di Andrea Piras
Non teme rivali. Così suggestivo, così unico. E tanto affascinante da aver conquistato il primo posto nella classifica dei fari più belli al mondo. In grado di suggerire ancora, come ha fatto per centocinquanta anni, la rotta ai naviganti, di garantire la sicurezza di chi va per mare ma anche concedersi, con le sei suite di ineguagliabile eleganza ricavate nel vecchio edificio sapientemente restaurato dall’architetto Mario Dal Molin e i suggerimenti dello stesso proprietario, Alessio Raggio, a chi desidera sostare una notte, qualche notte, una settimana intera sull’immenso promontorio di Capo Spartivento affacciato sull’acqua. A cinquanta chilometri da Cagliari, a pochi passi dalle spiagge di Chia. I rivali, in questa gara promossa da Stile.it (la bibbia on line delle tendenze di alto livello) d’altra parte c’erano eccome. E tutti agguerriti, in grado di dare filo da torcere per le loro caratteristiche che sommavano il fascino dell’antico che ogni faro possiede alle comodità moderne di un vero e proprio albergo di gran lusso. Aperto da pochi anni, dopo un interminabile iter per riuscire a ottenerne la concessione, ora la perla di Capo Spartivento sembra essere diventato l’oggetto del desiderio di chi sceglie una vacanza davvero insolita. Americani, soprattutto svizzeri, cinesi, persino un australiano. E naturalmente italiani. Facoltosi turisti più o meno conosciuti al grande pubblico ma i cui nomi, Alessio Raggio, conserva gelosamente per garantire il massimo della privacy. Inutile insistere, tentare di strappargli qualche indiscrezione. Il silenzio, rotto solo dal grido dei gabbiano e dal rombo dell’acqua quando il mare infrange sotto la scogliera, è parola d’ordine sul Capo Spartivento, dentro e fuori dalle mura del vecchio, magnifico faro. Dove tutto è particolare. Compresa la cucina, il regno dello chef di Porto Torres Gabriele Piga, che il direttore della prima scuola di gastronomia francese di formazione e specializzazione di fama internazionale creata da Gaston Lenôtre nel 1971, ospite al faro, ha invitato a Parigi dopo aver assaggiato i suoi piatti. «La fama e il successo – racconta Raggio – il faro se l’è conquistata con il passaparola. E poi, naturalmente, con le pubblicazioni su stampa specializzata e non. Era stato un nostro ospite straniero a spargere la voce in quell’ambiente di nicchia che rappresenta potenziali nostri clienti. Il resto è stato facile. Recentemente siamo stati presenti sul magazine di Le Figaro, raggiungendo ben seicentomila lettori, così come siano comparsi su una collana editoriale della Cina». Insomma, un urlo. Seppure elegante e poco sguaiato come vuole essere, ed è, il faro di Spartivento-Chia. Guest house di lusso, una casa per gli ospiti assolutamente raffinata: così la classifica Stile.it. mentre le consegna il podio internazionale, cantando le lodi del faro e del suo giardino di tremila metri quadri accarezzato dal profumo della salsedine e della macchia mediterranea e dominato da un ulivo secolare, una piscina a sfioro con una splendida vista sul mare. Poi il paradiso, l’eleganza dei 600 metri quadri di pietra e muri e mattoni che nulla hanno a che fare col cemento. «È stato un restauro ecocompatibile, dove neppure un sasso è stato aggiunto all’architettura originaria», assicura Alessio Raggio. «Ed è anche per questo che stiamo ottenendo riconoscimenti così importanti». Primi, insomma. Con alle spalle fari di altrettanto fascino, magari “toccati” dalle mani sapienti di grandi architetti anche loro di fama. C’è il Corsewall Lightouse a Kirkcolm, al secondo posto nella classifica dei più belli al mondo. Vista spettacolare e ottimo cibo le carte d’identità di questa costruzione che svetta sulla costa scozzese e che dal 1815 illumina l’ingresso della baia di Loch Ryan. Un’età che non può che assicurargli fascino e romanticismo. E poi la Norvegia, che nella classifica di Stile.it ha conquistato ben due piazzamenti con altrettanti fari: quello del Molja Lighthouse Tiny, facilmente raggiungibile all’entrata del porto di Aelesund (gli interno sono stati realizzati dagli architetti dello studio Snhoetta, gli stessi che si sono dati da fare per l’Opera House di Oslo e il Museo Ground Zero a New York), e il faro di Svinoy (suo il quarto posto), appollaiato sugli scogli e raggiungibile solo in elicottero. E dell’Olanda, il quinto piazzamento. Il faro, costruito negli anni Venti, qui si trova circondato dalle abitazioni del centro storico. La sua lanterna è stata spenta nel febbraio del 1998. Bisogna scalare 80 gradini per raggiungere tre lussuose suites dotate di ogni confort, affacciate sul mare ma anche sulla città, sull’antica Harlingen. Da venticinque metri d’altezza. Dal cielo, tra le nuvole d’Olanda.
* Unione Sarda – luglio 2010