ci riferisce Gianfranca Canu
Il Circolo "Giommaria Angioy" di Marchirolo, ha portato grandi accademici dall’isola per incontrare in un convegno emigrati sardi ed appassionati dalla provincia di Varese. La comunità locale di Marchirolo, riunita nel circolo Angioy, che si sta distinguendo per capacità di integrazione e volontà di farsi conoscere. Il tema dell’incontro, con sessioni in lingua sarda, è stato "Sa limba sarda deris e oe" (La lingua sarda, ieri e oggi). Hanno moderato nomi come Bachisio Bandinu, Paolo Pillonca e Simone Pisano, rispettivamente antropologo e saggista, giornalista e studioso di letteratura sarda, e docente di glottologia all’Università di Pisa. Il tema è molto più vicino alle valli prealpine di quanto si pensi. Affonda le radici in una forma di federalismo intimo, un desiderio di veder riconosciuta la propria lingua, perché di questo si tratta, all’interno e all’esterno dei confini dell’isola. Basti pensare che negli anni 50 la popolazione che parlava il sardo nell’isola era il 95%. Poi arriva la scuola, la modernità, la Costa Smeralda e la rivoluzione linguistica. La scuola si pone come mediatrice del bilinguismo ma con una coercizione ad abbandonare la lingua materna, quella che gli isolani apprendono con la suzione al seno materno, a favore dell’italiano. Un delitto, una perdita cui si vuole porre rimedio con leggi regionali, senza contrapposizioni tra l’italiano e il sardo, con una convivenza pacifica, anzi, come bene esposto da Bandinu, arricchendosi l’una dell’altra lingua. La sala del secondo piano del circolo ascolta, gremita, le discese vocali dei relatori che spiegano in sardo. Suoni gutturali uniscono i sardi presenti, da Sassari a Cagliari. C’è aria di casa appena escono di bocca i congiuntivi e le innumerevoli declinazioni al condizionale. La lingua dell’incontro, quella che non impari sul vocabolario, reclama un ritorno in bocca e nel cuore e lo fa anche tramite proposte per il dialetto, come quella di fare un’ora curricolare di sardo a scuola. La Regione Sardegna ci pensa in ottica federalista, autonoma, visto che la legge regionale pone già il sardo come lingua di minoranza. Il dilemma è: quale sardo va insegnato? Quello del Nord o quello del Sud? Anche questo è oggetto di convegni e incontri in tutta Italia, non solo in Sardegna. All’incontro è stato presente anche il sindaco di Marchirolo, Pietro Cetrangolo, apprezzato per la disponibilità usata nei confronti di questa comunità. "Apprezziamo il loro contributo, ha detto il sindaco, alla vita culturale del paese. Lavoriamo insieme per offrire una proposta culturale sempre più ampia".