di Loredana Manca
Dalla lontana Argentina, volevo fare una breve sintesi in cui desidero sottolineare il ruolo importante delle tante donne che hanno fatto parte di un processo di emancipazione al femminile. Un percorso in cui la donna si è trasformata: da oggetto "sociale e politico" al ruolo di cittadina attiva. Oggi le donne hanno acquisito capacità e visibilità in tutti i campi essenziali della vita. Hanno lavorato coscientemente per trascendere la cultura della violenza e la guerra per una cultura dell’iter pacifico e non belligerante dei conflitti. Approfondirono la nostra diversità come donne per posizionarci come individuo collettivo con progetti comuni che hanno inciso sui diversi ordini della vita cittadina. Nella realtà in cui viviamo, le donne hanno delle qualità interiori determinanti per contribuire a lasciare un paese migliore ai nostri figli. È per quel motivo che dedichiamo gran parte della nostra quotidianità allo sforzo per trasformare le relazioni di rottura nel dialogo, in seno alla famiglia e in seno alla società. Trasformiamo i disaccordi in nuove opportunità di avvicinamento. Ci siamo sempre preoccupate nel costruire e tendere ponti di speranza e per cercare nuovi linguaggi di pace che diano una risposta e trovino una strada di fronte alla crisi umanitaria che viviamo. Molte donne aggiornano costantemente il loro lavoro, il loro impegno, i loro sogni, molte volte assumendo rischi, pur di contribuire alla costruzione della pace. In questo senso un primo messaggio per tutte le donne che noi pensiamo che nella ricerca della pace, le donne non possiamo lavorare sole, non possiamo cercare protagonismi né permettere di copiare il modello maschile della ricerca del potere. Dobbiamo costruire un modello nuovo dove prevalgano le alleanze e si fortifichino le reti, cercando diversità e pluralità, stabilendo punti di consenso e cercando di unire le forze per perseguire rispetto, tolleranza, uguaglianza, solidarietà, spirito critico, dialogo, convivenza pacifica. S acifica, non li dimentichino, .
olo così potremo arrivare a raggiungere qualcosa di meraviglioso e molto necessario: la pace. Noi in Argentina abbiamo già provveduto con delle manifestazioni nei circoli sardi a ricordare grandi figure al femminile: Rigoberta Menchú, Madre Teresa di Calcutta, Shirin Badi, Gertrude Elion ed Eleonora D`Arborea.
COme donne in emigrazione ci siamo impegnate a contribuire alla costruzione della pace, senza cercare protagonismi e senza abbassarci a compromessi e senza renunciare ai valori che hanno contradistinto le Donne Sarde, assumendoci i rischi di essere emarginate e discriminate, rinunciando a privileggi e posti di potere, anche perchè, siamo convinte che non è possibile costruire ponti di speranza e trovare nuovi linguaggi di pace chiudendo gli occhi alle ingiustizie e tacendo davanti a chi i ponti li ha distrutti e al posto dei ponti ha costruito muri. Questi muri non vengano abbattuttie quindi è superfluo fare discorsi su diversità e pluralità, rispetto, tolleranza, unione e fratellanza che purtroppo da molti anni mancano nel piccolo mondo dell’emigrazione sarda di argentina