di Cristoforo Puddu
Nel ‘500 Andrea Bacci, medico e naturalista discendente degli ultimi imperatori di Bisanzio, nel monumentale trattato De Naturali Vinorum Historia decantava con estrema positività la Sardegna come “l’isola dei vini” (Sardinia, insula vini); la coltivazione della vite era stata diffusa con vigore nel VII° secolo a.C. per opera dei Fenici, proseguita in epoca romana, incentivata successivamente dai monaci benedettini ed infine regolamentata la conduzione qualitativa dei vigneti con la Carta de Logu di Eleonora d’Arborea. Oggi, raggiunto il giusto equilibrio tra tecnologia e tradizione, il settore della vitivinicoltura registra una sempre più interessante presenza operativa e gestionale al femminile; dunque si prospetta un futuro sardo sotto il segno dei “vini in rosa”. Per sottolineare la tendenza, la Consigliera regionale di Parità, Luisa Marilotti, ha promosso -a Cagliari nella sala conferenze della Camera di Commercio- il convegno “Binu ‘e feminas. Novità e qualità se il vino è ‘in rosa’”. Nell’occasione presentate due pubblicazioni sul ruolo e presenza delle donne nelle imprese di “un settore da sempre a dominanza maschile”, ora caratterizzato “da una costante ricerca di produzioni di qualità” ed attenzione “alle esigenze di mercato” per la particolare sensibilità dettata dai “saperi delle donne” con la rivalutazione dei vitigni autoctoni. La viticoltura rappresenta, per reddito e diffusione, la principale coltura con un’estensione rilevante di eccellenti vigneti. Tracce di un laboratorio enologico sono state trovate nel nuraghe Arrubiu di Orroli e sarebbero da collegare alla lavorazione della spontanea e preistorica vitis vinifera. La produzione dei vini è programmata sulla base delle direttive CEE. L’elenco dei prodotti sardi comprende i prestigiosi vermentini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, quelli a Denominazione di Origine Controllata (Cannonau, Carignano del Sulcis, Vernaccia di Oristano, etc.) e i numerosi vini ad Indicazione Geografica Tipica con l’apprezzata novità dell’Arvesiniadu, prodotto limitatamente nell’area del Goceano. La produzione sarda complessiva è di elevata qualità e particolarmente considerata per le tipiche caratteristiche organolettiche.