ci riferisce Flavio Soriga
il mio amico Bruno Tognolini ha scritto un duru-duru elettorale. Eccolo: GUARDATE BENE, SARDI, GUARDATE BENE DURUDURU (TIRITERA) ELETTORALE. Noi siamo piccoli, noi siamo sardi Piccoli. Uomini che fanno lunghi sguardi. Passano i secoli, con piccoli passi. Noi siamo piccoli però non siamo bassi. Non siamo bassi perché in cuore siamo scalzi. Non ci mettiamo né tacchi né rialzi. Noi stiamo zitti. Guardiamo il mare. Secoli fitti che si vedono arrivare. Arrivano dal mare i soliti Baroni. Arrivano dal mare i Presidenti ed i Padroni. I sardi sono piccoli. I grandi sono fessi. I nomi son diversi ma i Baroni son gli stessi. Arriva da lontano, per dirci chi votare. È un Barone. Non si riesce a moderare. I sardi sono arcaici. Con sopracciglia folt.e Per farcelo capire lui ritorna nove volte. Cannoni di sorrisi. Granate di parole … Se siamo piccoli, però, perché ci vuole? Se siamo piccoli, però, di che ha paura? Ha paura del mulo pelle scura. Ha paura dell’asino nascosto. Del cuore di quest’isola che sta in un altro posto. Di qualche spaccatura. Che sta nascendo altrove. Di qualche mulo che si sveglia e che si muove. Di qualche cosa che lo faccia moderare. Gli sappia fare guerra. Lo metta a piede in terra. Qualcosa che è lontana, che a Roma non si sente. Però quest’isola è un altro continente … Noi siamo piccoli. Col pepe nelle vene. Noi siamo piccoli però guardiamo bene. Andiamo a votare. Da chi farci comandare. Però c’è un modo strano di rispondere ai comandi. Noi siamo piccoli ma abbiamo gli occhi grandi. Guardate bene, sardi. Io guardo e miro. Guardate bene, sardi. Io guardo e spero. Se si può fare un presidente nero si può fare anche un presidente vero.