in seguito richiamato e riconfermato nelle leggi successive.
A queste organizzazioni, va il merito di avere costruito quella ragnatela prima di tutte le altre regioni italiane.
Una rete che in un certo senso è stata consegnata alla politica, che purtroppo non sempre ne ha saputo approfittare.
All’interno di questa rete, oggi, si muovono correnti di pensiero diverse. Si muovono cervelli di cui la Sardegna si è privata e continua a privarsi. Si muovono personalità politiche di grande rilievo parlamentari, amministratori locali, professionisti, imprenditori, ricercatori di talento, tutta gente che regge le leve del potere in varie parti del mondo.
Un potenziale enorme che la Sardegna ad oggi, non vuole o non riesce ad utilizzare.
I Circoli devono continuare a svolgere le loro attività e devono essere sostenuti dalla Giunta, dal Consiglio e dell’intera politica
regionale…sono in questo modo riusciremo ancora a promuovere l’immagine della nostra terra in Olanda e in tutto il Mondo.