di Massimo Cossu
Dopo la presentazione del libro: “L’uomo di Montevecchio” dell’autore Paolo Fadda da lui stesso presentato ai giovani della Circoscrizione nord-ovest e ai soci partecipanti, l’appuntamento si è spostato ad un altro incontro di notevole importanza: un seminario con i soli giovani della Circoscrizione nord – ovest nell’ambito e nella preparazione del V° Congresso Nazionale organizzato dalla FASI il prossimo ottobre. Numerose le adesioni pervenute durante l’organizzazione e alla quale ci si era preparati nella speranza di dare un “nuovo” ed efficace segnale di ripresa delle presenze giovanile. Ma illusione a parte, sui diciannove circoli presenti nelle regioni di appartenenza (Piemonte e Liguria), solamente un numero di dieci partecipanti ha assistito ad un dibattito e ad un confronto delicato ed importante. Presenti i ragazzi del circolo di Gattinara, Monica Mussa; quelli del circolo di Biella, Giovanni Chergia e Laura Valsecchi; Antonello Tatti del circolo di Rivoli; Luigi Zara di Domodossola; una giovanissima del circolo di Piossasco e i ragazzi di Alessandria: Emanuele Locci, Valentina Usala, Andrea Tettei, Maurizio Arca e Massimo Cossu. Presente anche il coordinatore Nazionale della FASI, Giancarlo Palermo. Importante è stata la testimonianza ed il lavoro svolto dai giovani già presenti prima all’incontro di Bologna nel maggio scorso e al meeting di Chia del mese di giungo. Fondamentale la partecipazione dei giovani in vista e nella preparazione al Congresso di Abano Terme dove, i giovani, (se saranno sempre gli stessi a seguire i lavori) porteranno il loro contributo in termini di partecipazione e di testimonianza. Le domande fondamentali che sono emerse sono frutto di spunti di riflessione di chi, già in passato partecipe a queste iniziative ha potuto notare l’importanza e l’urgenza in cui oggi si trovano a vivere i circoli; e di chi, come altri, si trova oggi per la prima volta e l’esperienza da costruire in un confronto nella realtà chiamata Circolo Sardo o Associazione, ecc ecc… A mani, come riferimento e misura di confronto, la nota consegnata dalla FASI dal titolo: Contributo dei sardi nel mondo nei tempi della crisi”; una tesi dove vengono illustrate le difficoltà economiche-sociale in cui si trova la Sardegna di oggi e, sulla quale di alcuni punti importanti legati all’emigrazione e alle difficoltà diffuse, si è cercato di porsi degli interrogativi e di darsi alcune risposte rassicuranti. Dopo una presentazione accurata del motivo dell’incontro, si è cercato di dare spazio a tutte quelle domande che governano gli spazi vuoti dei nostri circoli; dalla più banale (che banale non è…) del tipo: “Perchè i giovani si allontanano quando iniziano ad inserirsi all’interno di una struttura come i circoli?” Oppure ad altre di carattere generale: “Si allontanano perchè non trovano “ragione nel coinvolgimento?” (quindi non si avvicinano mai…); oppure: “non vi sono stimoli sufficienti da parte dei “vecchi soci”?” Oppure ancora: “non si sentono veramente PARTE ATTIVA della struttura?” Domande che ponevano altre domande e risposte che si intrecciavano ad altre risposte. La discussione nata anche dal’assenza di quei giovani che pur avendo dato la loro adesione non si sono presentati; numerosi gli interrogativi e nella fattispecie da stimolo a voler proseguire il dibattito. C’è chi, come Giancarlo Palermo, ha parlato di questo vuoto come di una “questione ciclica”; nel senso che i Circoli vivono periodi dove i giovani frequentano i circoli in modo attivo ed in altri periodi in cui invece nei circoli non si incontra nessuna figura giovanile. O di chi, come Maurizio Arca, del Circolo di Alessandria, stimolare i giovani a voler essere “parte attiva” anche in quelle attività di poco stimolo creativo… o il giovane Zara di Domodossola che si domanda se effettivamente questa ricerca di attività culturale è veramente sentita da parte dei giovani sardi e se veramente ci si deve sentire coinvolti per riuscire a fare qualcosa. Insomma, la curiosità di cercare domanda fa parte di tutti ma, in particola modo, da parte di coloro – come questi giovani – che non sempre si sentono stimolati a sentirsi coinvolti. E allora un susseguirsi di domande sulla continuità di questi circoli. Ma cosa significa poi continuità? Cos’è il cambiamento se non quell’atto futuro che i circoli vanno ricercando e faticano a trovare; ed è proprio in quest’ottica che si continua a voler vedere un processo già in atto da tempo anche tra e con le “vecchie generazioni”. Bisogna naturalmente crederci, ecco! Forse è l’unica, ma non l’ultima, cosa che ci dobbiamo chiedere tutti: Ci crediamo? Ci crediamo in questi giovani di cui tanto si parla alle riunioni di direttivo, o agli incontri, ai meeting appositamente organizzati per loro per coinvolgerli… Ci credono, oppure e solo una macchina organizzativa capace solo di bruciare soldi e poi tutto finisce nel nulla? Ne è nata anche una riflessione legata alla questione della fiducia da dare ai giovani: a chi concederla? Bisogna conquistarla? Fiducia da acquisire nel tempo solo con il passaggio di chiari obbiettivi, oppure siamo anche noi giovani, alcune volte, a voler pensare di essere capaci di fare tutto e invece nella realtà non siamo capaci di fare quanto è almeno necessario?. Ecco, su queste tematiche il Circolo “SU NURAGHE”di Alessandria ha ospitato i giovani del nord – ovest. Su queste tematiche, credo ci si debba interrogare tutti: giovani, meno giovani, direttivi, presidenti, Federazione. Se veramente questo filo conduttore che chiamiamo “Circolo” ci alimenta, ci illude, ci fa soffrire ma ci colma anche quel vuoto con la cultura, con il folklore, con l’armonia e lo stare insieme; se ci fa per un attimo, per alcune ore, sentire meno soli e coesi e sentiamo quest’energia pulsare dentro, allora siamo chiamati tutti a rinnovare questo progetto comune; siamo tutti invitati a l’unica idea efficiente per dare un giusto e sano corpo all’agonizzante vita del nostro Circolo; tutti siamo chiamati a dare il nostro piccolo contributo, nel rispetto di chi c’è stato prima di noi, per noi stessi, per gli altri e, soprattutto, per il bene della Sardegna.