di Cristoforo Puddu
Paolo Siddi, sulcitano di Sant’Antioco, da una vita a Brescia. Soprattutto una vita per Brescia (vi è giunto nel lontano 1958), per l’Arma dei Carabinieri, che lo ha visto protagonista di tante azioni, storie e successi, e per il Circolo Culturale Sardo: espressione identitaria e d’impegno-amore per la Sardegna, con un sano rimpianto di memorie-ricordi senza nostalgie. Inoltre Siddi, ai vertici della FASI, annovera ben tre mandati consecutivi come segretario nazionale dell’esecutivo. A margine della cerimonia di premiazione del concorso letterario "Su Contixeddu", gli rivolgiamo alcune domande. Brescia è una realtà che conosci profondamente, cosa mi puoi dire del tuo rapporto personale con la Città?
Direi ottimo. Vi sono giunto giovanissimo e la mia attività ha sempre gravitato in Città e Provincia. Per certi versi mi sento molto bresciano…
E come presidente del sodalizio sardo, incontri disponibilità?
E’ naturale trovare disponibilità e collaborazione in Comune, Provincia ed istituzioni locali: noi sardi godiamo di grande stima e rispetto conquistato con il nostro operare.
Quali sono i valori che accomunano principalmente sardi e bresciani?
Assolutamente la fede nell’amicizia. E’ valore che ha radici lontane comuni e affonda nel rapporto di stima tra Giuseppe Zanardelli, un politico che anticipò il ‘900, e il nostro protagonista dell’Italia liberale Francesco Cocco-Ortu. Come circolo abbiamo contribuito a rafforzare i legami promuovendo il gemellaggio tra Odolo, patria di ferriere e di produzione del tondo per cemento armato, e il Comune di Gonnosfanadiga. E ancora tra Bovegno, centro di tradizione estrattiva che ha in atto il recupero del patrimonio dismesso, e Narcao. E’ nostra intenzione, come circolo, favorire un continuo interscambio culturale e turistico tra le realtà lombarde e sarde.
All’orizzonte, oltre la continuità del concorso letterario, quali nuovi progetti e traguardi?
Nell’immediatezza due iniziative: onorare la figura letteraria di Giuseppe Dessì, in concomitanza con il centenario dalla nascita, e ricordare la battaglia di San Martino (1859) con una rievocazione storica e commemorazione dei sardi sepolti nel bresciano.