di Patrizia Salis
Il circolo "Quattro Mori" di Ostia Lido (Roma) ha organizzato una conferenza in commemorazione di Giuseppe Dessi. La relazione tenuta da Nino Orrù presidente della "Fondazione Giuseppe Dessì", è stata accompagnata da musiche eseguite con launeddas, sulittu e trunfa da Fabio Melis, musicista versatile e creativo, che ha collaborato con artisti di fama internazionale. Durante la conferenza Fabio Melis ha illustrato anche attraverso audiovisivi la tecnica antica ed ancora attuale della costruzione degli strumenti musicali. Le Launeddas, o "sonus de canna" sono l’emblema musicale della Sardegna. Sono considerate lo strumento polifonico più antico del mondo (Bronzetto rinvenuto in Sardegna, datato tra il 900 e il 300 a.C.), è sostanzialmente l’ insieme di tre canne comuni; la canna più lunga "tumbu" fa da bordone, la "mancosa"accompagna, la terza, detta "mancosedda" fa da solista. Il sulittu è l’antichissimo "zufolo" che si trova nelle mitologie di tutti i popoli. Il sulittu, tipicamente sardo è costruito da una canna da fiume, con tre fori superiori ed uno sul retro. Emette un suono dolce e vellutato, ed accompagnava le launeddas durante il balletto sardo. La trunfa (detto in italiano "scacciapensieri"), strumento tipico dell’area barbaricina, è costituito da un piccolo telaio di metallo, dove viene fissata una linguetta libera di vibrare ad una estremità.
La conferenza-concerto si è conclusa con due splendidi brani della tradizione sarda "non poto reposare" e "l’inno della Gloriosa Brigata Sassari".