OLTRE 200 PERSONE ALL'OPENING DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA A DUBLINO DEL SARDO ROBERTO GRAFFI

un momento dell'appuntamento di Dublino con Francesco Dominoni, Roberto Graffi e Mauro Demuro (nella foto a partire sinistra)

un momento dell'appuntamento di Dublino con Francesco Dominoni, Roberto Graffi e Mauro Demuro (nella foto a partire sinistra)


ci riferisce Mauro Demuro

Oltre 200 persone all’Opening della mostra di Roberto Graffi a Dublino organizzata da Irlandiani.com. Tra le nazionalità presenti c’erano italiani, inglesi, irlandesi, spagnoli, polacchi, francesi, argentini, tedeschi, olandesi e svedesi, presso la vineria italiana La Taverna di Bacco, in Blooms Lane, nel centro di Dublino, la mostra fotografica dedicata agli scatti di Roberto Graffi sull’arte della lavorazione del sughero a Calangianus, un paesino della Gallura, nel nord-est della Sardegna. Le foto rimarranno esposte fino al 16 marzo e l’accesso all’esposizione è completamente gratuito. All’inaugurazione erano presenti l’autore della mostra, Roberto Graffi, e tutto lo staff di Irlandiani, felici di rispondere a domande e curiosità dei numerosi visitatori su contenuti e motivazioni di questa caratteristica mostra.  Il sughero e’ da sempre stato un simbolo, oltre che un’importante fonte di guadagno in Sardegna, e ogni volta che apriamo una bottiglia di vino buono abbiamo quell’emblema davanti ai nostri occhi. Ciò che non sappiamo e’ che quel piccolo tappo di sughero e’ in realtà frutto di tante ore di lavoro e di un sapere tramandato da diversi decenni di tradizione che Roberto, con le sue foto, descrive in modo sapiente ed artistico. Le foto di Roberto, racchiuse anche in uno splendido libro con la copertina in sughero, testimone dell’utilità e versatilità di questo materiale, e il video descrittivo realizzato con la fondamentale collaborazione di Gian Carlo Deligios, ci raccontano la poetica spontaneità dei personaggi impegnati in quest’arte millenaria: il processo della lavorazione del sughero, dall’estrazione dalla pianta (quercus suber) fino alla creazione dei turaccioli. Nei suoi bellissimi scatti, si rivivono le emozioni di quelle persone per cui la lavorazione del sughero e’ da sempre parte integrante della vita quotidiana: gente semplice e di esperienza, che usa da sempre pazienza, passione e professionalità nella lavorazione del materiale. Nelle foto e nelle frasi che le accompagnano e’ facile intuire che si tratta di un mondo completamente diverso da quello di una grande capitale come Dublino, dove le giornate scorrono più lente e si ha più tempo da dedicare al dialogo ed alla malinconia. Eppure tante bottiglie di vino e spumante conservate in maniera impeccabile dai tappi di sughero e poi stappate in tutte le frenetiche capitale europee (e non solo!) hanno una storia che inizia in un piccolo paese dove la frenesia non esiste. ”il mondo fuori corre veloce” affermano attraverso la  finestra della loro bottega gli artigiani Mario (padre) e Ruggero (figlio) Cossu. Gli organizzatori della serata sono Mauro Demuro da Calangianus, che risiede a Dublino da diversi anni dopo aver vissuto 3 anni e mezzo a Londra e Francesco Dominoni, presidente di Irlandiani.  Mauro ha voluto dare la possibilità ad un suo concittadino di esportare degli scatti d’autore anche qui a Irlanda, dopo la riuscita esposizione di Roberto nella sede del Consolato Generale d’Italia a Boston.
Mauro ha dedicato tanto tempo a questo progetto spinto dal forte attaccamento alla sua terra, nonostante e soprattutto, i tanti anni trascorsi all’estero. Francesco ha subito accettato con entusiasmo di collaborare mettendo a disposizione il sito più visitato dagli italiani in Irlanda per promuovere l’evento ed la sua esperienza  per aiutare a trovare un locale dove far ospitare l’esibizione fotografica. La mostra vuole infatti essere anche un tributo e una occasione di incontro per la numerosa comunità sarda presente a Dublino, una tra le comunità italiane più apprezzate dai dublinesi per serietà e dedizione. Aspetto quest’ultimo confermato anche dalle parole di Roberto che alla nostra domanda sulla comunità sarda ha risposto: “è vero: mi sento praticamente a casa e ho persino rivisto tanti vecchi e cari amici”.

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