di Roberta Murroni
Cosa si prova a leggere un libro come questo?
E’ la domanda che mi sono posta fin dal primo momento, immaginando me stessa compiere un passo a quattro mori, insieme all’autrice. Un cammino difficile, quello della nostra isola e di tutti noi disterrados.
Scrivo di Valentina Usala e per Valentina Usala, e per la sua famiglia sarda e piemontese, suo padre, disterrado come me. Usala scrive per ognuno di noi.
Ho letto il libro nei momenti più insperati, sdraiata a letto, in metropolitana, in pausa pranzo: ogni volta, la stessa emozione, un mix impietoso di gioia e dolore, di ricordi come fulmini nella mente. Profumo di mirto, di corbezzolo, strade sterrate, la pioggia e il profumo di erba bagnata, il mare impetuoso.
Valentina è giovane, molto giovane, ma dalla sua penna traspare una sicurezza di linguaggio e di sentimenti non scontati per la sua età. Ma Valentina è sarda nell’animo, e da quel suo animo profondo racconta di una infanzia felice, quella di suo padre, di una cittadina pobira in canna ma dignitosa, di una pratz’e cresia piena di giochi infantili, di marachelle.
Parla di una Sardegna che non è più tale, ma che sempre è Sardegna in ogni suo profumo, ogni sua sensazione.
Ho pianto, e piangerete tutti, ma non è un ammonimento.
Questo breve romanzo, omaggio alla terra di suo padre, omaggio alla sua cara e amata nonna, tocca nel profondo i nervi scoperti di ogni sardo nato altrove, ma che pur sardo si sente, e di ogni sardo che per propria o altrui scelta, come io sono, s’è visto costretto ed emigrare altrove, per un lavoro, un sogno, una aspettativa.
Sono sardo, nato a Cagliari, ma trasferito a sei anni in Italia settentrionale: ho provato anche io le sensazioni del padre di Valentina. E tante altre sensazioni. Mie. Intime. Simili in tutto e per tutto a quanto descrive la bravissima Valentina.
E’ questo che lega tutti i sardi che un giorno, lasciandosi alle spalle la nostra isola, hanno però agganciato la propria esistenza a quella terra con un filo che non potrà MAI essere reciso. Qualunque cosa possa accadere o quanto tempo possa passare.
Grazie Valentina. Così non ci sentiremo mai più soli.
Giampaolo Pisanu
……queste parole mi hanno commossa, come hanno commosso mio padre….GRAZIE DI CUORE! sono onorata di tutto…
amo il li bro e questa ragazza dolcissima
Durante la pesentazione del libro Valentina mi ha fatto tornare in mente la mia infanzia , la mia giovinezza e la spensieratezza . Io sono nata e cresciuta ad Esterzili un paese a poca distanza da Escalaplano , per me Escalaplano era come una citta’ piena di divertimenti, avevo le amiche figlie di amici di mio padre e spesso passavo settimane intere con loro, i balli nelle case , le passeggiate nello stradone come lo chiamavamo noi era una magia per me ,al mio paese non si faceva nulla di tutto ciò ,ancora oggi a distanza di 40 anni quando mi trovo in paese le vado a trovare, gente dolcissima e ospitale come allora.
Valentina nel suo racconto ha fatto rivivere in me quel tempo passato ma pur sempre vivo nella mia mente , i frofumi i sapori , l’amore per la gente e per la mia terra non svaniranno mai.
Grazie Valentina