di Mauro Piredda
Dopo la parentesi nuorese dell’anno scorso il “Premio Maria Carta”, giunto alla sua decima edizione, è tornato nella sua tradizionale dimora, nella terra natia dell’indimenticabile folk singer e nella piazza a lei dedicata, ben protetta dal murale raffigurante il suo bellissimo volto. Ma è un ritorno che prelude a un nuovo viaggio che il premio rifarà dal prossimo anno andando a toccare nuovi centri dell’isola. “Maria è di tutti i sardi” è stato infatti il messaggio di saluto del sindaco Giuseppina Ledda. Un viaggio impegnativo così come lo è l’attività quotidiana della Fondazione e del Museo menzionate dal presidente Leonardo Marras e dall’assessore regionale alla cultura Sergio Milia, portatore nel suo intervento delle doverose rassicurazioni per il futuro di questa esperienza. Il primo riconoscimento è andato alla rivista “Tottus in pari” arrivata a superare il numero 400 delle sue produzioni nel segno del delicato ruolo di mantenere una fitta rete con il mondo dell’emigrazione. Ma è stato dato spazio anche alla scoperta delle nuove voci con le toccanti interpretazioni di “Diglielo al tuo Dio” di Morricone e dello “Stabat mater” di Maria Carta da parte della giovane Angela Farina di Tresnuraghes. Struggenti come sempre i vocalizzi arcaici dei Tenores di Neoneli, seppur privi temporaneamente della voce di Tonino Cau, reduce da un ravvicinato intervento medico. Premiati anche Massimiliano Medda e i suoi “La Pola” per aver riportato a galla nel corso degli anni l’autentico idioma cagliaritano a rischio di scomparsa persino nel capoluogo. Esibizione azzeccata che ha anche riscaldato un clima improvvisamente mutato con il calare del sole e che ha anticipato la profonda riflessione di Stefano Arrighetti, presidente dell’Istituto Ernesto De Martino attivo dal 1966 sul versante della conoscenza critica del mondo popolare e proletario raccogliendo, conservando e riproponendo in tutta Italia il canto di protesta. Assente Antonello Salis a causa dei suoi innumerevoli impegni lo spazio musicale a metà evento è stato affidato alle Balentes, interpreti tra l’altro di una versione acustica di “Spunta la luna dal monte” dei Tazenda, riportando alla mente Andrea Parodi, già premiato in un’edizione precedente del “Maria Carta”. Di rilievo il premio riservato alla compositrice umbra Lucilla Galeazzi, compagna di strada di Giovanna Marini (anch’essa premiata nell’edizione del 2006) negli anni settanta per poi arrivare a mescolare la musica popolare con quella barocca in un connubio dalle evidenti influenze umbre e sarde, come testimoniato dalla ritmata “Voglio una casa”, pezzo di successo in Francia divenendo la sigla di una trasmissione radiofonica d’oltralpe. Altra esibizione femminile quella di Valentina Casula, oristanese ma ormai punta di diamante nel panorama della world music pescando a piene mani dal jazz e dalla musica tradizionale sarda. Un’edizione particolare, questa, dedicata a un’altra donna sarda, Rossella Urru, spesasi nel mondo per il futuro degli ultimi ma ancora nelle mani dei rapitori. Un messaggio di speranza, quindi, da Siligo. Nel segno di Maria.