di Massimiliano Perlato
Il Centro Sociale Culturale Sardo di Milano presso la Sala della Memoria in Piazza Duomo, ha desiderato commemorare la straordinaria figura di Giovanna Cerina in occasione della Giornata della Donna. Una personalità politica sarda che ha lasciato un segno positivo e tangibile in tutti coloro che hanno avuto la possibilità di conoscerla. La Cerina, scomparsa nel 2009, è stata Consigliere Regionale nella scorsa legislatura, dopo esser stata tra i soci fondatori del Progetto Sardegna al fianco di Renato Soru. Docente di semiotica e finissima studiosa di letteratura, a Milano è stata ricordata oltre che dalla Presidente del circolo degli emigrati sardi del capoluogo meneghino, Pierangela Abis, dal Presidente della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, Tonino Mulas. Giovanna oltre che essere una cara amica di lunga data – ha ricordato Mulas – era anche l’amica più sincera del movimento degli emigrati sardi. Sempre disponibile, sempre presente nei circoli quando è stata chiamata. Generosa, intelligente, ironica, aveva una comunicativa popolare. Giovanna sapeva districarsi bene in ogni situazione: in Università, in un salotto, in un ovile se necessario. Affabulatrice divertente, diveniva colta e saggia anche in limba.
Anche la Abis ha bramato dare importanza agli aspetti consistenti della sintonia con la Cerina: ha lasciato un vuoto, perché persone così prodighe non esistono più. La sua umanità e disponibilità sono l’esempio di una dedizione totale al servizio, all’impegno rigoroso e continuo. Appassionante il messaggio letto ai presenti del marito di Giovanna, Giovanni Piroddi, docente di storia della letteratura italiana all’Università di Cagliari. Piroddi, liberamente non è voluto esser presente all’appuntamento di Milano conscio della forte emozione che gli avrebbe provocato. Con la sua testimonianza scritta ha voluto rammentare come la moglie abbia affrontato il cammino lungo e traumatico della malattia con coraggio e serenità.
A Milano per commemorarla, hanno dato ampia testimonianza con pensieri e riflessioni anche Francesca Barracciu, Consigliere regionale della Sardegna; Rosanna Romano, Capufficio stampa della Regione Sardegna; Maria Grazia Calligaris, Giornalista ed ex Consigliere Regionale, Presidente dell’Associazione Socialismo Diritti e Riforme; Luisa Marilotti, Consigliere Regionale di Parità e Gonaria Floris, Docente dell’Università di Cagliari ed ex allieva della Cerina. Gli interventi sono stati armonizzati dalla giornalista Carmina Conte che ha introdotto il dibattito con un filmato che ritraeva proprio la Cerina qualche mese prima della sua morte, al Parlamento Europeo di Bruxelles, dove era intervenuta con una delegazione di donne sarde per affrontare la tematica a lei molto cara sulle sorti de “Sa Limba”.
Amante della cultura e del sapere, della sua terra natia, Nuoro, e della sua Isola madre, la Sardegna, Giovanna Cerina ha dedicato la sua vita agli studi scientifico-letterari, e alla narrativa di molti scrittori dell’Ottocento, come Pirandello e Calvino. Particolarmente affascinata dalla figura della scrittrice Grazia Deledda, anch’essa nuorese, ha curato l’edizione in sei volumi del suo corpus di novelle per l’editore Ilisso. La cultura, per la “professoressa” Cerina, come amava essere chiamata anche durante la carica istituzionale di “onorevole”, tra i tavoli dell’aula – ha evidenziato la Barracciu menzionando anche gli approcci personali sui banchi del Consiglio Regionale, eletta nella XIII Legislatura con il listino del Presidente Renato Soru- era intesa nel senso più ampio e aulico del termine, rappresentava per lei il punto unificante e di appartenenza di un popolo.
Il nome di Giovanna Cerina si annovera tra i componenti del Consiglio d’amministrazione dell’Università di Cagliari e del Consiglio d’amministrazione dell’Ersu, del Comitato scientifico dell’Istituto regionale etnografico di Nuoro e del Comitato scientifico della collana “Bibliotheca sarda” della casa editrice Ilisso. Un chiaro esempio del fatto che l’età sia solo uno stato d’animo. La sua scomparsa per i parenti, gli amici, i colleghi di cattedra universitaria o di militanza tra i banchi della politica, è un dolore forte ancora oggi a due anni di distanza. La ricorderemo per il suo fare materno, per la sua munificenza, per il suo occhio sempre diligente e comprensivo nei confronti delle irrisolutezze e del male di vivere che rende irrequieti gli animi negli anni della gioventù più accesa -ha evidenziato Maria Grazia Calligaris
Luisa Marilotti ha diffuso sul suo “fare politico” e del valore del personaggio Cerina nella società odierna. La passione e il piacere dell’intelligenza l’avevano spinta negli ultimi anni, all’attività politica, ma sempre con il distacco e l’ironia sottile di chi sa – hanno sottolineato tutti i relatori al Convegno di Milano – che la politica può essere il luogo in cui le migliori intenzioni sono annullate dal gioco triste del potere.
Rosanna Romano, primo Capufficio stampa della Regione Sardegna della storia, prende la Cerina ad esempio per tutte le donne che fanno politica, che dovrebbero insieme far quadrato per contrastare il potere maschile nei ruoli che contano. Un atto di coraggio – mette in evidenza la Romano – è stato proprio l’impegno e il lavoro in politica fra i banchi del Consiglio Regionale, dove si è sempre distinta per la sua onestà intellettuale, adoperandosi soprattutto nell’ambito della cultura, per salvaguardare una terra, come quella sarda, che è afflitta oggi da mille piaghe. Piaghe, che la Cerina con il suo impegno sino all’ultimo respiro esistenziale, ha cercato di debellare con tutte le sue forze.