di Carla Marroccu
Nel circolo di Moers, si è tenuto il Congresso delle donne sarde in Germania. Vi hanno partecipato delegate dei vari circoli e il presidente della Federazione Gianni Manca. Il tema scelto per il congresso era "La donna e il suo inserimento nelle istituzioni". Introducendo i lavori il presidente Manca ha posto questa domanda: la presenza della donna nella vita sociale sta diventando sempre più ampia. Anche al di là dell’ambito familiare, in cui essa si è mossa quasi esclusivamente fino ad ora. Che cosa pensate di questa evoluzione? E quali sono, secondo voi, le caratteristiche che la donna deve possedere per compiere la missione che le è assegnata? Si è sviluppato un ampio dibattito e un confronto di posizioni. Secondo me, è opportuno non contrapporre i due ambiti in cui la donna si trova sempre più spesso a operare. Come nella vita dell’uomo, anche in quella della donna, ma con caratteristiche molto peculiari il focolare e la famiglia occuperanno sempre un posto preminente: è evidente che il dedicarsi ai compiti familiari costituisce una grande funzione umana. Tuttavia questo non esclude la possibilità di svolgere altre attività professionali (anche quella domestica è un’attività professionale) in una qualunque delle mansioni e degli impieghi dignitosi esistenti nella società in cui si vive. È facile capire che cosa si intende impostando così il problema; penso però che se si insiste troppo sulla contrapposizione sistematica tra casa ed attività esterne, e ci si limita a spostare l’accento da un termine all’altro, si potrebbe giungere, da un punto di vista sociale, a un errore maggiore di quello che si cerca di correggere, giacché sarebbe senz’altro più grave che la donna abbandonasse il lavoro di casa. Luisella Serra, presidente del circolo di Moers e vice presidente del coordinamento delle donne in seno alla Federazione, ha ribadito che "la donna è chiamata ad apportare alla famiglia, alla società civile, qualche cosa di caratteristico che le è proprio e che solo lei può dare: la sua delicata tenerezza, la sua instancabile generosità, il suo amore per la concretezza, il suo estro, la sua capacità di intuizione, la sua pietà profonda e semplice, la sua tenacia… La femminilità non è autentica – ha soggiunto – se non sa cogliere la bellezza di questo insostituibile apporto e non ne fa vita della propria vita". "Ma da questa base di uguaglianza fondamentale – ha sostenuto Gianni Manca – ognuno deve mirare a ciò che gli è proprio. L’emancipazione deve quindi significare per la donna la possibilità reale di sviluppare pienamente le proprie potenzialità: quelle che possiede nella sua singolarità, e quelle che ha in quanto donna. L’uguaglianza di fronte al diritto, la parità davanti alla legge, non sopprimono ma anzi presuppongono e promuovono tale diversità, che è poi ricchezza per tutti". Il congresso si è concluso con un pranzo a base di piatti tipici sardi. Ha chiuso la giornata il gruppo Folk Ichnusa dei bambini. La soddisfazione per l’esito del congresso è confermata dall’impegno ad organizzarne un altro, forse già il prossimo anno, in un’altra città della Germania.