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Nei vertici del G8, molte delle conversazioni più importanti avvengono al di fuori delle riunioni plenarie, negli incontri informali o in quelli bilaterali. Il summit tra i capi di Stato e di governo tra i Paesi più sviluppati del mondo con l’aggiunta della Russia non prende decisioni operative, ma elabora indirizzi, linee politiche e impegni. Molti sono destinati a non essere applicati nei termini sanciti, ma le rotte delineate, gli obiettivi fissati vanno tenuti presenti. Vengono riassunti in documenti e dichiarazioni scritte, e all’Aquila ne saranno prodotti almeno 7 o 8. Per adottare scelte decisive per il mondo, ormai non basta mettere intorno a un tavolo soltanto Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Russia. Altri Paesi rivendicano ruoli di peso, e non sempre saranno interlocutori facili. La questione iraniana: per valutare a quali atteggiamenti ricorrere verso l’Iran, il G8 terrà in conto solo in parte i cortei spezzati dalla repressione dopo che Ahmadinejad è stato confermato presidente da elezioni contestate. Gli Otto, che poi saranno 10 perché affiancati dal presidente della Commissione europea e dalla Svezia che è presidente di turno dell’Unione europea, si pronunceranno pensando innanzitutto ai piani nucleari di Teheran e ai loro effetti geopolitici. Fino a ieri, la Russia ha frenato le prese di posizione dure contro Ahmadinejad. Le opinioni pubbliche statunitensi ed europee premono invece in quella direzione, ma per Barack Obama può essere ancora presto per ritirare la sua offerta di dialogo all’Iran. Uno dei più duri verso Teheran risulta il premier britannico Gordon Brown. Il G8 non ha il potere di decidere sanzioni. Per parlarne nei dettagli è in programma un G8 dei ministri degli Esteri il 24 settembre a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu. Oltre all’Iran, è la Corea del Nord a turbare i membri del G8 con i suoi test atomici. Per effetto dell’assenza di George W. Bush e delle difficoltà nel sopportare i costi degli arsenali in tempi di crisi, gli Otto dovrebbero nella dichiarazione far proprio l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari (rilanciato da Obama). Oltre a occuparsi di Afghanistan, Birmania, Medio Oriente, il vertice promuove l’impegno contro la proliferazione di bombe atomiche nelle mani di nuovi proprietari a quello per ridurle dove già ce ne sono. Su questo soprattutto si misurano i limiti del G8. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha dichiarato che non rappresenta più l’economia mondiale come nei decenni passati, mentre «la strada condurrà verso il G20» con dentro i Paesi che ne costituiscono l’85%. All’Aquila si definiranno suggerimenti da inviare al G20. Con alcune domande alle quali dare risposta. A che punto è la crisi? Gli Stati devono dare altri «stimoli» per contenerla? I membri del G8, parlano di sviluppo e ambiente, per semplificare, da donatori verso i Paesi poveri e da inquinatori. Gli Otto che poi sarebbero 10 si sono riuniti con i Paesi del cosiddetto G5 più l’Egitto, invitato dalla presidenza italiana, per parlare degli stessi argomenti da promotori di nuovi modelli di crescita economica e regolatori internazionali. Del G5, una dichiarazione comune sancisce il peso cresciuto elencando i componenti: Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica. Per avere idea di che cosa comporta il nuovo formato dell’incontro, ecco che cosa diceva il premier indiano Manmohan Singh rinfacciando ai Paesi ricchi le convulsioni delle Borse: «Una crisi che non è stata causata da noi, ma della quale ci troviamo a dover subire le conseguenze». A G8 e G5 si sono aggiunti Australia, Corea del Sud e Indonesia. La riunione diventerà una seduta del Major economies forum, il Mef. Nelle trattative è stato messa a punto un paragrafo di dichiarazione che sollecita una ripresa del negoziato sulla liberalizzazione del commercio internazionale, paralizzato da tempo, e fissa una data per la sua conclusione. È stato accettato da tutti tranne la Cina. Quando al Mef si uniranno il segretario generale dell’Onu e la Danimarca, che presiederà la conferenza di Copenhagen sul clima, si misureranno anche le resistenze di Cina e Brasile sull’obiettivo di contenere entro i due gradi il riscaldamento del pianeta, proposito che richiede tagli alle emissioni di Co2. Il G8 annuncia di mettere a disposizione 15 miliardi di dollari in tre anni per la «sicurezza alimentare » più impegni sul «diritto all’acqua ». E si misureranno di nuovo gli effetti della crisi sulle offerte ai Paesi poveri.