di Tonino Mulas
Vorrei esporre schematicamente le nostre osservazioni.
1.Va evitato il caos e quindi, visto il tempo perso (e le colpe sono di tutti: Governo, Regione, compagnie), deve essere garantita una proroga del regime in essere. Questa responsabilità se la deve assumere il Governo.
2. La proroga non deve valere solo per la Convenzione 1 (Roma e Milano), ma deve valere anche per la Convenzione 2 (Bologna, Verona, Torino, Firenze, Napoli, Palermo). Di questa, che è ugualmente in scadenza, non si sta discutendo malgrado l’importanza di queste destinazioni.
3. Occorre predisporre la nuova Convenzione con l’obiettivo della continuità per tutti, perché il diritto alla mobilità è di tutti i cittadini-utenti e perché lo svantaggio è di tutti.
4. Lo svantaggio è quello oggettivo dell’insularità, non quello della sardità, che è un valore (ed è anche degli emigrati) o della sola residenza. È il mare che rende più costoso per tutti il trasporto di persone e merci.
5. Ovviamente sarebbe giusto che, se ci sono eventuali compensazioni in una continuità rivolta a tutti, queste le paghi lo Stato italiano con il concorso dell’ Unione Europea.
6. Questo svantaggio non può essere superato solo con la libertà di mercato e la concorrenza. La tratta di percorrenza Roma-Milano non è simile a quella Roma-Cagliari. Un viaggiatore, nel primo caso, può scegliere tra le compagnie aeree e tra quelle ferroviarie (è arrivata anche lì la concorrenza) o l’autostrada.
7. Nel trasporto aereo per la Sardegna una parte dell’onere deve andare alle compagnie che rischiano e investono. Se aumentano i passeggeri e il cosiddetto “quoziente di riempimento”, diminuiscono i rischi e aumentano il fatturato e il guadagno.
8. Una parte dell’onere, quella parte che è a copertura della funzione obbligatoria del “pubblico servizio”, indispensabile a garantire la continuità, se la deve assumere lo Stato.
9. Si può ipotizzare di concordare con le compagnie, nell’interesse di tutti, una organizzazione flessibile dentro un quadro di garanzie.
10. Si può avere anche, a tariffa uguale per tutti, una oscillazione (prestabilita, certa e trasparente) delle tariffe nell’arco della settimana. Ad esempio: una tariffa più bassa, durante la settimana, può favorire, da una parte, chi deve obbligatoriamente volare per motivi di salute e di lavoro; dall’altra, può permettere a costi più accessibili l’organizzazione di “pacchetti turistici” da parte di tour operators, di agenzie e di CRAL aziendali. Tutto questo favorirebbe l’aumento dei passeggeri anche fuori dell’alta stagione e quindi l’equilibrio costi-ricavi.
11. È invece dannosa e inefficace la tariffa differenziata – fra residenti e non – per l’alta stagione, come sembra proporsi in queste ore.
A. Intanto è abnorme l’ipotesi di oscillazione: ad esempio la tariffa limite (non più di tre volte di quanto applicato ai residenti) Milano-Cagliari sarebbe di 171 Euro più tasse aeroportuali, così almeno si deduce da quanto riportato dai quotidiani sardi il 16 ottobre. Si pensi che la tariffa attuale di Alitalia Milano –Roma, per far concorrenza al treno, è di 99 Euro, e che, d’altra parte, con un volo low cost si può arrivare in Sardegna con un costo medio di 50/60 Euro.
B. I più penalizzati sarebbero gli emigrati sardi nell’Italia continentale e in Europa: stiamo parlando di un milione di persone che non sono utenti qualsiasi, perché, in quanto sardi, sono più propensi e in qualche modo “obbligati” (da cose, affetti, interessi) ad andare in Sardegna
C. C’è la prospettiva concreta di un danno per il turismo, l’unica nostra risorsa non ancora morta in questi tempi di crisi. Un turismo che con i “pacchetti” potrebbe avere larghi margini di incremento (soprattutto quello verso le zone interne e gli agriturismi; per quello destagionalizzato; per i turismi settoriali: cicloturistico, enogastronomico con le strade del vino, trekking, climbing sportivo, caccia e pesca, e culturale in genere.
D. Non si capisce neanche quale vantaggio rappresenti per le compagnie che accettano le Convenzioni un tale scostamento differenziato, a sfavore dei turisti; ciò favorirebbe solo i voli low cost che sono in continuo aumento. Ovviamente i voli low cost, insieme al merito di aumentare i flussi turistici, hanno però altri limiti evidenti: riducono drasticamente i collegamenti durante la bassa stagione (soprattutto a danno dei sardi residenti); non permettono, per il famoso limite del peso dei bagagli, uno sbocco alle vendite di prodotti agroalimentari e dell’artigianato, che è invece favorito dai voli normali e soprattutto dai trasporti marittimi. E infine hanno costi troppo alti quando, per motivi di necessità, si decide di volare senza un largo preavviso nella prenotazione. Purtroppo c’è poca chiarezza, molta demagogia, molta paura – col pericolo di elezioni – di perdere qualche voto. È più lungo e più difficile spiegare ai sardi residenti che cinque Euro, pagati in più da ognuno dei sardi che viaggiano in aereo, possono corrispondere a decine di migliaia di turisti in più, ognuno dei quali – come dicono le statistiche – lascia, in media, 300 Euro di spesa in Sardegna. Stiamo parlando non solo del diritto a garantire la mobilità ma anche di economia, di sviluppo, di lavoro, che è quello che oggi in Sardegna manca di più.
MANIFESTAZIONI DEGLI EMIGRATI PER IL DIRITTO ALLA CONTINUITA’ TERRITORIALE AEREA
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Aeroporto di TORINO – Domenica 21 ottobre 2012, alle ore 16,30.. un appello a tutti Sardi piu’ siamo e piu’ otteniamo… FORZA PARIS SARDUS, UNIDOS..