di Mauro Pinto
La Settimana Santa in Sardegna anima processioni e rappresentazioni sacre seguite con grande entusiasmo e devozione. Un mondo spirituale di simboli e allegorie in cui la cultura si fonde con le tradizioni per ribadire l’identità di un popolo. Le celebrazioni legate alla Sa Chida Santa (Settimana Santa) in Sardegna sono particolarmente sentite dal popolo che vive la fede con trasporto e devozione: testimonianze da ripetere ogni anno animate da un entusiasmo spirituale intenso e semplice allo stesso tempo. In questo momento religioso si susseguono eventi di grande emozione, rappresentati dalle processioni dei Misteri, dai Sepolcri, dalla crocifissione (S’Incravamentu) e dalla deposizione della Croce (S’Iscravamentu), per poi arrivare alla riunione di Gesù risorto con la Madonna (S’Incontru). L’inizio della Settimana Santa è segnato dalla Duminica ‘e pramas (Domenica delle palme) dove i fedeli, ripetendo il gesto di duemila anni fa, innalzano e sventolano le palme intrecciate per ricordare il momento dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme.
I rami sono benedetti nel corso della Messa Solenne e il rosario viene scandito in limba, un dialetto sardo cantilenante che rievoca usanze arcaiche. Il lunedì e il martedì sono giorni incentrati sui “Misteri” (Sos Misterios): simboli dalla forte carica allegorica custoditi dalle varie confraternite. Il calice, il flagello, la corona di spine e la croce riportano in scena le pene patite da Gesù, una sofferenza sentita nei cuori dei partecipanti alla processione mentre cantano il “Miserere.” Giovedì è il primo giorno del triduo pasquale che si articola nei momenti della Passione e Resurrezione del Signore. Durante il Jobia Santa le profezie funeste del tradimento di Giuda e del rinnegamento di Pietro sono protagoniste insieme alla ritualizzazione dell’Eucarestia: Cristo offre il proprio corpo e sangue e chiede alla Chiesa di riproporre questa testimonianza fino alla fine dei tempi. La decorazione dei sos Sepurcros (i Sepolcri) con spighe di frumento segna la fine della liturgia che vedrà i fedeli compiere il percorso delle sette chiese con la Madonna Addolorata. Chenapura Santa (Venerdì Santo) ha il suo momento clou nella crocifissione: attimi catartici che racchiudono il più intricato e affascinante dei misteri del culto cristiano. L’avvenimento ha lasciato un’impronta talmente pregnante da far adottare la croce come simbolo di fede. La domenica di Pasqua saluta l’alba con un vociare festoso e l’aria si riempie di frasi come “bibu est Deus” (Cristo è vivo): i cori accompagnano la ricongiunzione tra il simulacro di Cristo Risorto con quello della Madonna sottolineando, con lo scambio degli auguri, che Pasqua alberga tra i cuori dei presenti rinsaldati nella fede.