di Cristoforo Puddu
La rete ferroviaria in Sardegna -pur rappresentando un importante motore di sviluppo per le attività commerciali e di contrasto ad arretratezza e isolamento- ha una storia travagliata, segnata dallo scempio di meravigliosi boschi di querce, elci e ginepri che iniziò nel 1821 “quando Carlo Felice decide la costruzione di un’arteria utile a collegare il Sud al Nord Sardegna”. Il tutto si risolve nell’immediatezza con un sistematico disboscamento “per mano dei Piemontesi e sotto il consenso del Conte di Cavour, in cambio di fondi speciali riservati”che Inghilterra e Francia offrono per il legname loro necessario alla corazzatura delle navi da guerra. L’attuale rete ferroviaria dell’Isola si sviluppa per 1.035 km (429 km rappresentati da linee a scartamento ordinario e 606 km a scartamento ridotto) e la realizzazione ebbe inizio solo dopo l’Unità d’Italia. La Sardegna, ultima area del Regno sprovvista di una ferrovia per trasporto pubblico e con solo brevi tratti privati ad uso industriale e minerario, deve confrontarsi immediatamente con il disinteresse dei politici nazionali. I solleciti interventi di Giuseppe Garibaldi e dei deputati rappresentativi dell’Isola portano la politica alla creazione di una cordata italo-inglese, nel 1862, guidata dal cavaliere Gaetano Semenza e basata sulla costruzione delle linee progettate dall’ingegnere inglese Benjamin Herbert Piercy (Trefelwys, 16 marzo 1827 – Londra, 24 marzo 1888). Nasce così la Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde, costituita a Londra il 2 giugno del 1863 come società per azioni detentrice di concessione governativa. Gli accordi prevedono la realizzazione di 400 km di strade ferrate e un compenso in terreni per i capitali inglesi: la grande estensione di proprietà di beni ademprivili ceduta è relativa a boschi e pascoli per 200 mila ettari. Bisogna attendere il 1° maggio 1871 per vedere in esercizio il primo tratto di ferrovia tra Cagliari-Decimomannu (km 16,5); seguono la costruzione i tratti Cagliari-Oristano, Cagliari-Iglesias e Sassari-Porto Torres. Nel 1880 si completa il collegamento della linea Cagliari-Sassari e nel 1883 si realizza il prolungamento che congiunge i porti galluresi di Terranova e di Golfo Aranci. Progredisce la necessità e creazione di ulteriori e nuovi rami ferroviari che la legge del 22 marzo 1885 individua nella Cagliari-Isili-Sorgono (diramazione Lanusei-Tortolì), nella Bosa-Macomer-Nuoro (diramazione Ozieri-Chilivani che registrerà i 9 km di collegamento nel 1891 e l’attivazione con il tratto Tirso-Illorai nel 1893), nella Sassari-Alghero e il tratto Monti-Tempio in funzione nel 1888. Con la fine del 1896 la rete sarda a scartamento ordinario raggiunge i 414 km e la Compagnia Reale attiva il collegamento da Iglesias alla frazione mineraria di Monteponi: sarà l’ultimo tratto realizzato dalla società fondata a Londra che chiuderà ufficialmente l’attività nel 1920.