di Alberto Banchero
Quando si legge un romanzo noir si ha spesso – almeno in modo irrazionale – la tentazione di esorcizzare il filo conduttore, venendo puntualmente richiamati alla realtà dai fatti di cronaca che molto spesso superano di gran lunga la fantasia. Sicuramente un genere letterario dove si ha l’impressione che i fatti descritti, siano in qualche modo una esperienza diretta o perlomeno siano abbastanza vicini all’autore da sembrare reali.Veniamo catapultati in un mondo che poco a che fare con il nostro quotidiano , ma che affascina proprio perché non è così lontano. Nel leggere “ Una sporca faccenda “ scritto da Lorenzo Scano, edito da La Riflessione di Davide Zedda Editore, si ha questa impressione: tutto scorre con semplicità, i tempi narrativi sono una giornata tipo di un nulla facente malavitoso che si barcamena tra l’illecito e il poco lecito per poter sbarcare la giornata. Lorenzo Scano ci porta dentro il genere con il più classico dello schema noir, senza essere mai banale, oltre alla trama, creando spunti di riflessione nei confronti di chi cresce all’ombra della legalità a volte per scelta a volte in qualche modo costretta. Lo scenario non a caso è sempre lo stesso: il degrado morale, civile, delle nostre città.
Lorenzo, visto la tua età (19 anni) come ti sei sentito quando hai descritto degrado ed emarginazione?
Chiaramente ho preso spunto dalle situazioni e dalle realtà che tutti noi possiamo vivere giornalmente, attraversando a piedi o in macchina un qualsiasi quartiere della nostra città. Le immagini di degrado che scorrono fuori dal finestrino sono state di ispirazione per iniziare a scrivere “Una sporca faccenda“. Riguardo il mio stato d’animo nel metterle a fuoco, ho conosciuto realmente delle persone che purtroppo, avendo la vita girato in un senso, anziché in quello voluto vivono facendo ogni sorta di lavoro; sempre sul filo del rasoio.
Pensi, che in qualche modo, soprattutto alle nuove generazioni, si debba chiedere più impegno verso l’emarginazione e il degrado a cui in qualche modo siamo arrivati?
Si, e il mio romanzo spero serva soprattutto a questo, oltre che far passare qualche ora piacevole, magari rilassati in poltrona, ai lettori. Inoltre credo che oggi i giovani siano troppo distratti da “non-problemi” e non si accorgano delle situazioni che, come ho descritto nel libro, sono largamente diffuse in tutte le città, mentre altri se ne fregano proprio.
Nella trama della tua prima opera non c’è luce indirizzata verso il futuro
Hai detto bene: non vedo luce verso il futuro solamente tanto, tantissimo buio. Quando si parla di giovani e di futuro o di investire per loro, in questo Paese si di è sommersi parole e solo parole. Comunque spero siano pensieri che presto vengano smentiti. Intanto curo anche un blog, FuoriKontrollo, un magazine di informazione e cultura underground, e spero di trarre soddisfazioni anche da quello.
Da qualche indiscrezione il tuo prossimo racconto potrebbe essere “horror”
Più che altro, diciamo che nel romanzo che sto scrivendo, Acid Trash, ho deciso di mischiare elementi di vari generi letterari (noir, horror, hard-boiled e azione) con l’intenzione di creare qualcosa di nuovo e di originale.
Giovane brillante e?
Bello!? Ah-ah-ah, no scherzo. Non saprei, ci sono tante cose che mi vengono in mente quando mi guardo allo specchio. Non una in particolare, davvero. Penso di essere una persona abbastanza decisa mi piace quello che faccio. E… un sogno: professione dichiarata nella carta di identità artista.