di Gavino Dobbo
In qualità di Presidente del circolo "S’Emigradu" di Vigevano, vorrei ringraziare pubblicamente Carla Orrù e Rita Atzeri,di "Anfiteatro Sud" la compagnia teatrale ogliastrina, che si sono esibite sabato 21 novembre, a Vigevano, nello spettacolo teatrale "S’accabbadora" ottenendo uno straordinario successo. "S’accabbadora", di Susanna Mameli. S’accabbadora era secondo la tradizione sarda "colei che dava la buona morte"; una figura a metà tra storia e mitologia che veniva chiamata dai familiari delle persone sofferenti per dare sollievo e concedere il "sonno eterno". Nella casa di s’accabbadora, la sua serva sistema e rassetta la stanza e intanto racconta i fatti della padrona. Dalle sue parole nasce il ritratto dell’inquietante Antonia: levatrice, donna delle medicine, figura crepuscolare solitaria, sfuggente e schiva. Si sa che da fanciulla fu abbandonata sull’altare sotto lo sguardo dei fedeli, si dice di come i fiori le si appassirono in volto; si racconta di come nessuno osò fermarla e della mano pietosa che fece cigolare la porta della chiesa, consegnandola alla luce divorante del mezzogiorno. Insomma il cielo bisogna guadagnarselo e Antonia si fa serva e missionaria degli uomini in terra, affaticandosi a fare quello che nessuno vuole o ha il coraggio e la forza di fare: aiutare a nascere e morire. La serva e la padrona si cavano i peccati dall’anima con crudele affetto, fino a che la serva chiede quella pietà che Antonia ha sempre reso altrove. Ma per s’accabbadora questa volta è diverso.